«Protezione Civile ed Esercito Italiano hanno unito le forze per portare un aiuto straordinario alle popolazioni e ai territori colpiti dalle alluvioni. Le operazioni congiunte come ‘Luto’ offrono un’efficacia straordinaria, non raggiungibile separatamente dalle singole realtà di soccorso. Per la prima volta in Italia siamo passati dall’esercitazione agli interventi reali condivisi sul campo: un tassello importante nel miglioramento del sistema di soccorso in Piemonte». Commenta così l’assessore alla Protezione Civile della Regione Piemonte Marco Gabusi i risultati dell’operazione Luto 2020 -21, attiva da ottobre dello scorso anno in diversi Comuni del Piemonte occidentale colpiti dall’alluvione del 2 e 3 ottobre 2020, che ha visto intervenire fianco a fianco il 32° Reggimento Genio Guastatori della Brigata Alpina Taurinense, il Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile e l’Associazione Nazionale Alpini ANA per le operazioni di mitigazione del “rischio residuo”.
Nel corso della cerimonia di ringraziamento tenuta oggi al Presidio territoriale regionale di Protezione civile di Vercelli alla presenza, oltre che dei Guastatori dell’Esercito e dei volontari dell’ANA di Protezione Civile, dei Sindaci di 15 centri colpiti dall’alluvione, dei Presidenti di Provincia e dei Prefetti, l’assessore Gabusi ha sottolineato l’importanza della collaborazione dei 55 soldati dell’Esercito e dei 50 volontari dell’ANA, che, con oltre 40 mezzi d’opera, hanno lavorato intensamente per tre mesi movimentando complessivamente 24 mila metri cubi di detriti e legname. «Il protocollo di intesa firmato nel 2019 dal Comando Truppe Alpine e dall’ANA ha dato immediatamente risultati positivi – sottolinea l’assessore Gabusi -, che ci confermano di essere sulla giusta strada. Ringrazio tutti i volontari e i componenti dell’Esercito, ma anche i Sindaci e gli altri amministratori pubblici per aver saputo cogliere in un momento così difficile il significato di questa operazione, che vuole mettere a disposizione dei territori colpiti una summa di saperi e di capacità che farà sicuramente scuola e che è certamente un modello di best practice replicabile anche in altri territori».
L’operazione, denominata “Luto”, ovvero “Fango”, partì dal territorio delle valli cuneesi, che nella fase iniziale erano quelle maggiormente colpite, passando al Vercellese, al Novarese, al Biellese, alla Valsesia e alla Valsessera, al Cusio-Omegnese, fino ad arrivare nella profonda Valdossola. Militari e volontari della Protezione Civile Ana hanno ripulito e messo in sicurezza tutti gli alvei, risolvendo le problematiche che si erano andate a sommare nel tempo.