Il gip di Novara, dopo l’udienza di convalida dell’arresto, ha disposto la custodia cautelare in carcere per il tunisino Sami Ben Allala, il quarantatreenne che domenica pomeriggio ha accoltellato durante una lite da strada il connazionale Ramzi Arfaoui, trentenne di Novara. L’episodio è avvenuto intorno alle 15 davanti a un bar di via della Riotta. L’accoltellatore non ha fornito una propria versione dei fatti e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
La polizia di Stato, che sta conducendo le indagini, ha raccolto però numerose testimonianze dei presenti alla rissa, che aveva coinvolto anche altre persone, e soprattutto ha un video della sorveglianza cittadina che riprende tutta la scena, lasciando pochi margini all’immaginazione.
L’autopsia sul corpo della vittima, eseguita mercoledì, ha confermato che la causa della morte del trentenne operaio è stato un arresto cardiocircolatorio, quello provocato dalla violenta coltellata al petto inferta dall’aggressore: la lama si è conficcata vicino al cuore provocando un’emorragia. L’arma è stata sequestrata. Sami Ben Allala era stato fermato subito dopo i fatti: era scappato per le vie del rione di Sant’Agabio ma raggiunto dalle Volanti. Non aveva opposto resistenza.
Alla base della lite, secondo quanto emerso finora, ci sarebbe un movente passionale: l’accoltellatore, già nei giorni precedenti, aveva discusso col fratello della vittima per questioni sentimentali, forse una passione comune per la stessa donna. E così domenica pomeriggio si sono trovati per chiarire. Ma dalle parole si è passati subito ai fatti ed è spuntato il coltello che ha trafitto a morte Ramzi Arfaoui.