Don Giuseppe Rossi, il prete della Diocesi di Novara, giovane parroco di Castiglione Ossola, aveva 33 anni quando fu ucciso dai fascisti nel 1945, nell’allora provincia di Novara e oggi del Vco, sarà beato perché papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio.
Lo ha comunicato oggi 14 dicembre il cardinale Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, al vescovo di Novara monsignor Franco Giulio Brambilla.
Il decreto della Santa Sede attesta che «da parroco fedele e generoso, volle rimanere tra la sua gente in una circostanza drammatica e pericolosa, nella quale la furia dei componenti la Brigata repubblichina “Corrao-Muti” sarebbe potuta esplodere, coinvolgendo tutto il paese. Si riversò, invece, sul solo parroco che, come “mite agnello”, affrontò silenzioso la morte» In pratica il sacerdote, pur sapendo che rischiava di essere ucciso, non volle abbandonare i suoi fedeli e i miliziani fascisti lo uccisero perché ritenevano che nascondesse i partigiani.
Il vescovo chiede ai parroci della diocesi di Novara di suonare, per il nuovo beato, le campane a festa alle 19 del 14 dicembre e di ricordarlo nelle Messe della prossima domenica 17 dicembre.
Nella lettera alla Diocesi, in cui il Vescovo Brambilla condivide la gioia per la beatificazione di Don Rossi, ringrazia la postulatrice della causa Francesca Consolini per il lungo lavoro svolto in questi anni e indica il sacerdote martire come “modello per tutto il popolo di Dio, e in particolare per noi sacerdoti e per i laici che svolgono un ministero a servizio della Chiesa”.
Rimane da stabilire con Roma la data della cerimonia di beatificazione che avverrà in un luogo della nostra Diocesi di Novara