Paladini (Pd): «Le ex sedi di quartiere cadono a pezzi. Non dicano che sono agibili»

Paladini (Pd): «Le ex sedi di quartiere cadono a pezzi. Non dicano che sono agibili». Durante il consiglio comunale del 23 dicembre, i consiglieri del Partito Democratico hanno portato all’attenzione dell’assemblea la questione riguardante gli edifici che sono stati sede dei quartieri cittadini: la maggior parte avrebbe bisogno di un restyling e il gruppo del Pd ha interrogato per sapere quali tra queste strutture necessitano di interventi per essere frubili, quanto risorse sono state stanziate per la manutenzione e quante associazioni hanno partecipato al bando del Comune per l’assegnazione degli spazi.

L’argomento era già stato sollevato a novembre in sede di discussione del Dup (documento unico di programmazione) quando sempre i consiglieri dem avevano proposto di investire 250 mila euro per avviare la ristrutturazione di questi edifici. Emendamento che, però, era stato bocciato dall’intera maggioranza.

«Nessuna sede è chiusa per inagibilità – ha affermato l’assessore Silvana Moscatelli – tranne quella del quartiere Sud in seguito all’incendio doloso. È stata avviata la procedura assicurativa e il prossimo anno inizieranno i lavori per ripristinare la struttura. Per quanto riguarda le associazioni, nel 2020 sono stati messi a bando 15 spazi: 6 le domande pervenute, 4 gli spazi assegnati. Due associazioni sono state escluse per mancanza di iscrizioni all’albo delle associazioni del Comune e perchè risultava avessero debiti nei confronti del Comune stesso».

 

 

Un discorso a parte è stato fatto sulle barriere architettoniche presenti nelle sedi: «A Sant’Agabio l’associazione Novara Arcobaleno è al piano terra mentre gli Alpini al primo – ha proseguito Moscatelli -. Al Centro, Nord e Lumellogno la sede è al piano terra; a Pernate non mi risulta ci siano barriere; Santa Rita e il Sud sono dotati di ascensore mentre a San Martino è presente una rampa di accesso nella sede dell’Unione ciechi. A San Rocco, invece, sono presenti due strutture: una al piano terra mentre l’altra, al primo piano, viene utilizzata dagli anziani e per accedere ci sono solo le scale. In alcune strutture, come quella di San Martino, si potrà intervenire per abbattere le barriere; altre, invece, come la Bicocca, sono posizionate in modo tale da non poter operare modifiche».

La risposta però non ha soddisfatto la consigliera Sara Paladini, prima firmataria dell’interrogazione: «Se vogliamo giocare sulle parole e dire che nessuna sede è chiusa per inagibilità va bene, ma sta di fatto che molte di queste strutture cadono a pezzi e il Comune sta dimostrando il totale disinteresse. Tempo fa, da privata cittadina, ho richiesto l’affitto di alcune sale per lo svolgimento di riunioni e mi è stato risposto che in Sforzesca (Bicocca) era tutto allagato dunque non si poteva entrare e in via Dominioni (Centro) non c’era il riscaldamento. Queste sedi saranno anche considerate agibili, ma sicuramente non sono disponibili ai cittadini. Mi auguro che almeno a Sant’Agabio, dove c’è un utente in carrozzina, si possa intervenire al più presto sulle barriere architettoniche: la problematica era stata segnalata tempo fa direttamente dall’associazione che occupa l’edificio, ma il Comune non aveva dato alcuna risposta».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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0 risposte

  1. Ma le amministrazioni precedenti che razza di manutenzione hanno fatto se ora i locali vengono giudicati fatiscenti, impraticabili, cadenti a pezzi? Mi pare che questo stato di cose non si presenti dalla sera alla mattina.

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L’argomento era già stato sollevato a novembre in sede di discussione del Dup (documento unico di programmazione) quando sempre i consiglieri dem avevano proposto di investire 250 mila euro per avviare la ristrutturazione di questi edifici. Emendamento che, però, era stato bocciato dall’intera maggioranza.

«Nessuna sede è chiusa per inagibilità – ha affermato l’assessore Silvana Moscatelli – tranne quella del quartiere Sud in seguito all’incendio doloso. È stata avviata la procedura assicurativa e il prossimo anno inizieranno i lavori per ripristinare la struttura. Per quanto riguarda le associazioni, nel 2020 sono stati messi a bando 15 spazi: 6 le domande pervenute, 4 gli spazi assegnati. Due associazioni sono state escluse per mancanza di iscrizioni all’albo delle associazioni del Comune e perchè risultava avessero debiti nei confronti del Comune stesso».

 

 

Un discorso a parte è stato fatto sulle barriere architettoniche presenti nelle sedi: «A Sant’Agabio l’associazione Novara Arcobaleno è al piano terra mentre gli Alpini al primo – ha proseguito Moscatelli -. Al Centro, Nord e Lumellogno la sede è al piano terra; a Pernate non mi risulta ci siano barriere; Santa Rita e il Sud sono dotati di ascensore mentre a San Martino è presente una rampa di accesso nella sede dell’Unione ciechi. A San Rocco, invece, sono presenti due strutture: una al piano terra mentre l’altra, al primo piano, viene utilizzata dagli anziani e per accedere ci sono solo le scale. In alcune strutture, come quella di San Martino, si potrà intervenire per abbattere le barriere; altre, invece, come la Bicocca, sono posizionate in modo tale da non poter operare modifiche».

La risposta però non ha soddisfatto la consigliera Sara Paladini, prima firmataria dell’interrogazione: «Se vogliamo giocare sulle parole e dire che nessuna sede è chiusa per inagibilità va bene, ma sta di fatto che molte di queste strutture cadono a pezzi e il Comune sta dimostrando il totale disinteresse. Tempo fa, da privata cittadina, ho richiesto l’affitto di alcune sale per lo svolgimento di riunioni e mi è stato risposto che in Sforzesca (Bicocca) era tutto allagato dunque non si poteva entrare e in via Dominioni (Centro) non c’era il riscaldamento. Queste sedi saranno anche considerate agibili, ma sicuramente non sono disponibili ai cittadini. Mi auguro che almeno a Sant’Agabio, dove c’è un utente in carrozzina, si possa intervenire al più presto sulle barriere architettoniche: la problematica era stata segnalata tempo fa direttamente dall’associazione che occupa l’edificio, ma il Comune non aveva dato alcuna risposta».


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