Novara ha reso omaggio a papa Francesco anche con la messa si suffragio che si è svolta ieri sera, 23 aprile, nel duomo gremitissimo di novaresi e sacerdoti. Il vescovo Franco Giulio Brambilla, che ha celebrato la funzione, ha ricordato l’eloquenza dei gesti che il papa aveva voluto raccomandare ai vescovi italiani nel suo primo incontro con loro dopo la sue elezione: essere al fianco degli uomini nelle notti delle loro paure e delle loro inquietudini proprio con l’eloquenza dei gesti. «Viaggi, visite pastorali, telefonate inaspettate, le interviste in aereo, i giri in papamobile, quello che ricorderanno di più le persone – ha detto Brambilla». Come gesto emblema e probabilmente il più importante del suo pontificato, il vescovo ha voluto ricordare: «Il 27 marzo 2020: l’Italia chiusa in casa, il papa benedì il mondo con il santissimo e commentò il brano evangelico della tempesta sedata, che abbiamo letto anche stasera».
Il vescovo Brambilla ha lasciato la parola direttamente al papa scomparso, leggendo larghi brani dell’omelia di quel giorno, in cui nei momenti più drammatici della pandemia «a Novara era già arrivata la lunga colonna di autocarri militari che portavano le bare da Bergamo».
Brambilla ha voluto concludere con un ricordo tutto personale della gentilezza e della finezza umana di papa Bergoglio quando, dopo avergli affidato un incarico delicato con una telefonata personale, poi volle ringraziarlo con un biglietto scritto di suo pugno che conserverà come uno dei ricordi più preziosi.