Piano cave, la Provincia muove i primi passi. Nel mese di dicembre a Palazzo Natta si è compiuta una vera e propria maratona. Il 10 dicembre, infatti, scadevano i termini per la presentazione delle osservazioni al Prae, il piano regionale delle attività estrattive. Pochi giorni prima la commissione Ambiente, a cui avevano partecipato anche i sindaci dei Comuni interessati, si era riunita due volte e da entrambre le sedute ne era emersa la necessità di inviare alla Regione un documento a tutela dela territorio novarese.
Consiglieri e primi cittadini avevano espresso perplessità unanimi rispetto alle regole imposte dal documento programmatico della Regione; per questo motivo l’ente provinciale ha inviato a quello regionale le osservazioni entro i termini prestabiliti.
In attesa delle valutazioni, mercoledì 27 gennaio la commissione Ambiente tornerà a riunirsi per l’avvio del confronto di condivisione del percorso sul piano regionale delle attività estrattive.
Il testo del documento
Si evidenzia l’importanza per gli enti locali (Provincia e Comuni) di poter seguire in modo attivo il processo partecipato che porterà alla redazione preliminare del Prae con la definizione degli aspetti tecnici e normativi relativi all’attività estrattiva e degli approfondimenti necessari alla sua valutazione ambientale strategica. Considerato che la provincia di Novara, unica nel panorama regionale, si è dotata dal 2011 di un Piano provinciale di settore dell’attività estrattiva (Paep), che ha recepito in particolare le principali disposizioni finalizzate alla tutela della fascia di territorio dell’Ovest Ticino (particolarmente delicata dal punto di vista ambientale, nonché sottoposta alle pressioni dovute alle dinamiche economico/insediative della limitrofa regione Lombardia) occorrerà tenere in considerazione in particolare il Piano Territoriale Regionale “Area di approfondimento Ovest Ticino”.
Dal momento che con la sua approvazione, il Prae andrà a sostituire sul territorio novarese il Paep, risulterà oltremodo necessario tenere conto delle disposizioni di vario grado del PTR-Ovest Ticino che dettano, tra l’altro, limitazioni e divieti di alterazione della morfologia del territorio.
Nel prendere atto che il Prae ha valore di strumento sovraordinato rispetto alla Pianificazione urbanistica locale relativamente alle individuazioni e perimetrazioni dei poli estrattivi e dei loro sviluppi, a differenza di altri Piani Regionali (Ppr) le cui indicazioni vanno recepite attraverso una variante urbanistica, si auspica che il Prae possa essere prescrittivo sulle destinazioni d’uso dei suoli, ma non sulle tutele e le limitazioni ambientali/paesaggistiche vigenti della gestione territoriale anche a livello comunale. Il Prae, infatti, sembrerebbe mostrare una strategia pianificatoria focalizzata prioritariamente a localizzare l’attività estrattiva, mettendo in secondo piano le relative modalità di esercizio di tale attività e demandando a fasi successive, definite di processo e non codificate, la quantificazione del fabbisogno.
A seguito della valutazione dei fabbisogni che il piano intende soddisfare nell’arco decennale di vigenza, la delimitazione di bacini e poli estrattivi deve essere condotta sulla base dei giacimenti esistenti e dei vincoli ambientali, definendo fin da subito la stima della risorsa disponibile e i quantitativi massimi estraibili nonché le riserve di piano. Un diverso approccio rischierebbe di penalizzare le aziende estrattive novaresi, la cui decennale vigenza del Paep ha indubbiamente concorso all’attuale assetto di prospettiva aziendale.
Per quanto esposto, la nuova pianificazione regionale dovrebbe essere improntata su un approccio differenziato tra le cave esistenti e le nuove cave pianificate con il nuovo strumento, a salvaguardia delle aziende già operanti sul territorio e a tutela di eventuali aggressioni del mercato.
Leggi anche
Attività estrattive, maratona della Provincia per salvaguardare il territorio