Non si era arreso alla fine della relazione. E per mesi aveva perseguitato la ex, con messaggi, telefonate, pedinamenti, anche incursioni improvvise sotto casa. La situazione era peggiorata quando lei aveva trovato un nuovo compagno. «Avevo paura di lui, mi sentivo inseguita, controllata. Sono dovuta andare dallo psicologo perché quando uscivo aveva sempre paura di trovarmelo intorno» racconta ora la donna in tribunale a Novara, dove l’ex compagno S.D.M., quarantacinquenne novarese, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per stalking, lesioni aggravate, violazione di domicilio. Il giudice ha anche stabilito una provvisionale di 3 mila euro come risarcimento del danno per la vittima, costituitasi parte civile al processo.
La vittima non riusciva a liberarsi di quell’oppressione. Inizialmente voleva lasciar perdere, poi era stata costretta a rivolgersi alle forze dell’ordine. Soprattutto perché lei abita in un piccolo paese alle porte di Novara, dove certi comportamenti dell’ex finivano per andare sulla bocca di tutti.
Sui social era un susseguirsi di insulti, frasi volgari, offese da parte dell’uomo. Che non risparmiavano neanche il nuovo fidanzato della donna, minacciato di morte quando quest’ultimo aveva detto all’imputato di lasciarli in pace.
Nel corso dei mesi di persecuzione ci sarebbe stata anche un’aggressione fisica. Un giorno il quarantacinquenne era piombato a casa della donna, con la scusa di riprendersi delle cose, e, siccome lei lo filmava col cellulare, lui era andato su tutte le furie e l’aveva spinta violentemente contro la porta, facendola poi cadere a terra. In un’altra occasione in casa era entrato anche di notte, danneggiando perfino le persiane. Erano stati chiamati i carabinieri che avevano trovato la vittima con un vistoso livido al braccio. Lui l’aveva stretta così forte che alla fine la donna era andata a farsi medicare in ospedale.