Ponte sull’Agogna, primo lotto di un ambizioso progetto ma «nato male e proseguito peggio»

L'assessore ai Lavori pubblici spiega il perchè di tanto ritardo. E i novaresi l'hanno ironicamente soprannonimanto "Il ponte di Brooklyn"

I novaresi l’hanno ironicamente soprannonimanto “Il ponte di Brooklyn” e, a quanto riferisce l’assessore ai Lavori Pubblici, Rocco Zoccali, si tratta di «un progetto nato male e proseguito peggio». Il cantiere del ponte ciclopedonale sull’Agogna – lungo provinciale 11 per Biandrate, a fianco del centro commerciale San Martino – aperto poco prima della pandemia e interrotto più volte, è ancora una volta fermo.

La storia. Tra maggio e settembre del 2018 si è svolta la gara per l’aggiudicazione dei lavori, andati a tre ditte piemontesi: la Carpenteria Carena di Carmagnola (Torino), che figura come capogruppo, l’astigiana Cogeas e la Tecnopal di Roreto di Cherasco (Cuneo). La direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza in fase esecutiva sonostati consegnati all’ingegnere alessandrino Vincenzo Rosa, mentre per il collaudo statico in corso d’opera è stato nominato l’ingegnere Giampaolo Armentano, dipendente dell’Università degli Studi di Torino. L’intervento prevedeva la realizzazione di un ponte posto a valle di quello esistente, integrato da opere di adeguamento stradale per dare continuità al percorso ciclabile proveniente dalla città in direzione di San Pietro Mosezzo, oltre alla raccolta di acque reflue per le quali è stata coinvolta Acqua Novara Vco attraverso una convenzione stipulata con il comune di Novara.

Il ponte è, infatti, parte di un ambizioso progetto. A oggi, però, esiste solo la passerella, posizionata a novembre 2020. L’assessore ai Lavori pubblici spiega il perchè di tanto ritardo: «Questo è un progetto nato male che è proseguito peggio perché durante i lavori sono state trovate interferenze. Numerosi errori sono stati commessi in fase di progettazione, avvenuta anni fa. Il cantiere è transennato, nei giorni scorsi abbiamo ricevuto il verbale del collaudo e abbiamo dato un ultimatum alle ditte: prima di Pasqua il ponte deve essere consegnato».

L’intero progetto, composto da due lotti, ammonta a 1 milione e 600 mila euro. «La prima parte comprende il ponte ciclopedonale e un primo tratto di pista ciclabile fino a via Fleming dove verrà fatta una rotonda – prosegue Zoccali -. Peccato che chi ha progettato non si è accorto che all’altezza di via del Gazzurlo ci sono degli edifici: dovremo, quindi, posizionare un semaforo e proseguire con la ciclabile dall’altro lato della strada. Il secondo lotto partirà dalla rotonda che ancora non c’è in via Fleming e proseguirà con un altro tratto di ciclabile fino alla rotatoria all’ingresso della zona industriale di San Pietro Mosezzo collegandosi alla pista già esistente».

«Per il primo lotto verranno utilizzati fondi comunali già messi a bilancio e il bando verrà pubblicato entro settembre ottobre di quest’anno – conclude l’assessore -. Stiamo, invece, cercando i finanziamenti per il secondo lotto attraverso bandi regionali o europei».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ponte sull’Agogna, primo lotto di un ambizioso progetto ma «nato male e proseguito peggio»

L’assessore ai Lavori pubblici spiega il perchè di tanto ritardo. E i novaresi l’hanno ironicamente soprannonimanto “Il ponte di Brooklyn”

I novaresi l’hanno ironicamente soprannonimanto “Il ponte di Brooklyn” e, a quanto riferisce l’assessore ai Lavori Pubblici, Rocco Zoccali, si tratta di «un progetto nato male e proseguito peggio». Il cantiere del ponte ciclopedonale sull’Agogna – lungo provinciale 11 per Biandrate, a fianco del centro commerciale San Martino – aperto poco prima della pandemia e interrotto più volte, è ancora una volta fermo.

La storia. Tra maggio e settembre del 2018 si è svolta la gara per l’aggiudicazione dei lavori, andati a tre ditte piemontesi: la Carpenteria Carena di Carmagnola (Torino), che figura come capogruppo, l’astigiana Cogeas e la Tecnopal di Roreto di Cherasco (Cuneo). La direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza in fase esecutiva sonostati consegnati all’ingegnere alessandrino Vincenzo Rosa, mentre per il collaudo statico in corso d’opera è stato nominato l’ingegnere Giampaolo Armentano, dipendente dell’Università degli Studi di Torino. L’intervento prevedeva la realizzazione di un ponte posto a valle di quello esistente, integrato da opere di adeguamento stradale per dare continuità al percorso ciclabile proveniente dalla città in direzione di San Pietro Mosezzo, oltre alla raccolta di acque reflue per le quali è stata coinvolta Acqua Novara Vco attraverso una convenzione stipulata con il comune di Novara.

Il ponte è, infatti, parte di un ambizioso progetto. A oggi, però, esiste solo la passerella, posizionata a novembre 2020. L’assessore ai Lavori pubblici spiega il perchè di tanto ritardo: «Questo è un progetto nato male che è proseguito peggio perché durante i lavori sono state trovate interferenze. Numerosi errori sono stati commessi in fase di progettazione, avvenuta anni fa. Il cantiere è transennato, nei giorni scorsi abbiamo ricevuto il verbale del collaudo e abbiamo dato un ultimatum alle ditte: prima di Pasqua il ponte deve essere consegnato».

L’intero progetto, composto da due lotti, ammonta a 1 milione e 600 mila euro. «La prima parte comprende il ponte ciclopedonale e un primo tratto di pista ciclabile fino a via Fleming dove verrà fatta una rotonda – prosegue Zoccali -. Peccato che chi ha progettato non si è accorto che all’altezza di via del Gazzurlo ci sono degli edifici: dovremo, quindi, posizionare un semaforo e proseguire con la ciclabile dall’altro lato della strada. Il secondo lotto partirà dalla rotonda che ancora non c’è in via Fleming e proseguirà con un altro tratto di ciclabile fino alla rotatoria all’ingresso della zona industriale di San Pietro Mosezzo collegandosi alla pista già esistente».

«Per il primo lotto verranno utilizzati fondi comunali già messi a bilancio e il bando verrà pubblicato entro settembre ottobre di quest’anno – conclude l’assessore -. Stiamo, invece, cercando i finanziamenti per il secondo lotto attraverso bandi regionali o europei».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore