La pandemia, come in tante altre situazioni, ha voluto metterci lo zampino anche qui. Ma non è riuscita a fermare l’attività del circolo “Il pioppo”, articolazione territoriale di LegAmbiente, che nella mattinata di giovedì 13 maggio ha presentato “Esco nel bosco”, un progetto di educazione ambientale e autdoor realizzato in partnership con l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore e il Cst Novara e Vco.
Grazie al contributo erogato attraverso un apposito bando dalla Regione Piemonte l’iniziativa ha potuto prendere forma attraverso un significativo percorso il cui obiettivo generale è quello di fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, oltre a opportunità di permanente apprendimento per tutti.
«Abbiano partecipato al bando – ha spiegato il presidente de “Il pioppo”, Roberto Cazzola (nell’immagine tratta dalla diretta online) – perché si tratta di un settore che stiamo sviluppando da parecchi anni, prima un maniera più episodica, negli ultimi tempi più sistematica. La nostra attività ha risentito fortemente della pandemia, che ci ha impedito lo svolgimento di quegli appuntamenti in presenza con le scuole. Ci è sembrata un’occasione da cogliere, anche perché quello dell’outdoor è un tema estremamente importante, ma che in questo periodo ha assunto, dove tutti siamo stati costretti a vivere chiusi, una rilevanza ancora più grande».
«Da sempre il tema dell’educazione ambientale – ha aggiunto la vicepresidente del Parco del Ticino e lago Maggiore, Erika Vallera – è una delle mission del nostro ente, che collaborerà mettendo anche a disposizione il suo personale».
Ma oltre ai soggetti già citati la collaborazione è stata estesa a diversi comuni dell’Ovest Ticino (Bellinzago, Cameri, Cerano, Galliate, Romentino e Trecate) e due istituti comprensivi come l’ “Antonelli” di Bellinzago e il “Bellini” di Novara, oltre all’associazione Amici del Ticino. Cuore del progetto è dunque l’educazione ambientale outdoor, che si sviluppa, come ha avuto modi di illustrare la coordinatrice Maria Giovanna Grandi, «in tre fasi: formazione degli educatori ambientali, proporre l’attività in tempo di Covid per quella che è stata definita una sorta di costruzione di “scatola degli attrezzi” attraverso la realizzazione di attività liberamente interscambiabili e replicabili nelle varie realtà scolastiche». Alcuni gruppi individueranno un’area, un bosco, un parco cittadino, ma anche lo stesso cortile dell’istituto scolastico, «che potrà diventare un’estensione stessa degli spazi utilizzati quotidianamente dove potranno realizzare un progetto pilota dove poter sperimentare valori e tecniche dell’educazione ambientale e outdoor, mentre terzo step sarà previsto in autunno, con la ripresa delle attività in presenza (da qui l’evidenza dell’intera iniziativa “oltre il Covid”, cioè in un periodo nel quale – ci si augura – tutti i programmi dovrebbero essere ritornati alla normalità, ndr) tanto a Villa Picchetta, quanto presso le scuole».