Piano della qualità dell’aria, scontro in consiglio regionale

Per il presidente Cirio e l'assessore Marnati ««capace di affrontare la transizione ecologica con un metodo scientifico e di rispettare tempi e obiettivi dell’Europa». Critiche le opposizioni

Sul giudizio relativo al Piano della qualità dell’aria approvato l’altro ieri, 10 dicembre, dal consiglio regionale, ci sono due fronti opposti. Da un lato la maggioranza del presidente Alberto Cirio e dell’assessore novarese Matteo Marnati che dipingono il Piano come «capace di affrontare la transizione ecologica con un metodo scientifico e di rispettare tempi e obiettivi dell’Europa» e dall’altra il Partito Democratico che parla di «un testo superficiale, senza visione per il futuro».

Il presidente Cirio ha spiegato che il Piano è stato costruito con le elaborazioni di Arpa Piemonte «a cui abbiamo chiesto di valutare l’efficacia delle azioni messe in campo per rispettare i tempi e gli obiettivi dell’Europa. A questa Europa però abbiamo anche chiesto maggior supporto, e risorse, per consentire ai Paesi di lavorare alla tutela dell’ambiente in maniera sostenibile per i cittadini, specie per i più deboli. Con questo piano infine sono individuate competenze chiare tra tutti gli enti e le istituzioni locali, un sistema di monitoraggio efficace e tempestivo e soprattutto fondi importanti e certi».

«Sono molto soddisfatto del lavoro che è stato fatto. Un piano serio, scientifico, concreto e non ideologico – ha affermato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati che ha aggiunto – Alcune delle novità introdotte nell’aggiornamento del piano, per il raggiungimento degli obiettivi, sono il ricorso all’intelligenza artificiale, ai biocarburanti o l’uso degli additivi biologici in agricoltura e non solo»

Critico invece il consigliere novarese del Partito Democratico Domenico Rossi secondo cui il Piano «doveva essere un’opportunità per la Regione di dimostrarsi virtuosa nell’affrontare la crisi ecologica, invece, grazie alle posizioni ideologiche della destra il Piemonte ha sprecato un’occasione, approvato un piano poco coraggioso, che scarica tutte le scelte e le responsabilità sui comuni e che serve solo nell’ottica di svolgere un compito burocratico».

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Piano della qualità dell’aria, scontro in consiglio regionale

Per il presidente Cirio e l’assessore Marnati ««capace di affrontare la transizione ecologica con un metodo scientifico e di rispettare tempi e obiettivi dell’Europa». Critiche le opposizioni

Sul giudizio relativo al Piano della qualità dell’aria approvato l’altro ieri, 10 dicembre, dal consiglio regionale, ci sono due fronti opposti. Da un lato la maggioranza del presidente Alberto Cirio e dell’assessore novarese Matteo Marnati che dipingono il Piano come «capace di affrontare la transizione ecologica con un metodo scientifico e di rispettare tempi e obiettivi dell’Europa» e dall’altra il Partito Democratico che parla di «un testo superficiale, senza visione per il futuro».

Il presidente Cirio ha spiegato che il Piano è stato costruito con le elaborazioni di Arpa Piemonte «a cui abbiamo chiesto di valutare l’efficacia delle azioni messe in campo per rispettare i tempi e gli obiettivi dell’Europa. A questa Europa però abbiamo anche chiesto maggior supporto, e risorse, per consentire ai Paesi di lavorare alla tutela dell’ambiente in maniera sostenibile per i cittadini, specie per i più deboli. Con questo piano infine sono individuate competenze chiare tra tutti gli enti e le istituzioni locali, un sistema di monitoraggio efficace e tempestivo e soprattutto fondi importanti e certi».

«Sono molto soddisfatto del lavoro che è stato fatto. Un piano serio, scientifico, concreto e non ideologico – ha affermato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati che ha aggiunto – Alcune delle novità introdotte nell’aggiornamento del piano, per il raggiungimento degli obiettivi, sono il ricorso all’intelligenza artificiale, ai biocarburanti o l’uso degli additivi biologici in agricoltura e non solo»

Critico invece il consigliere novarese del Partito Democratico Domenico Rossi secondo cui il Piano «doveva essere un’opportunità per la Regione di dimostrarsi virtuosa nell’affrontare la crisi ecologica, invece, grazie alle posizioni ideologiche della destra il Piemonte ha sprecato un’occasione, approvato un piano poco coraggioso, che scarica tutte le scelte e le responsabilità sui comuni e che serve solo nell’ottica di svolgere un compito burocratico».

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