Tutela delle acque e del territorio: 1 milione e 390 mila euro dalla Regione per tre progetti di riqualificazione ecologica presentati a Villa Picchetta di Cameri allo scopo di migliorare la qualità dello stato di fiumi e laghi ma anche quello dell’ambiente circostante per aumentarne la capacità di adattamento ai rischi climatici, anche attraverso la valorizzazione della risorsa acqua.
Regione Piemonte ormai da anni investe risorse per la riqualificazione di fiumi e laghi con bandi specifici che, con il bando targato 2024, ha ormai raggiunto la settima edizione. Dal 2018 al 2023 sono stati finanziati complessivamente 66 progetti per un importo superiore a 15 milioni di euro.
Inoltre, accanto a queste risorse regionali, nella nuova programmazione FESR 21-27 (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) del Piemonte, al capitolo della transizione ecologica è stata assegnata la somma di 435 milioni; di questi, 60 milioni sono destinati ai cambiamenti climatici e nell’ambito di quest’ultimo stanziamento, 22 milioni sono dedicati a fiumi e laghi. Sono già stati avviati, e conclusi, due bandi per un totale di circa 12 milioni di euro con l’obiettivo di superare le criticità climatiche dovute ai cambiamenti in atto, come alluvioni e piogge violente e improvvise, o situazioni opposte come quelle derivanti da una siccità severa, con la realizzazione ad esempio di infrastrutture verdi, con la piantumazione di alberi sulle sponde o sulle piane alluvionali finalizzate a trattenere le acque per favorire gli habitat naturali, ricaricare le falde e per rinforzare le difese spondali in caso di eventi meteorologici estremi.
«L’obiettivo principale della nostra azione e del nostro impegno è contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, superare le criticità e preservare il territorio rendendolo resiliente e in grado di affrontare e superare le eventuali avversità – ha esordito l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – Per la prima volta nella programmazione europea è stato inserito un capitolo con risorse importanti dedicate proprio all’azione di contrasto ai cambiamenti climatici. La sinergia, che vede coinvolte risorse regionali, europee (FESR) e internazionali (CIPAIS – Commissione internazionale per acque italo-svizzere) permette di fare rete e di concretizzare interventi di ampio respiro che portato ricadute a 360 gradi, che spaziano dall’ambiente al turismo, passando per l’agricoltura e il sociale e l’accessibilità per tutti».
«Sono soddisfatta per l’ottenimento di questi finanziamenti destinati ad importanti progetti di riqualificazione naturalistica, valorizzazione e sistemazione idrogeologica nel territorio del Parco del Ticino e dell’area del Lago Maggiore – commenta Erika Vallera, presidente dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore – Questo risultato è frutto di una preziosa collaborazione tra Enti diversi ma con obiettivi comuni che hanno saputo lavorare in stretta sinergia per garantire interventi mirati ed efficaci. Un lavoro di squadra che permetterà di tutelare il nostro patrimonio naturale e migliorare la sicurezza idrogeologica, con effetti positivi duraturi per le comunità locali e l’ambiente».
In questa direzione vanno i tre progetti, di cui è capofila l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, che sono stati presentati oggi alla sede dell’Ente.
Nello specifico si tratta di un progetto presentato sul bando regionale di riqualificazione dei corpi idrici, ovvero il progetto di riqualificazione morfologica ed ecologica della Roggia Molinara nei comuni di Bellinzago Novarese e di Oleggio con formazione di fasce tampone e nuove zone umide (marcite) per un importo totale di 255mila euro.
Il progetto, in fase di ultimazione, comprende tre distinti interventi di riqualificazione sulla roggia Molinara nei Comuni di Oleggio e Bellinzago Novarese con l’applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica; sono state realizzate opere di sostegno delle sponde con gabbionate, che proteggono da fenomeni erosivi, e sono state messe a dimora specie ripariali autoctone per la creazione di fasce tampone che saranno funzionali alla diminuzione di carichi inquinanti attraverso la fitodepurazione e al contrasto di specie esotiche invasive.
Per quanto riguarda il secondo progetto – l’Ente è stato ammesso a giugno al contributo previsto dal bando che poggia su fondi FESR finalizzato alla realizzazione di interventi per aumentare la resilienza dei territori fluviali al cambiamento climatico, pari ad 1 milione di euro – prevede la realizzazione di due interventi che consistono nell’ottimizzazione dell’efficienza della filarola (struttura non permanente, costruita artificialmente nel letto del fiume con materiale sciolto come ghiaia, ciottoli, sabbia. Si tratta di uno sbarramento mobile, che aiuta l’acqua ad entrare in canalizzazioni derivate dal corso principale del fiume) che garantisce la derivazione idrica dal Fiume Ticino di alimentazione della Roggia Molinara e la Roggia Clerici Simonetta in Comune di Varallo Pombia e nella riqualificazione morfologica ed ecologica di tratti di sponde della Roggia Molinara nei Comuni di Oleggio e Bellinzago Novarese. Il primo intervento, localizzato a Varallo Pombia (NO) è finalizzato a rafforzare la filarola, al fine di evitare frequenti interventi di ripristino in alveo, e a garantire la continuità dell’apporto idrico nella roggia a beneficio degli habitat e delle specie presenti nella Tenuta Casone-Montelame in Comune di Pombia (NO). Il secondo intervento, la cui progettazione è curata da Associazione Irrigazione Est-Sesia, è funzionale alla maggiore stabilità delle sponde della roggia Molinara e alla creazione di nuove fasce tampone.
Infine, il terzo progetto, per il quale è stato ottenuto un contributo pari a 135mila euro (convenzione sottoscritta con la Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere – CIPAIS) – in definizione l’incarico per la progettazione – prevede interventi nel comune di Lesa, finalizzati al ripristino della naturalità del lago e delle sponde, con il miglioramento della vegetazione perilacuale e della connessione ecologica lungo le sponde attraverso l’introduzione di specie autoctone e il contenimento delle specie invasive, il ripristino e tutela dei nuclei di habitat a canneto, interventi volti a favorire la presenza di fauna ittica autoctona e la riconnessione o creazione di aree umide. L’intervento potrà essere accompagnato da percorsi di fruizione didattici e da attività di informazione e divulgazione. Sono stati inoltre realizzati interventi di contenimento sulla specie vegetale esotica invasiva Elodea nuttallii in Comune di Verbania, nella Riserva naturale del Fondo Toce.