Picchiata e umiliata, fuggì in casa protetta con i figli: lui condannato a 3 anni

Minorenne abusata
Sosteneva di essere stato aggredito e graffito dalla vittima ma in tribunale è emersa una verità differente

Liti quasi quotidiane. L’uomo, complice qualche bicchiere di troppo, alzava le mani e insultava la compagna con parole particolarmente pesanti, offensive. Le impediva anche di uscire con gli amici e avere altre frequentazioni. Quando lei aveva detto basta, quattro anni fa, era stata accompagnata dai carabinieri in una struttura protetta, assieme al figlio più piccolo.

Processato per maltrattamenti ai danni dell’ex compagna, avvenuti fra il 2018 e il 2020 a Carpignano Sesia, il quarantenne E. D. è stato condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. I giudici hanno anche stabilito una provvisionale di 3 mila euro per la vittima costituitasi a giudizio, mandando al tribunale civile la quantificazione del danno da risarcire. Poiché i fatti contestati erano particolarmente gravi, non è stata concessa all’imputato la possibilità di chiedere pene sostitutive alla detenzione, in base alla riforma Cartabia. Il pm aveva chiesto 3 anni, mentre la difesa aveva puntato sull’assoluzione, parlando di normali tensioni e problemi famigliari che mai avevano oltrepassato i limiti. Di diverso parere i giudici.

Le vessazioni casalinghe erano venute alle luce il 12 agosto 2020, quando i carabinieri erano stati chiamati a casa della coppia. A telefonare al 112 era stato lo stesso imputato: sosteneva che nel corso di una lite lei si era dimostrata aggressiva e l’aveva graffiato in volto. Ascoltata la donna, era però emersa una situazione differente. La figlia aveva confermato le confidenze della madre e lo stato d’animo del fratellino: «Quando parliamo del compagno di mamma, mio fratello si chiude a riccio».

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Sosteneva di essere stato aggredito e graffito dalla vittima ma in tribunale è emersa una verità differente

Minorenne abusata

Liti quasi quotidiane. L’uomo, complice qualche bicchiere di troppo, alzava le mani e insultava la compagna con parole particolarmente pesanti, offensive. Le impediva anche di uscire con gli amici e avere altre frequentazioni. Quando lei aveva detto basta, quattro anni fa, era stata accompagnata dai carabinieri in una struttura protetta, assieme al figlio più piccolo.

Processato per maltrattamenti ai danni dell’ex compagna, avvenuti fra il 2018 e il 2020 a Carpignano Sesia, il quarantenne E. D. è stato condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. I giudici hanno anche stabilito una provvisionale di 3 mila euro per la vittima costituitasi a giudizio, mandando al tribunale civile la quantificazione del danno da risarcire. Poiché i fatti contestati erano particolarmente gravi, non è stata concessa all’imputato la possibilità di chiedere pene sostitutive alla detenzione, in base alla riforma Cartabia. Il pm aveva chiesto 3 anni, mentre la difesa aveva puntato sull’assoluzione, parlando di normali tensioni e problemi famigliari che mai avevano oltrepassato i limiti. Di diverso parere i giudici.

Le vessazioni casalinghe erano venute alle luce il 12 agosto 2020, quando i carabinieri erano stati chiamati a casa della coppia. A telefonare al 112 era stato lo stesso imputato: sosteneva che nel corso di una lite lei si era dimostrata aggressiva e l’aveva graffiato in volto. Ascoltata la donna, era però emersa una situazione differente. La figlia aveva confermato le confidenze della madre e lo stato d’animo del fratellino: «Quando parliamo del compagno di mamma, mio fratello si chiude a riccio».

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