Novara si mobilita per salvare la vita ad Ahmad Djalali

Novara si mobilita per salvare la vita ad Ahmad Djalali. Nella serata di oggi, giovedì 26 novembre, davanti al municipio, si è svolto il sit in per chiedere l’immediato annullamento della condanna a morte del ricercatore iraniano da oltre quattro anni detenuto in Iran con l’accusa di spionaggio e ormai prossimo all’esecuzione della sentenza capitale.

Amnesty International, presente a Novara con il gruppo Gr046, ha ringraziato il Comune e l’Università del Piemonte Orientale per la celerità con cui si sono attivati per organizzare questo evento. La notizia del trasferimento nel braccio della morte, infatti, è giunta solo nella giornata di ieri, mercoledì 25 novembre.

Amnesty International ha sottolineato quanto sia importante, soprattutto in un momento così delicato, riportare l’attenzione sulla vicenda del ricercatore iraniano. L’associazione che si occupa di difendere i diritti umani ha invitato tutti a mobilitarsi per aumentare la pressione nei confronti dell’Iran. È possibile aderire alla campagna #SaveAhmadreza sia sul sito di Amnesty International Italia, sia sui social network.

«Ahmad deve vivere anche perché è il simbolo della scienza e della cultura scientifica del mondo» – ha dichiarato Luca Ragazzoni, collega del ricercatore iraniano presso l’ateneo novarese.

Il rettore dell’Università, Giancarlo Avanzi, ha ricordato la posizione dell’ateneo «contro la pena di morte e contro la carcerazione preventiva per scopi ideologici», richiedendo un processo equo e giusto.

Il sindaco Alessandro Canelli ha invitato a utilizzare tutti i mezzi a disposizione per mettere al centro dell’attenzione la vicenda di Ahmad. «Stanno per giustiziare un cittadino novarese, che con il suo lavoro e le relazioni interpersonali ha saputo far crescere la nostra città. Chi di dovere si mobiliti nel più breve tempo possibile per risolvere la questione. Il ringraziamento va ad Amnesty per aver organizzato questo momento di mobilitazione e di solidarietà la cui eco speriamo possa arrivare a salvare Ahmad».

È stato infine letto il messaggio di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che ha ringraziato tutti i partecipanti e ha invitato non perdere la speranza.

 

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Novara si mobilita per salvare la vita ad Ahmad Djalali

Novara si mobilita per salvare la vita ad Ahmad Djalali. Nella serata di oggi, giovedì 26 novembre, davanti al municipio, si è svolto il sit in per chiedere l’immediato annullamento della condanna a morte del ricercatore iraniano da oltre quattro anni detenuto in Iran con l’accusa di spionaggio e ormai prossimo all’esecuzione della sentenza capitale.

Amnesty International, presente a Novara con il gruppo Gr046, ha ringraziato il Comune e l’Università del Piemonte Orientale per la celerità con cui si sono attivati per organizzare questo evento. La notizia del trasferimento nel braccio della morte, infatti, è giunta solo nella giornata di ieri, mercoledì 25 novembre.

Amnesty International ha sottolineato quanto sia importante, soprattutto in un momento così delicato, riportare l’attenzione sulla vicenda del ricercatore iraniano. L’associazione che si occupa di difendere i diritti umani ha invitato tutti a mobilitarsi per aumentare la pressione nei confronti dell’Iran. È possibile aderire alla campagna #SaveAhmadreza sia sul sito di Amnesty International Italia, sia sui social network.

«Ahmad deve vivere anche perché è il simbolo della scienza e della cultura scientifica del mondo» – ha dichiarato Luca Ragazzoni, collega del ricercatore iraniano presso l’ateneo novarese.

Il rettore dell’Università, Giancarlo Avanzi, ha ricordato la posizione dell’ateneo «contro la pena di morte e contro la carcerazione preventiva per scopi ideologici», richiedendo un processo equo e giusto.

Il sindaco Alessandro Canelli ha invitato a utilizzare tutti i mezzi a disposizione per mettere al centro dell’attenzione la vicenda di Ahmad. «Stanno per giustiziare un cittadino novarese, che con il suo lavoro e le relazioni interpersonali ha saputo far crescere la nostra città. Chi di dovere si mobiliti nel più breve tempo possibile per risolvere la questione. Il ringraziamento va ad Amnesty per aver organizzato questo momento di mobilitazione e di solidarietà la cui eco speriamo possa arrivare a salvare Ahmad».

È stato infine letto il messaggio di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che ha ringraziato tutti i partecipanti e ha invitato non perdere la speranza.

 

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