Piemonte, PNRR Sanità: per Rossi ci sono le risorse ma non i progetti

In arrivo in Piemonte quasi 536 milioni di euro. «Serve una cabina di regia, con enti locali e rappresentanti del mondo sanitario»

Sono in arrivo in Piemonte quasi 536 milioni di euro (su un totale 8 miliardi) dal PNRR, Il Piano di nazionale ripresa e resilienza) alle Regioni per il comparto sanità. E’ quanto emerge dalla prima bozza di proposta del Ministero della Salute che definisce risorse e obiettivi specifici. 

Un cifra importante per rendere operativi 90 case della comunità (133.239.035,19 euro) e 27 ospedali di comunità (66.619.517,59 euro); realizzare 40 Centrali Operative Territoriali (COT, 13.624.863,05 euro), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza, e il parco tecnologico e digitale ospedaliero (175.826.561,10 euro) oltre a formare circa 20mila persone (5.331.359,73 euro). La cifra più importante è destinata a ultimare centinaia di interventi antisismici e di sostenibilità (42.559.951 + 96.598.300,51 euro).

«Sono operazioni che potenzialmente cambieranno in meglio il volto del sistema sanitario regionale, ma come al solito siamo in ritardo. La discussione sul dove e sul come impiegare queste risorse non è ancora partita e il Piemonte rischia di arrivare tardi. La Lombardia, ad esempio, ha già approvato una delibera regionale in tal senso – commenta il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi.

«E’ fondamentale coinvolgere il consiglio regionale che ha la paternità della programmazione. Per questo ho chiesto un’informativa urgente, ma credo sia necessario anche un consiglio aperto -. aggiunge Rossi -. La giunta ha il dovere di condividere il percorso, anche attraverso una cabina di regia, con enti locali e rappresentanti del mondo sanitario per la definizione del piano regionale di attuazione del PNRR. Qui siamo ancora fermi al “censimento” del presidente Cirio, ma serve una marcia in più e il coinvolgimento dei sindaci, come del resto ha evidenziato anche Anci Piemonte».

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In arrivo in Piemonte quasi 536 milioni di euro. «Serve una cabina di regia, con enti locali e rappresentanti del mondo sanitario»

Sono in arrivo in Piemonte quasi 536 milioni di euro (su un totale 8 miliardi) dal PNRR, Il Piano di nazionale ripresa e resilienza) alle Regioni per il comparto sanità. E’ quanto emerge dalla prima bozza di proposta del Ministero della Salute che definisce risorse e obiettivi specifici. 

Un cifra importante per rendere operativi 90 case della comunità (133.239.035,19 euro) e 27 ospedali di comunità (66.619.517,59 euro); realizzare 40 Centrali Operative Territoriali (COT, 13.624.863,05 euro), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza, e il parco tecnologico e digitale ospedaliero (175.826.561,10 euro) oltre a formare circa 20mila persone (5.331.359,73 euro). La cifra più importante è destinata a ultimare centinaia di interventi antisismici e di sostenibilità (42.559.951 + 96.598.300,51 euro).

«Sono operazioni che potenzialmente cambieranno in meglio il volto del sistema sanitario regionale, ma come al solito siamo in ritardo. La discussione sul dove e sul come impiegare queste risorse non è ancora partita e il Piemonte rischia di arrivare tardi. La Lombardia, ad esempio, ha già approvato una delibera regionale in tal senso - commenta il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi.

«E’ fondamentale coinvolgere il consiglio regionale che ha la paternità della programmazione. Per questo ho chiesto un’informativa urgente, ma credo sia necessario anche un consiglio aperto -. aggiunge Rossi -. La giunta ha il dovere di condividere il percorso, anche attraverso una cabina di regia, con enti locali e rappresentanti del mondo sanitario per la definizione del piano regionale di attuazione del PNRR. Qui siamo ancora fermi al “censimento” del presidente Cirio, ma serve una marcia in più e il coinvolgimento dei sindaci, come del resto ha evidenziato anche Anci Piemonte».

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