Tra i soggetti che stanno puntando il dito contro la nuova superstrada a quattro corsie che collegherà Novara a Vercelli c’è anche Mario Iacopino, capogruppo dei 5 Stelle a Palazzo Cabrino, il quale, insieme al collega Francesco Renna, ha presentato un ordine del giorno.
Nel testo si chiede al consiglio comunale «di esprimere la propria priorità verso opere di riqualificazione e potenziamento delle strade esistenti, di ricerca di soluzioni viabilistiche alternative meno impattanti e al potenziamento del trasporto pubblico, delle infrastrutture ferroviarie e sostenibili; di esprimere la propria contrarietà in ordine a qualsiasi progetto faraonico e impattante della nuova strada a quattro corsie Novara-Vercelli e di impegnare il sindaco e la giunta a rappresentare quanto deliberato in tutte le sedi istituzionali».
Richieste che provengono da alcune considerazioni: «Esistono diverse soluzioni alternative per risolvere definitivamente il problema del traffico pesante all’interno degli abitati di Cameriano e Orfengo – spiega Iacopino -. Tra queste, ad esempio proposta nel recente passato, anche la realizzazione delle cosiddette “Bretelle di Evitamento”, suddivise su due lotti da complessivi 2,9 chilometri che costerebbero decisamente meno rispetto della strada a quattro corsie».
Come i colleghi del Pd (leggi qui l’articolo completo) anche Iacopino richiama il ricorso al Tar del 2005 da parte degli agricoltori della zona che impugnarono gli esiti della conferenza dei servizi la quale autorizzava il progetto di variante intorno a Cameriano e Orfengo: «Quest’opera risulterebbe essere impattante andando pesantemente a incidere sulla vocazione agricola e turistica della nostra città e di tutto il territorio».
Sempre in tema ambientale «gli obiettivi chiave de Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono la rivoluzione verde e
transizione ecologica: bisogna tracciare il percorso per un Paese più innovativo e digitalizzato, più rispettoso dell’ambiente, più aperto ai giovani e alle donne, più coeso territorialmente attraverso una rete di infrastrutture per una mobilità sostenibile – aggiunge Iacopino -. Inoltre non si risponde alla domanda di mobilità moltiplicando i nastri d’asfalto e frammentando ulteriormente il territorio agricolo, ma interpretando correttamente i bisogni dell’utenza e
incanalandoli verso risposte appropriate, a partire dal miglioramento delle prestazioni del trasporto collettivo e sostenibile. Senza dimenticare, infine, che decine di associazioni hanno manifestato contrarietà all’opera».
In definitiva, secondo il consigliere «se l’obiettivo deve essere quello di difendere e tutelare il territorio da colate d’asfalto insensate, bisogna trovare soluzioni alternative potenzianto il trasporto ferroviario e la mobilità sostenibile e riqualificando la viabilità esistente».
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