Piemonte, zero contagi non prima di fine maggio

Piemonte, zero contagi non prima di fine maggio. La nostra regione registra il maggior incremento di casi nella settimana appena trascorsa e trova un nuovo studio che prevede zero nuovi contagi “non prima” del 21 maggio. A definire questa “data minima di assenza di nuovi casi di contagio” sono le proiezioni, rese pubbliche oggi, dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane (organismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma), coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio.

La data del 21 maggio appare più ottimistica dell’altra previsione, quella periodicamente emessa dall’Istituto Einaudi (Eief) e curata dal prof. Franco Peracchi che, sempre sulla base dei dati della Protezione Civile, ma operando con un diverso algoritmo matematico, prevede la “data di confermati zero nuovi casi” per il Piemonte al 28 maggio.

 

 

Secondo lo studio dell’Osservatorio dopo il Piemonte arriveranno Emilia Romagna e Toscana il 29 e 30 maggio, poi Marche e Lombardia addirittura il 27 e 28 giugno. Secondo le previsioni dell’Eief al Piemonte seguirà solo la Lombardia il 30 maggio.

Sono dati previsionali che andranno ancora aggiornati ma che chiarificano una tendenza di allungamento dell’evoluzione dei contagi. «L’Osservatorio ha effettuato una analisi con l’obiettivo di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi» spiega il dottor Solipaca e che «eventuali misure di allentamento del lockdown, con riaperture delle attività e della circolazione di persone che dovessero intervenire a partire da oggi, renderebbero le proiezioni non più verosimili».

In conclusione «le proiezioni effettuate evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla così detta “fase 2” dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione».

Secondo alcuni analisti i nuovi casi sarebbero adesso soprattutto legati all’andamento della situazione delle Rsa e case di riposo per anziani e dai contagi familiari portate da persone in isolamento, situazioni sulle quali solo adesso si sta portando la dovuta attenzione.

Al di là delle valutazioni i numeri dicono che, dopo queste settimane di lockdown, siamo tutt’altro che sulla via dell’uscita dalla pandemia, con i nuovi casi che non mostrano ancora un deciso andamento di calo.

Anzi il Piemonte si manifesta nuovamente come la Regione nella situazione più preoccupante: nell’ultima settimana (secondo i dati ufficiali della Protezione Civile, dal 12 al 19 aprile) la nostra regione ha registrato il maggior incremento di casi in Italia (26,4% contro la media nazionale del 14,5%) e tra i più alti indici di prevalenza di casi (483 su 100mila abitanti, media italiana 297), superato solo da Lombardia ed Emilia Romagna tra le grandi regioni più colpite.

Tra le province del Piemonte a situarsi peggio è Asti, con alta prevalenza e incremento superiore alla media regionale. Novara ha visto un minore incremento di casi (il 23,8%) ma con una più alta prevalenza sulla popolazione (539 su 100mila abitanti).

Il grafico mostra efficacemente il posizionamento della nostra Regione e delle sue province: più è alta la posizione e maggiore è stato l’incremento di nuovi casi, più è a destra nel grafico e maggiore è la prevalenza tra la popolazione.

 

 

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Piemonte, zero contagi non prima di fine maggio. La nostra regione registra il maggior incremento di casi nella settimana appena trascorsa e trova un nuovo studio che prevede zero nuovi contagi “non prima” del 21 maggio. A definire questa “data minima di assenza di nuovi casi di contagio” sono le proiezioni, rese pubbliche oggi, dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane (organismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma), coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio. La data del 21 maggio appare più ottimistica dell’altra previsione, quella periodicamente emessa dall’Istituto Einaudi (Eief) e curata dal prof. Franco Peracchi che, sempre sulla base dei dati della Protezione Civile, ma operando con un diverso algoritmo matematico, prevede la “data di confermati zero nuovi casi” per il Piemonte al 28 maggio.     Secondo lo studio dell’Osservatorio dopo il Piemonte arriveranno Emilia Romagna e Toscana il 29 e 30 maggio, poi Marche e Lombardia addirittura il 27 e 28 giugno. Secondo le previsioni dell’Eief al Piemonte seguirà solo la Lombardia il 30 maggio. Sono dati previsionali che andranno ancora aggiornati ma che chiarificano una tendenza di allungamento dell’evoluzione dei contagi. «L’Osservatorio ha effettuato una analisi con l’obiettivo di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi» spiega il dottor Solipaca e che «eventuali misure di allentamento del lockdown, con riaperture delle attività e della circolazione di persone che dovessero intervenire a partire da oggi, renderebbero le proiezioni non più verosimili». In conclusione «le proiezioni effettuate evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla così detta “fase 2” dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione». Secondo alcuni analisti i nuovi casi sarebbero adesso soprattutto legati all’andamento della situazione delle Rsa e case di riposo per anziani e dai contagi familiari portate da persone in isolamento, situazioni sulle quali solo adesso si sta portando la dovuta attenzione. Al di là delle valutazioni i numeri dicono che, dopo queste settimane di lockdown, siamo tutt’altro che sulla via dell’uscita dalla pandemia, con i nuovi casi che non mostrano ancora un deciso andamento di calo. Anzi il Piemonte si manifesta nuovamente come la Regione nella situazione più preoccupante: nell’ultima settimana (secondo i dati ufficiali della Protezione Civile, dal 12 al 19 aprile) la nostra regione ha registrato il maggior incremento di casi in Italia (26,4% contro la media nazionale del 14,5%) e tra i più alti indici di prevalenza di casi (483 su 100mila abitanti, media italiana 297), superato solo da Lombardia ed Emilia Romagna tra le grandi regioni più colpite. Tra le province del Piemonte a situarsi peggio è Asti, con alta prevalenza e incremento superiore alla media regionale. Novara ha visto un minore incremento di casi (il 23,8%) ma con una più alta prevalenza sulla popolazione (539 su 100mila abitanti). Il grafico mostra efficacemente il posizionamento della nostra Regione e delle sue province: più è alta la posizione e maggiore è stato l’incremento di nuovi casi, più è a destra nel grafico e maggiore è la prevalenza tra la popolazione.    

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Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.