Documenti, accordi, revoche, gare deserte, passi in avanti, marce indietro, colpi di scena. La storia del nuovo ospedale di Novara, la Città della Salute e della Scienza, da anni è costellata da difficoltà che hanno generato ritardi ormai definibili legittimamente inaccettabili. Anche a essere ottimisti, diventa un po’ difficile pensare che i prossimi passi non saranno disseminati da complicazioni.
L’ultimo intoppo risale al 27 giugno di quest’anno quando la Regione ha sollecitato al Ministero della Salute l’invio del decreto di revoca del precedente accordo di programma (così aveva riferito l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in consiglio regionale) necessario per stilare il nuovo Documento programmatico e il relativo finanziamento da 419 milioni di euro (99 in più rispetto al progetto iniziale). Esattamente un anno fa, infatti, il bando di gara era andato deserto proprio a causa del rincaro dei costi delle materie prime: il progetto, dal punto di vista economico finanziario, era stato considerato non più attuabile tanto che il Dipe, l’organismo del Ministero delle Finanze, aveva chiesto di rivedere il controllo dei prezzi. A quel punto la Regione aveva inviato la nuova proposta poi approvata dal Nucleo di valutazione del Ministero: solo per questo step ci sono voluti più di sei mesi.
A maggio il via libera per la pubblicazione del nuovo bando, ma a fine giugno il nuovo blocco negli uffici del Ministero: senza revoca del vecchio accordo di programma e approvazione del nuovo finanziamento, oltre alla conseguente delibera che la giunta regionale deve sottoporre al consiglio non si può procedere.
Sono trascorsi altri due mesi e mezzo e a oggi, 14 settembre, tutto è di nuovo fermo. «Attendiamo novità ministeriali che pare potrebbero arrivare anche entro la fine della settimana – dice il direttore generale dell’ospedale Maggiore, Gianfranco Zulian -. Appena ci sarà il via libera, noi siamo pronti a pubblicare il nuovo bando in pochi giorni».
Ad aprile il direttore aveva dichiarato che la consegna dei lavori sarebbe rimasta fissata al 2026: «E continuo a pensare che sarà così – ribadisce Zulian -. Voglio essere ottimista, non si posso perdere le speranze proprio adesso. Certamente la politica deve fare una riflessione rispetto alle opere che vuole portare a termine: ce ne sono di grandissime che vedono la luce in tempi adeguati: l’ospedale di Novara non è tra queste, ma è un comunque un’opera indispensabile con un grande impatto sulla popolazione. È quindi necessario pensare a semplificare, che non significa meno controlli, anzi. Ma dal punto di vista burocratico è essenziale snellire le procedure».
La Regione, a quanto pare, resta in attesa. Il consigliere della Lega, Riccardo Lanzo, che più volte ha fatto il pendolare tra Torino e Roma per la nuova Città della Salute, confida nel 25 settembre: «Ci auguriamo che con il nuovo ministro si possano portare a termine gli ultimi adempimenti – dichiara Lanzo -. L’urgenza è quella di sburocratizzare le procedure, in particolare nel settore della sanità: noi novaresi non possiamo permetterci di perdere questa occasione. È per noi un obbligo dare una conclusione a questo progetto con l’aggiudicazione della gara prima della fine del mandato regionale».
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