Sconto di 6 anni, in Appello, per il sessantatreenne Lorenzo Rivani, in carcere per aver ucciso il vicino di casa Caf Nikaj, domestico di un pensionato residente nel rione di Santa Rita a Novara, il 17 luglio del 2021. Condannato lo scorso anno a Novara a 16 anni e 8 mesi di reclusione, ieri a Torino ha rimediato 10 anni e 5 mesi grazie a una pena concordata (una sorta di patteggiamento) con la procura generale. Il tutto con l’esclusione delle aggravanti e il riconoscimento della seminfermità, dal momento che in fase di indagine un perito nominato dal tribunale ha dichiarato l’imputato parzialmente incapace di intendere e volere al momento dei fatti perché affetto da un «disturbo delirante di tipo persecutorio».
Ai famigliari della vittima, moglie e figli, parti civili, è stata confermata la provvisionale di 50 mila euro ciascuno, ma il risarcimento complessivo dei danni sarà demandato al giudice civile.
Si tratta di un delitto avvenuto per strada. A conclusione delle indagini, condotte dalla polizia, è stato accertato che in quel 17 luglio vittima e assassino si sono incrociati in via Valsesia, vicino al condominio dove abitano entrambi. Caf è stato colpito due volte con un grosso coltello, alla pancia e nella zona lombare. Due fendenti violenti e particolarmente profondi che non gli hanno lasciato via di scampo: è morto in ospedale. A fare da movente dell’accoltellamento, secondo quanto sostenuto dallo stesso aggressore nel suo interrogatorio, un rapporto di vicinato teso da qualche tempo. In pratica, in precedenza l’imputato aveva denunciato due furti avvenuti nel suo appartamento e aveva indicato alla polizia, come possibile sospetto, un parente dell’albanese che vedeva sempre davanti al palazzo. Siccome la famiglia dell’albanese, scoperta la circostanza, lo avrebbe guardato spesso con aria minacciosa, lui aveva deciso di girare armato di coltello, a suo dire solo a scopo di difesa.