Omicidio del tunisino a Sant’Agabio: giudizio immediato per l’accoltellatore

E’ stato chiesto dalla procura perché la prova è evidente e le indagini sono state chiuse entro il termine dei sei mesi

Giudizio immediato per il tunisino Sami Ben Allala, il quarantatreenne che domenica 23 aprile ha accoltellato durante una lite da strada il connazionale Ramzi Arfaoui, trentenne di Novara. E’ stato chiesto dalla procura perché la prova è evidente e le indagini sono state chiuse entro il termine dei sei mesi. Il processo in Corte d’Assise sarà in autunno, ma molto probabilmente l’uomo eviterà il dibattimento chiedendo il rito abbreviato, con lo sconto di un terzo in caso di condanna.

L’episodio è avvenuto intorno alle 15 davanti a un bar di via della Riotta nel rione di Sant’Agabio, nel contesto di una situazione di rivalità sentimentale risalente ai giorni precedenti. L’omicida aveva questioni in sospeso col fratello della vittima, che a suo dire aveva manifestato un eccessivo interesse sulla sua ex fidanzata, anche sui social. Tutto questo aveva creato dei dissapori fra i due, con insulti e accuse reciproche, e l’incontro di quella domenica davanti a un bar di via della Riotta era stato programmato proprio per chiarire. Ma dalle parole si era passati velocemente ai fatti, ed erano volate bottiglie. A un certo punto, nella lite, Ben Allala e Arfoui si erano fronteggiati: il primo aveva tirato fuori un coltello e aveva pugnalato l’altro vicino al cuore. Un solo colpo, che aveva provocato una grave emorragia interna. Ramzi, già in arresto cardiocircolatorio al momento dei soccorsi, era morto all’ospedale Maggiore in serata. La lama si era conficcata vicino al cuore provocando un’emorragia. L’arma era stata subito sequestrata dalla polizia. Infatti Sami Ben Allala era stato fermato praticamente nell’immediatezza: era scappato per le vie del rione di Sant’Agabio ma raggiunto dalle Volanti. Non aveva opposto resistenza.

Per gli investigatori nessun dubbio sulle respirabilità. La rissa era avvenuta sotto gli occhi di decine di testimoni ed era stata anche ripresa dalle telecamere della zona.

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Omicidio del tunisino a Sant’Agabio: giudizio immediato per l’accoltellatore

E’ stato chiesto dalla procura perché la prova è evidente e le indagini sono state chiuse entro il termine dei sei mesi

Giudizio immediato per il tunisino Sami Ben Allala, il quarantatreenne che domenica 23 aprile ha accoltellato durante una lite da strada il connazionale Ramzi Arfaoui, trentenne di Novara. E’ stato chiesto dalla procura perché la prova è evidente e le indagini sono state chiuse entro il termine dei sei mesi. Il processo in Corte d’Assise sarà in autunno, ma molto probabilmente l’uomo eviterà il dibattimento chiedendo il rito abbreviato, con lo sconto di un terzo in caso di condanna.

L’episodio è avvenuto intorno alle 15 davanti a un bar di via della Riotta nel rione di Sant’Agabio, nel contesto di una situazione di rivalità sentimentale risalente ai giorni precedenti. L’omicida aveva questioni in sospeso col fratello della vittima, che a suo dire aveva manifestato un eccessivo interesse sulla sua ex fidanzata, anche sui social. Tutto questo aveva creato dei dissapori fra i due, con insulti e accuse reciproche, e l’incontro di quella domenica davanti a un bar di via della Riotta era stato programmato proprio per chiarire. Ma dalle parole si era passati velocemente ai fatti, ed erano volate bottiglie. A un certo punto, nella lite, Ben Allala e Arfoui si erano fronteggiati: il primo aveva tirato fuori un coltello e aveva pugnalato l’altro vicino al cuore. Un solo colpo, che aveva provocato una grave emorragia interna. Ramzi, già in arresto cardiocircolatorio al momento dei soccorsi, era morto all’ospedale Maggiore in serata. La lama si era conficcata vicino al cuore provocando un’emorragia. L’arma era stata subito sequestrata dalla polizia. Infatti Sami Ben Allala era stato fermato praticamente nell’immediatezza: era scappato per le vie del rione di Sant’Agabio ma raggiunto dalle Volanti. Non aveva opposto resistenza.

Per gli investigatori nessun dubbio sulle respirabilità. La rissa era avvenuta sotto gli occhi di decine di testimoni ed era stata anche ripresa dalle telecamere della zona.

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