Paura del nucleare, richieste di iodio in farmacia. «Non serve a nulla. No alle vendite on line»

A forza di sentir parlare di rischi di un conflitto nucleare (in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina) anche i novaresi, seppur al momento in forma molto più ridotta rispetto ad altre zone del Piemonte, hanno cominciato a preoccuparsi. E qualcuno chiede informazioni al proprio farmacista di fiducia. «Alcuni conoscenti mi hanno chiesto una soluzione di ioduro di potassio perché pare che in Svizzera le compresse di iodio vengano vendute liberamente – commenta Enrico Luoni, presidente di Federfarma Novara e Vco -. Non so perché Oltralpe abbiano deciso di muoversi così; in passato lo iodio veniva utilizzato per la malattia del gozzo e attualmente impiegato in una profilassi sotto stretto controllo medico in vista di una tiroidectomia. Per il resto non serve a nulla e se assunto con un dosaggio sbagliato diventa anche pericoloso. Nelle nostre farmacie viene tenuto sotto chiave perché è considerato un veleno e venduto solo dietro richiesta medica e per un motivo ben preciso».

Anche il presidente dell’Ordine dei medici, Federico D’Andrea, mette in guardia: «Segnalazioni ufficiali da parte dei colleghi non ne ho ricevute, ma anch’io ho sentito che qualche paziente si è informato sull’argomento. Ovviamente tutti noi ci auguriamo di non doverci mai trovare ad avere a che fare con un rischio nucleare e nella remota ipotesi in cui dovesse capitare, non sarebbero certo le pastiglie di iodio a salvarci».

D’Andrea prende le distanze anche dalle vendite on line: «Ancora peggio, non si sa cosa si compra e di conseguenza cosa si assume. Piuttosto se si hanno dei dubbi, meglio affidarsi al proprio medico di base che, comunque, dirà né più né meno quello che ho detto io».

Insomma, al momento pare si tratti di un malessere psicologico che, però, in tempi segnati da due anni di pandemia, non è facile da tenere sempre sotto controllo.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Paura del nucleare, richieste di iodio in farmacia. «Non serve a nulla. No alle vendite on line»

A forza di sentir parlare di rischi di un conflitto nucleare (in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina) anche i novaresi, seppur al momento in forma molto più ridotta rispetto ad altre zone del Piemonte, hanno cominciato a preoccuparsi. E qualcuno chiede informazioni al proprio farmacista di fiducia. «Alcuni conoscenti mi hanno chiesto una soluzione di ioduro di potassio perché pare che in Svizzera le compresse di iodio vengano vendute liberamente – commenta Enrico Luoni, presidente di Federfarma Novara e Vco -. Non so perché Oltralpe abbiano deciso di muoversi così; in passato lo iodio veniva utilizzato per la malattia del gozzo e attualmente impiegato in una profilassi sotto stretto controllo medico in vista di una tiroidectomia. Per il resto non serve a nulla e se assunto con un dosaggio sbagliato diventa anche pericoloso. Nelle nostre farmacie viene tenuto sotto chiave perché è considerato un veleno e venduto solo dietro richiesta medica e per un motivo ben preciso».

Anche il presidente dell’Ordine dei medici, Federico D’Andrea, mette in guardia: «Segnalazioni ufficiali da parte dei colleghi non ne ho ricevute, ma anch’io ho sentito che qualche paziente si è informato sull’argomento. Ovviamente tutti noi ci auguriamo di non doverci mai trovare ad avere a che fare con un rischio nucleare e nella remota ipotesi in cui dovesse capitare, non sarebbero certo le pastiglie di iodio a salvarci».

D’Andrea prende le distanze anche dalle vendite on line: «Ancora peggio, non si sa cosa si compra e di conseguenza cosa si assume. Piuttosto se si hanno dei dubbi, meglio affidarsi al proprio medico di base che, comunque, dirà né più né meno quello che ho detto io».

Insomma, al momento pare si tratti di un malessere psicologico che, però, in tempi segnati da due anni di pandemia, non è facile da tenere sempre sotto controllo.

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