«Leggo con dispiacere e preoccupazione le parole del presidente di Federfarma Novara e Vco in risposta al mio appello. Qui non si tratta di mettere in contrapposizione vaccino e tamponi, anche perché siamo tutti d’accordo che la via prioritaria è quella del vaccino, come anche riportato nel mio comunicato». Così Domenico Rossi, vice presidente della Commissione sanità regionale interviene dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente di Federfarma Novara e Vco, Enrico Luoni. (leggi qui)
«Il tema è un altro – prosegue Rossi – come mai Federfarma nazionale firma un protocollo con il commissario Figliuolo e il suo rappresentante novarese dice che il contenuto dell’accordo non va bene? O le associazioni nazionali Federfarma, Assofarm e Farmacie Unite non conoscono le difficoltà di cui parla il dottor Luoni, e questo sarebbe preoccupante, oppure, al di là delle difficoltà che nessuno nega, prendiamo atto che ci sono territori in cui il mondo delle farmacie ha fatto uno sforzo maggiore di altri. Aggiungo che non è un caso il riferimento specifico dell’interrogazione ai capoluoghi di provincia dove sono presenti le farmacie più grandi e più capaci di superare i problemi elencati dal presidente Luoni, che posso immaginare mettano in difficoltà soprattutto gli esercizi più piccoli».
«E poi c’è una seconda domanda a cui il presidente di Federfarma non risponde: come mai questa particolarità si verifica solamente nella città di Novara? Le farmacie della città di Novara hanno problemi particolari, diverse da quelle che operano in altre città con caratteristiche analoghe? – aggiunge Rossi -. Mentre invitiamo tutti a vaccinarsi ci aspettiamo che Federfarma sia in grado anche a Novara di rispettare quanto sottoscritto a livello nazionale. Così viene salvaguardata l’autorevolezza dell’organizzazione, ma soprattutto viene garantito anche ai novaresi un servizio disponibile per gli altri cittadini piemontesi».