Per l’ex Moi tutto rimarrà fermo sino al 2024?

L'edificio che ha ospitato per decenni il Mercato ortofrutticolo all'ingrosso, dichiarato inagibile e definitivamente chiuso lo scorso luglio, attende una variante al Prg per poter essere riqualificato, ma occorre prima spostare un pozzo idropotabile. Caduto anche l'interesse per l'edificio da parte di “Comoli Ferrari”

Si è tornati a parlare dell’ormai ex Moi, l’edificio che per tanti decenni ha ospitato il Mercato ortofrutticolo all’ingrosso, dallo scorso mese di luglio definitivamente chiuso, nel corso del Consiglio comunale di ieri mattina, giovedì 20 aprile.


A riportare l’argomento nell’aula di Palazzo Cabrino una interrogazione dei consiglieri del Partito Democratico, alla quale, come ha spiegato nella risposta l’assessore al Patrimonio Silvana Moscatelli: «;’ormai ex Moi è stato inserito da tempo nel Piano delle alienazioni. Nel Prg quell’area è destinata a servizi di interesse pubblico ma l’immobile è stato dichiarato inagibile, perdendo le sue caratteristiche, con la conseguenza che le attività al suo interno, ultimamente molto ridotte ma ancora presenti, sono cessate».


L’amministrazione intende proseguire sui suoi passi, anche se oggi, ha aggiunto ancora Moscatelli, «esiste un vincolo di inedificabilità sull’immobile, determinato dalla presenza nel vicino viale Volta di un pozzo idropotabile, anche se nel Piano delle opere di Acqua Novara Vco è previsto il suo spostamento. Quando l’azienda realizzerà il nuovo pozzo cadrà il vincolo di inedificabilità. Pensiamo che sia opportuna una variante al Piano regolatore», riqualificando quel sito in «area di tessuto urbano, con indici di edificabilità previsti nella zona». Ma che cosa, una volta adottata la variante e soprattutto spostato il pozzo (Acqua Novara Vco prevede questo tipo di intervento entro in 2024, ndr), si potrà realizzare in seguito? Ancora Moscatelli: «Insediamenti residenziali, di commercio al dettaglio e servizi di carattere socio-sanitario e assistenziale. Un mix molto appetibile».


«Assolutamente insoddisfatta» si è dichiarata la consigliera del Pd Sara Paladini, che così ha motivato: «Era stato annunciato anche dalla Regione una riqualificazione di quell’area legata ai fondi del Pnrr per la realizzazione di un centro wellness. Per l’ennesima volta evidenziamo ancora una volta che o arriva un soggetto privato che spiega cosa si può fare e quindi dà un indirizzo politico oppure il Comune resta immobile. E’ vero che esiste il problema del pozzo, ma si potrebbe magari interloquire con Acqua Novara e Vco per un anticipazione di questi lavori e nel frattempo procedere con la variante del Prg. Ci troviamo di fronte a un altro bene destinato a diventare una cattedrale nel deserto, senza dimenticare che nessun vincolo potrebbe vietarvi di fare aprire magari un altro supermercato. Ancora una volta nulla è pianificato da questa amministrazione».


Le ragioni illustrate dall’assessore Moscatelli potrebbero essere stati uno dei motivi per il quale sarebbe caduto l’interessamento, a suo tempo manifestato, di “Comoli Ferrari” nei confronti dell’edificio. Dalla ditta, però, oggi si minimizza, limitandosi a parlare di “ipotesi” e nulla più.

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L’edificio che ha ospitato per decenni il Mercato ortofrutticolo all’ingrosso, dichiarato inagibile e definitivamente chiuso lo scorso luglio, attende una variante al Prg per poter essere riqualificato, ma occorre prima spostare un pozzo idropotabile. Caduto anche l’interesse per l’edificio da parte di “Comoli Ferrari”

Si è tornati a parlare dell'ormai ex Moi, l'edificio che per tanti decenni ha ospitato il Mercato ortofrutticolo all'ingrosso, dallo scorso mese di luglio definitivamente chiuso, nel corso del Consiglio comunale di ieri mattina, giovedì 20 aprile.


A riportare l'argomento nell'aula di Palazzo Cabrino una interrogazione dei consiglieri del Partito Democratico, alla quale, come ha spiegato nella risposta l'assessore al Patrimonio Silvana Moscatelli: «;'ormai ex Moi è stato inserito da tempo nel Piano delle alienazioni. Nel Prg quell'area è destinata a servizi di interesse pubblico ma l'immobile è stato dichiarato inagibile, perdendo le sue caratteristiche, con la conseguenza che le attività al suo interno, ultimamente molto ridotte ma ancora presenti, sono cessate».


L'amministrazione intende proseguire sui suoi passi, anche se oggi, ha aggiunto ancora Moscatelli, «esiste un vincolo di inedificabilità sull'immobile, determinato dalla presenza nel vicino viale Volta di un pozzo idropotabile, anche se nel Piano delle opere di Acqua Novara Vco è previsto il suo spostamento. Quando l'azienda realizzerà il nuovo pozzo cadrà il vincolo di inedificabilità. Pensiamo che sia opportuna una variante al Piano regolatore», riqualificando quel sito in «area di tessuto urbano, con indici di edificabilità previsti nella zona». Ma che cosa, una volta adottata la variante e soprattutto spostato il pozzo (Acqua Novara Vco prevede questo tipo di intervento entro in 2024, ndr), si potrà realizzare in seguito? Ancora Moscatelli: «Insediamenti residenziali, di commercio al dettaglio e servizi di carattere socio-sanitario e assistenziale. Un mix molto appetibile».


«Assolutamente insoddisfatta» si è dichiarata la consigliera del Pd Sara Paladini, che così ha motivato: «Era stato annunciato anche dalla Regione una riqualificazione di quell'area legata ai fondi del Pnrr per la realizzazione di un centro wellness. Per l'ennesima volta evidenziamo ancora una volta che o arriva un soggetto privato che spiega cosa si può fare e quindi dà un indirizzo politico oppure il Comune resta immobile. E' vero che esiste il problema del pozzo, ma si potrebbe magari interloquire con Acqua Novara e Vco per un anticipazione di questi lavori e nel frattempo procedere con la variante del Prg. Ci troviamo di fronte a un altro bene destinato a diventare una cattedrale nel deserto, senza dimenticare che nessun vincolo potrebbe vietarvi di fare aprire magari un altro supermercato. Ancora una volta nulla è pianificato da questa amministrazione».


Le ragioni illustrate dall'assessore Moscatelli potrebbero essere stati uno dei motivi per il quale sarebbe caduto l'interessamento, a suo tempo manifestato, di "Comoli Ferrari" nei confronti dell'edificio. Dalla ditta, però, oggi si minimizza, limitandosi a parlare di “ipotesi” e nulla più.

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