Novara-Vercelli, Italia Nostra dice no: «Modifiche irreversibili al paesaggio delle risaie»

L'associazione che si batte per la tutela dei beni artistici, naturali e ambientali, ha diffuso un appello contro la realizzazione della superstrada a quattro corsie

Italia Nostra dice no alla Novara-Vercelli. Secondo l’Oti, il Rapporto territoriale delle infrastrutture il cronoprogramma della nuova superstrada a quattro corsie che collegherà in modo veloce i due capoluoghi sta procedendo senza intoppi sia dal punto di vista progettuale che dei finanziamenti.

L’associazione, però, che si batte per la tutela dei beni artistici, naturali e ambientali, ha diffuso un appello, firmato dalla presidente del consiglio regionale, Adriana Elena My, con la quale esprime la propria contrarietà alla realizzazione dell’opera che «avrebbe un impatto ambientale/paesaggistico ed economico enorme in quanto attraversa come una lama un territorio caratterizzato dalla storica coltivazione del riso, determinandone lo stravolgimento nei suoi valori di rilevanza storica e naturalistica, compromettendo in maniera irreversibile un comparto agricolo di rilevanza nazionale sottraendo prezioso terreno da coltivo ad un territorio già penalizzato dagli insediamenti logistici. Cemento e asfalto in cambio della fertilità agricola e aprirebbe, con molta probabilità, la via a successive urbanizzazioni delle aree contermini, finalizzandole a nuovi insediamenti logistici che minerebbero ulteriormente i territori agricoli e modificherebbero, in maniera irreversibile il paesaggio agrario della risaia».

Italia Nostra si sofferma anche su costi e tempi: «I costi dell’opera navigano ancora nelle incertezze finanziarie. La nuova superstrada è stata divisa in due lotti per un costo totale di di 200 milioni di euro. Lo studio di fattibilità tecnico-economica è costato 700 mila euro, 400 mila finanziati dalla Regione, gli altri 300 mila dalla provincia di Vercelli. Allo stato attuale non è ancora chiaro quali saranno le fonti di finanziamento dell’opera e del completamento della tangenziale di Novara, alla quale dovrebbe raccordarsi. Anche i tempi sono molto incerti, approvazione del progetto entro il 2024, inizio lavori entro il 2025, conclusione degli stessi entro il 2029, sempre che ci siano aggiornamenti sul tratto terminale della tangenziale».

E conclude: «Unitamente alla maggioranza delle associazioni ambientaliste ritiene il progetto inutile e dannoso per l’ambiente e per l’economia locale basata su una agricoltura di alta qualità che sarebbe distrutta dagli interventi infrastrutturali e dalla proliferazione del consumo del suolo ad opera degli insediamenti logistici correlati».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Italia Nostra dice no alla Novara-Vercelli. Secondo l’Oti, il Rapporto territoriale delle infrastrutture il cronoprogramma della nuova superstrada a quattro corsie che collegherà in modo veloce i due capoluoghi sta procedendo senza intoppi sia dal punto di vista progettuale che dei finanziamenti.

L’associazione, però, che si batte per la tutela dei beni artistici, naturali e ambientali, ha diffuso un appello, firmato dalla presidente del consiglio regionale, Adriana Elena My, con la quale esprime la propria contrarietà alla realizzazione dell’opera che «avrebbe un impatto ambientale/paesaggistico ed economico enorme in quanto attraversa come una lama un territorio caratterizzato dalla storica coltivazione del riso, determinandone lo stravolgimento nei suoi valori di rilevanza storica e naturalistica, compromettendo in maniera irreversibile un comparto agricolo di rilevanza nazionale sottraendo prezioso terreno da coltivo ad un territorio già penalizzato dagli insediamenti logistici. Cemento e asfalto in cambio della fertilità agricola e aprirebbe, con molta probabilità, la via a successive urbanizzazioni delle aree contermini, finalizzandole a nuovi insediamenti logistici che minerebbero ulteriormente i territori agricoli e modificherebbero, in maniera irreversibile il paesaggio agrario della risaia».

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E conclude: «Unitamente alla maggioranza delle associazioni ambientaliste ritiene il progetto inutile e dannoso per l’ambiente e per l’economia locale basata su una agricoltura di alta qualità che sarebbe distrutta dagli interventi infrastrutturali e dalla proliferazione del consumo del suolo ad opera degli insediamenti logistici correlati».

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