Ospedale Maggiore, grazie a un complesso intervento una donna può ricominiare a nutrirsi

L'operazione è stata eseguita dall'equipe di Chirurgia 1 diretta dal prof. Gentilli

Un intervento di elevata complessità è stato eseguito dalla struttura di Chirurgia generale 1 (diretta dal prof. Sergio Gentilli ) dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara su una paziente di 63 anni trasferita da un ospedale torinese. La donna era stata operata 22 anni prima per una malattia all’esofago, un danno neurologico che impediva la deglutizione del cibo. La malattia è recidivata fino ad arrivare all’impossibilità praticamente completa, per la paziente, di assumere alimenti solidi e liquidi.

«L’esofago che normalmente è rettilineo e con un diametro di pochi centimetri si presentava gravemente tortuoso  e con un diametro superiore ai 20 cm – spiega il prof. Gentilli –. Impossibile ogni altro trattamento, abbiamo dovuto asportare l’esofago con duplice accesso addominale e toracico. La continuità digestiva è stata ripristinata con l’utilizzo dello stomaco opportunamente trattato. La paziente attualmente è autonoma da punto di vista alimentare».

Si è trattato di un raro intervento di asportazione esofagea per una malattia degenerativa e dunque non neoplastica come generalmente avviene.

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Ospedale Maggiore, grazie a un complesso intervento una donna può ricominiare a nutrirsi

L’operazione è stata eseguita dall’equipe di Chirurgia 1 diretta dal prof. Gentilli

Un intervento di elevata complessità è stato eseguito dalla struttura di Chirurgia generale 1 (diretta dal prof. Sergio Gentilli ) dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara su una paziente di 63 anni trasferita da un ospedale torinese. La donna era stata operata 22 anni prima per una malattia all’esofago, un danno neurologico che impediva la deglutizione del cibo. La malattia è recidivata fino ad arrivare all’impossibilità praticamente completa, per la paziente, di assumere alimenti solidi e liquidi.

«L’esofago che normalmente è rettilineo e con un diametro di pochi centimetri si presentava gravemente tortuoso  e con un diametro superiore ai 20 cm – spiega il prof. Gentilli –. Impossibile ogni altro trattamento, abbiamo dovuto asportare l’esofago con duplice accesso addominale e toracico. La continuità digestiva è stata ripristinata con l’utilizzo dello stomaco opportunamente trattato. La paziente attualmente è autonoma da punto di vista alimentare».

Si è trattato di un raro intervento di asportazione esofagea per una malattia degenerativa e dunque non neoplastica come generalmente avviene.

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