Passaggio a livello di via Marconi chiuso per un mese. Sarà davvero necessario riaprirlo?

L'interdizione a causa dei lavori da parte di Rfi impone una riflessione sulla situazione viabilistica dell’area nord della città. Ne abbiamo parlato con tre associazioni ambientaliste novaresi

Da venerdì 2 settembre il passaggio a livello di via Marconi è completamene chiuso al traffico in seguito a lavori urgenti di rinnovi dei binari. Appena ricevuta la comunicazione da Rfi, la scorsa settimana il Comune ha diramato i percorsi alternativi tra le vie secondarie di corso Risorgimento e viale Dante.

È immaginabile che l’interruzione di uno snodo così importante per la città – è il collegamento tra i quartieri Nord e San Martino – possa generare qualche polemica tra i residenti o tra chi percorre ogni giorno il tratto di strada. Pare, invece, che i novaresi non se ne siano quasi accorti. Distrazione? No, abitudine. Quel doppio passaggio a livello, come altri a Novara, è infatti l’emblema dell’annoso problema delle lunghe attese a sbarre abbassate. Una situazione che, nel corso del tempo, ha portato i cittadini ad “arrangiarsi” studiando percorsi alternativi per evitare di rimanere ostaggio dai 15 ai 20 minuti mediamente.

Nonostante le continue e reiterate proteste, la politica locale, ormai da decenni, continua a fare finta di non conoscere il problema, mentre Rfi se ne guarda bene dal trovare una soluzione valida. E il problema resta. Ora questa chiusura a causa dei lavori impone una riflessione sulla situazione viabilistica dell’area nord della città: è davvero necessario quel passaggio a livello? Se no, in che modo è possibile riconvertilo così da eliminare una volta per tutte le lunghe code?

Ne abbiamo parlato con i presidenti di tre associazioni ambientaliste novaresi i quali, in più occasioni, avevano esposto alcune ipotesi. Le ultime erano anche state recepite quali osservazioni del Pums, il Piano urbano dalla mobilità sostenibile.

«Se tra un mese, nonostante la chiusura di un tratto fondamentale ma problematico, non si creeranno disagi da altre parti, perché non dovremmo pensare all’interdizione definitiva? D’altronde lo sanno tutti che quel passaggio a livello crea lunghe code e, quando possono, i novaresi cercano di evitarlo – affermano Fabrizio Cerri, Giulio Rigotti e Roberto Gazzola, rispettivamente alla guida di Novara Green, Fiab Amici della Bici e Legambiente Circolo Il Pioppo -. La nostra proposta è quella di valutare l’eliminazione delle sbarre costruendo un sottopasso esclusivamente ciclabile e pedonale in quanto lo spazio a disposizione non permette di realizzare un sottopasso anche per auto, valutando con adeguati studi la possibilità di rendere veicolare l’attuale sottopasso di via Gnifetti, senza comunque nascondere la problematicità di questa soluzione, ma cogliendo l’occasione per estendere il quadro delle alternative possibili alla revisione di tutta la rete nord della città».

«Sappiamo che studi di fattibilità per la chiusura del passaggio a livelli di via Marconi erano già stati avviati dalla direzione regionale di Rfi nel 2014-2015, con il direttore l’ingegnere Paolo Grassi, allo scopo di valutarne le ricadute sulla rete urbana e le diverse alternative possibili – proseguono i presidenti -. Auspichiamo che si possa prendere il filo dei rapporti avviati in precedenza e aggiornare ove disponibili tali risultanze. Pensiamo che questo ragionamento sia fondamentale per ripensare la viabilità tra i quartieri Nord e San Martino. Il flusso di passaggio attuale vede numeri molto elevati di pedoni e biciclette che probabilmente superano il numero di auto che passano da lì. Una scelta di questo tipo farebbe cerniera tra due quartieri per la mobilità sostenibile».

Per quanto riguarda il Pums, concludono «abbiamo chiesto che questo intervento venisse inserito come prioritario in ottica di un piano di opere pubbliche essenziali per migliorare viabilità e vivibilità delle strade di quartiere. Così facendo si favorirebbero sia pedoni che ciclisti, che percorrono quella strada molto frequentemente, sia i veicoli che avrebbero un passaggio a livello in meno e alternative raggiungibili a distanze accettabili».

