Vent’anni di carcere per omicidio volontario e assoluzione dall’accusa di violenza sessuale ai danni della figlia dell’assassinato. Questa la sentenza pronunciata ieri dal gup di Novara per Vincenzo Lasco, sessantacinquenne attualmente in carcere, accusato di aver pugnalato al petto Michele Bonetto, 45 anni, abitante a Castelletto Ticino. Si tratta del delitto avvenuto il 28 aprile 2023 in un condominio di via Cantoni 4 a Oleggio: quel giorno la vittima era andata a casa dell’accoltellatore per chiedere chiarimenti su un presunto abuso confidatole dalla figlia, che indicava quali responsabili proprio Lasco e un altro conoscente. Il giudice ha stabilito una provvisionale di risarcimento per madre e figlia di Bonetto, 50 mila euro ciascuna, anche se il danno sarà poi quantificato in sede civile.
Coimputato, per la sola violenza sessuale di gruppo, era il giovane R.A.P., l’uomo che, in base alla testimonianza della giovane, l’avrebbe avvicinata con un pretesto il 26 aprile alla stazione di Oleggio, quindi due giorni prima dell’omicidio del padre, e poi, puntandole alla gola un taser, l’avrebbe costretta a seguirlo a casa di Lasco. E’ stato anche lui assolto. Evidentemente il giudice non ha ritenuto ci fossero elementi sufficienti per parlare di un abuso.
Il pm aveva chiesto 20 anni per tutti i reati contestati a Lasco, e 5 anni e 4 mesi per il coimputato della violenza di gruppo. Il difensore di Lasco, invece, aveva parlato di eccesso colposo di legittima difesa, sostenendo che il suo assistito non avesse alcuna intenzione di uccidere, e fosse uscito dal suo appartamento con un coltello soltanto perché riteneva di essere in pericolo.
Secondo la ricostruzione operata dagli investigatori, il 28 aprile di due anni fa vittima e aggressore si erano incrociati sulla scala del condominio. Al culmine di una lite il sessantenne aveva accoltellato Bonetto al petto, sotto gli occhi di alcuni testimoni che poi avevano allertato i soccorsi. Il movente dell’omicidio, secondo quanto emerso a conclusione delle indagini, era da ricondurre alla confidenza fatta dalla figlia di Bonetto al padre, ovvero la molestia sessuale subita a Oleggio, sempre negata dagli interessati. Così l’uomo aveva contattato due amici ed erano piombati a casa di Lasco per chiedere cosa fosse successo.
Una perizia psichiatrica disposta dal gip di Novara aveva ritenuto il sessantenne pienamente capace di intendere e volere. Ora la difesa valuterà se proporre appello, ritenendo comunque eccessiva la condanna inflitta con giudizio abbreviato.