Un piano da 486 milioni di euro – fondi regionale e del Pnrr – per azioni finalizzate alla riduzione delle perdite idriche in Piemonte. È quanto ha annunciato l’assessore regionale all’Ambiente e e coordinatore delle attività del Tavolo per l’emergenza idrica, Matteo Marnati, durante la conferenza stampa di oggi nella Sala della Trasparenza della Regione parlando di un vero e proprio «Piano Marshall per l’acqua. L’adattamento ai cambiamenti climatici deve passare principalmente attraverso due strategie: la riduzione delle perdite idriche, che rappresentano ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e la maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
Il Presidente della Regione, Alberto Cirio, nominato nei giorni scorsi commissario straordinario per la gestione dell’emergenza idrica, ha sottolineato che «questo piano nasce da un’attività che è stata avviata a livello regionale già da tempo. La situazione che stiamo vivendo è la dimostrazione che temi come quello della siccità vanno trattati con prospettiva per tempo, non solo quando si genera l’emergenza».
Per contrastare la dispersione idrica, infatti, ciascuno dei 6 Ato piemontesi (Ambiti territoriali ottimali, territori su cui sono organizzati servizi pubblici integrati, come quello idrico) ha messo a punto strategie, programmi e interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche (tra questi, ad esempio investimenti per la distrettualizzazione delle reti, per la digitalizzazione e, più in generale per il rifacimento di alcuni tratti della rete acquedottistica) che globalmente ammontano a più di 486 milioni di euro.
Gli interventi sono previsti da qui al 2026. Per quanto riguarda l’Ato1, Novara Acqua Vco ha messo in campo un piano di invetimento 2020-2026 da 150 milioni di euro: circa 20 milioni l’anno per perdite idriche (34 milioni), interruzioni del servizio (26 milioni), qualità dell’acqua (21 milioni), adeguatezza del sistema fognario (23 milioni), smaltimento fanghi in discarica (13 milioni), qualità dell’acqua depurata (26 milioni).
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