Da ricordare, infine, che i lavori dovrebbero durare fino al 7 ottobre e che vengono effettuati in orario notturno, dalle 22 alle 6; la circolazione veicolare è totalmente interrotta mentre è garantita quella pedonale dalle 6 alle 22.30 a sbarre alzate con la presenza di personale Rfi.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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L’interdizione a causa dei lavori da parte di Rfi impone una riflessione sulla situazione viabilistica dell’area nord della città. Ne abbiamo parlato con tre associazioni ambientaliste novaresi

Da venerdì 2 settembre il passaggio a livello di via Marconi è completamene chiuso al traffico in seguito a lavori urgenti di rinnovi dei binari. Appena ricevuta la comunicazione da Rfi, la scorsa settimana il Comune ha diramato i percorsi alternativi tra le vie secondarie di corso Risorgimento e viale Dante.

È immaginabile che l'interruzione di uno snodo così importante per la città - è il collegamento tra i quartieri Nord e San Martino - possa generare qualche polemica tra i residenti o tra chi percorre ogni giorno il tratto di strada. Pare, invece, che i novaresi non se ne siano quasi accorti. Distrazione? No, abitudine. Quel doppio passaggio a livello, come altri a Novara, è infatti l'emblema dell'annoso problema delle lunghe attese a sbarre abbassate. Una situazione che, nel corso del tempo, ha portato i cittadini ad "arrangiarsi" studiando percorsi alternativi per evitare di rimanere ostaggio dai 15 ai 20 minuti mediamente.

Nonostante le continue e reiterate proteste, la politica locale, ormai da decenni, continua a fare finta di non conoscere il problema, mentre Rfi se ne guarda bene dal trovare una soluzione valida. E il problema resta. Ora questa chiusura a causa dei lavori impone una riflessione sulla situazione viabilistica dell’area nord della città: è davvero necessario quel passaggio a livello? Se no, in che modo è possibile riconvertilo così da eliminare una volta per tutte le lunghe code?

Ne abbiamo parlato con i presidenti di tre associazioni ambientaliste novaresi i quali, in più occasioni, avevano esposto alcune ipotesi. Le ultime erano anche state recepite quali osservazioni del Pums, il Piano urbano dalla mobilità sostenibile.

«Se tra un mese, nonostante la chiusura di un tratto fondamentale ma problematico, non si creeranno disagi da altre parti, perché non dovremmo pensare all'interdizione definitiva? D’altronde lo sanno tutti che quel passaggio a livello crea lunghe code e, quando possono, i novaresi cercano di evitarlo - affermano Fabrizio Cerri, Giulio Rigotti e Roberto Gazzola, rispettivamente alla guida di Novara Green, Fiab Amici della Bici e Legambiente Circolo Il Pioppo -. La nostra proposta è quella di valutare l'eliminazione delle sbarre costruendo un sottopasso esclusivamente ciclabile e pedonale in quanto lo spazio a disposizione non permette di realizzare un sottopasso anche per auto, valutando con adeguati studi la possibilità di rendere veicolare l’attuale sottopasso di via Gnifetti, senza comunque nascondere la problematicità di questa soluzione, ma cogliendo l’occasione per estendere il quadro delle alternative possibili alla revisione di tutta la rete nord della città».

«Sappiamo che studi di fattibilità per la chiusura del passaggio a livelli di via Marconi erano già stati avviati dalla direzione regionale di Rfi nel 2014-2015, con il direttore l'ingegnere Paolo Grassi, allo scopo di valutarne le ricadute sulla rete urbana e le diverse alternative possibili - proseguono i presidenti -. Auspichiamo che si possa prendere il filo dei rapporti avviati in precedenza e aggiornare ove disponibili tali risultanze. Pensiamo che questo ragionamento sia fondamentale per ripensare la viabilità tra i quartieri Nord e San Martino. Il flusso di passaggio attuale vede numeri molto elevati di pedoni e biciclette che probabilmente superano il numero di auto che passano da lì. Una scelta di questo tipo farebbe cerniera tra due quartieri per la mobilità sostenibile».

Per quanto riguarda il Pums, concludono «abbiamo chiesto che questo intervento venisse inserito come prioritario in ottica di un piano di opere pubbliche essenziali per migliorare viabilità e vivibilità delle strade di quartiere. Così facendo si favorirebbero sia pedoni che ciclisti, che percorrono quella strada molto frequentemente, sia i veicoli che avrebbero un passaggio a livello in meno e alternative raggiungibili a distanze accettabili».

Da ricordare, infine, che i lavori dovrebbero durare fino al 7 ottobre e che vengono effettuati in orario notturno, dalle 22 alle 6; la circolazione veicolare è totalmente interrotta mentre è garantita quella pedonale dalle 6 alle 22.30 a sbarre alzate con la presenza di personale Rfi.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore