Omar, il preside Ticozzi: «No Dad o doppi turni, la scuola non va stravolta»

Dopo il crollo del tetto e i lavori già programmati, la scuola è in cerca di sedici aule. «Ok per San Rocco nonostante le criticità, valutiamo anche un'altra soluzione seppur poco pratica»

«Più del 90% dei nostri studenti arriva da fuori Novara e, ovviamente, usa i mezzi pubblici: come si può pensare di stravolgere la vita dei ragazzi e delle loro famiglie con doppi turni scolastici magari dalle due del pomeriggio in avanti? Non è pensabile, soprattutto per chi, ed è maggior parte, svolge attività extrascolastiche. La Dad? Non se ne parla neanche. Prima di settembre troveremo tutti gli spazi necessari».

Il dirigente scolastico dell’istituto tecnico Omar, Franco Ticozzi, ha le idee chiare sull’organizzazione della sua scuola. Servono urgentemente sedici aule e almeno due laboratori dopo il crollo del tetto sopra la manica C il 28 giugno scorso e dopo che una serie di lavori per l’adeguamento sismico finanziati con i Pnrr era già stati programmati.

Il preside Franco Ticozzi

«Accetteremo la proposta del Comune di occupare la ex scuola media di San Rocco, nonostante dal sopralluogo siano emerse numerose criticità – prosegue Ticozzi -. Considerato il fatto che dovremo stare lì almeno due o tre anni, siamo disponibili a eseguire lavori di miglioramento, a patto però che l’edificio resti a disposizione dell’Omar anche per il futuro. Opere di risanamento che garantirebbero il nostro standard scolastico: non è giusto, infatti, che chi è in sede possa usufruire di determinati servizi e chi in distaccamento no. In ogni caso, verrà predisposta durante l’anno una rotazione in modo che le classi possano svolgere le lezioni nelle diverse sedi».

Secondo il dirigente, tra San Rocco e la Pajetta di via Rivolta – dove l’Omar già occupa alcuni spazi – si possono recuperare dieci aule. Ne mancherebbero otto considerando anche i laboratori. «Stiamo valutando diverse soluzioni – aggiunge – una in particolare poco pratica ma che almeno consentirebbe di riunione in un unico posto le classi che ancora non hanno una collocazione. Noi siamo una scuola tecnica e purtroppo non possiamo eliminare i laboratori per farne aule. Speriamo di riuscire a definire in breve tempo».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Più del 90% dei nostri studenti arriva da fuori Novara e, ovviamente, usa i mezzi pubblici: come si può pensare di stravolgere la vita dei ragazzi e delle loro famiglie con doppi turni scolastici magari dalle due del pomeriggio in avanti? Non è pensabile, soprattutto per chi, ed è maggior parte, svolge attività extrascolastiche. La Dad? Non se ne parla neanche. Prima di settembre troveremo tutti gli spazi necessari».

Il dirigente scolastico dell’istituto tecnico Omar, Franco Ticozzi, ha le idee chiare sull’organizzazione della sua scuola. Servono urgentemente sedici aule e almeno due laboratori dopo il crollo del tetto sopra la manica C il 28 giugno scorso e dopo che una serie di lavori per l’adeguamento sismico finanziati con i Pnrr era già stati programmati.

Il preside Franco Ticozzi

«Accetteremo la proposta del Comune di occupare la ex scuola media di San Rocco, nonostante dal sopralluogo siano emerse numerose criticità – prosegue Ticozzi -. Considerato il fatto che dovremo stare lì almeno due o tre anni, siamo disponibili a eseguire lavori di miglioramento, a patto però che l’edificio resti a disposizione dell’Omar anche per il futuro. Opere di risanamento che garantirebbero il nostro standard scolastico: non è giusto, infatti, che chi è in sede possa usufruire di determinati servizi e chi in distaccamento no. In ogni caso, verrà predisposta durante l’anno una rotazione in modo che le classi possano svolgere le lezioni nelle diverse sedi».

Secondo il dirigente, tra San Rocco e la Pajetta di via Rivolta – dove l’Omar già occupa alcuni spazi – si possono recuperare dieci aule. Ne mancherebbero otto considerando anche i laboratori. «Stiamo valutando diverse soluzioni – aggiunge – una in particolare poco pratica ma che almeno consentirebbe di riunione in un unico posto le classi che ancora non hanno una collocazione. Noi siamo una scuola tecnica e purtroppo non possiamo eliminare i laboratori per farne aule. Speriamo di riuscire a definire in breve tempo».

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