Il livello di allerta arancione degli ospedali piemontesi, quello che precede il più grave di allerta rosso, è stato ampiamente superato. A dichiararlo il commissario regionale del Dirmei (Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive) Paolo Manno nel documento inviato ai direttori delle aziende sanitarie; un dossier che stabilisce di radunare i pazienti Covid bisognosi di ricovero in rianimazione nelle strutture che dispongono di terapie intensive per non gravare sugli Hub, tra cui quello di Novara, punto di riferimento di più province anche fuori regione grazie a numerose specializzazioni.
La razionalizzazine degli ospedali non Hub è, infatti, prevista dal piano sanitario regionale a cui aveva fatto cenno lo stesso governatore Cirio lo scorso 7 ottobre proprio a Novara in occasione dell’inaugurazione del nuovo laboratorio per tamponi al centro Ipazia: «Nel quadrante del Piemonte orientale abbiamo individuato l’ospedale di Borgosesia come riferimento per l’emergenza Covid perchè è un centro che ha già attivato una serie di investimenti in terapie intensive con la possibilità di un ulteriore potenziamento. L’ospedale di Novara deve essere preservato e continuare la propria attività ordinaria perchè è un Hub al servizio di un’intera regione».
Una scelta che in quell’occasione era stata fortemente criticata dal rettore dell’Università del Piemonte Orientale e primario di pronto soccorso del Maggiore, Giancarlo Avanzi: «Una scelta politica che non voglio commentare. Di sicuro il Maggiore è già in difficoltà dunque non vediamo l’ora di poter trasferire i nostri pazienti Covid nell’ospedale dedicato. Certamente ci aspettiamo una direzione forte da parte della Regione: è indispensabile avere delle linee guida precise».
Anche il sindaco di Novara Alessandro Canelli non è mai stato soddisfatto dell’opzione, preferendo il Sant’Andrea Vercelli, e più volte ha sostenuto la necessità di salvaguardare il più possibile l’ospedale novarese.
Tutto ciò, come è noto, non è mai avvenuto tanto che nelle ultime 24 ore i ricoverati per Coronavirus al Maggiore sono 86 di cui 28 a Galliate dove l’azienda ha dovuto organizzarsi per aprire un vero e proprio reparto Covid. Non solo: venerdì scorso la direzione ospedaliera ha fatto sapere, su imposizione regionale, di aver sospeso le visite e i ricoveri non urgenti proprio per far fronte all’emergenza Covid.
Secondo il consigliere regionale Domenico Rossi è necessaria una regia operativa sovra ospedaliera: «Su 991 dei ricoveri per Covid di ieri a livello nazionale, 248 sono avvenuti in Piemonte: un quarto di tutta Italia. Il dibattito su quale debba essere l’ospedale Covid di quadrante è semplicemente superato: andava posto a giugno quando, invece, la giunta ha preferito rinviare a “quando ce ne sarebbe stata effettiva necessità”. Ma anche in questo caso si è arrivati tardi e con nessuna capacità di rendere effettive le decisioni. Perché una volta definito il percorso utile a tenere liberi gli Hub, la Regione non è poi stata in grado di applicarlo. Pertanto oggi abbiamo l’ospedale di Novara già bloccato alla prima impennata di contagi, con la conseguenza che sono nuovamente state rinviate le visite e gli interventi non urgenti. Oggi, quindi, non si tratta più di capire quale debba essere l’ospedale, ma di mettere in campo una regia operativa in grado applicare il piano previsto per tutti gli ospedali di quadrante così da provare a evitare il caos che abbiamo visto in queste settimane. Occorre, inoltre, obbligare ospedali e territorio a dialogare e a prendere in carico i pazienti attraverso protocolli di ricovero e di dimissioni condivisi. Lo chiediamo da marzo, ma ancora le aziende lavorano come isole separate».
Della stessa opinione del primo cittadino di Novara sono, invece, i consiglieri provinciali Ivan De Grandis, Maurizio Nieli e Michele Contartese che hanno proposto e votato a maggioranza una mozione con la quale impegnano il presidente Federico Binatti ad «attivarsi affinché la riorganizzazione da parte della Regione Piemonte preveda che il entro Covid per pazienti di media e alta intensità di riferimento per il quadrante territoriale del Piemonte orientale trovi sede all’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, azienda in grado di garantire assistenza, risorse umane e competenze di livello nella branca delle malattie infettive».
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