Presidio di Cgil, Cisl e Uil a sostegno della sanità pubblica

Nonostante il maltempo oltre un centinaio di manifestanti delle tre principali sigle sindacali si sono ritrovati nel pomeriggio di oggi sotto il porticato del Duomo per ribadire come sia importante la difesa del servizio sanitario nazionale, «perché quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto»

La pioggia battente di questo pomeriggio, venerdì 19 maggio, non ha fermato l’annunciato presidio in piazza Duomo promosso dalle tre principali organizzazioni sindacali a sostegno della sanità pubblica. Guidati dal segretario generale della Cgil di Novara e Vco Attilio Fasulo oltre un centinaio di manifestanti di sono ritrovati sotto il colonnato antonelliano per ribadire ancora una volta «le ragioni di una battaglia che riteniamo necessaria per il Paese in questo particolare momento». Fasulo ha parlato di una piattaforma presentata dal sindacato al Governo, la cui posizione «non risponde ancora alle nostre aspettative. Le rivendicazioni riguardano lo stop alla precarietà, l’innalzamento dei salari, una nuova legge per la previdenza; ma il tema che soprattutto vogliamo evidenziare è quello della sanità».

Lo scenario emerso dopo una serie di incontri è quello di «rabbia, rassegnazione, disillusione, ma soprattutto molta solitudine». Fra i lavoratori è sempre più diffuso il convincimento che si possano ottenere risultati lavorando insieme; e quello della sanità «è un elemento centrale, dove oggi assistiamo a lunghissimi tempi di attesa, alla mancanza di medici di base e altre carenze nelle strutture del territorio». Per Fasulo è arrivato il tempo di «difendere il servizio sanitario nazionale, che deve essere rilanciato in senso universalistico, egualitario e solidale. Perché quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto». Lo spettro dietro l’angolo rimane quello «che chi avrà le risorse si potrà curare e la stragrande moltitudine delle persone non avrà accesso all’assistenza che merita».


Alle parole di Fasulo hanno fatto eco quelle di Stefano De Grandis (Uil), che non ha mancato di sottolineare come «il sindacato sia ancora in grado di portare la gente in piazza. A Milano sabato scorso eravamo in 40 mila; domani (sabato 20, ndr) a Napoli speriamo in una cifra maggiore. Importante è comunque restare uniti per obbligare il Governo ad ascoltarci». Poi è toccato a Iginio Maletti (Cisl): «La sanità pubblica è un bene di tutti. In questi anni abbiamo attenzionato quello che la politica sta portando nel settore della sanità. Le scelte scellerate portano a una diminuzione di quelli che sono i servizi pubblici sul nostro territorio e un avanzamento del privato. Da anni abbiamo denunciato la mancanza di prospettive a lungo termine. Come cittadini abbiamo le nostre colpe, perché non siamo mai andati a chiedere a chi ci rappresenta di darci risposte concrete su quello che sta accadendo». «Solo restando uniti e allargando il fronte – ha chiosato ancora Fasulo – riusciremo a vincere una battaglia di civiltà che tocca il destino di tutti».

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Presidio di Cgil, Cisl e Uil a sostegno della sanità pubblica

Nonostante il maltempo oltre un centinaio di manifestanti delle tre principali sigle sindacali si sono ritrovati nel pomeriggio di oggi sotto il porticato del Duomo per ribadire come sia importante la difesa del servizio sanitario nazionale, «perché quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto»

La pioggia battente di questo pomeriggio, venerdì 19 maggio, non ha fermato l’annunciato presidio in piazza Duomo promosso dalle tre principali organizzazioni sindacali a sostegno della sanità pubblica. Guidati dal segretario generale della Cgil di Novara e Vco Attilio Fasulo oltre un centinaio di manifestanti di sono ritrovati sotto il colonnato antonelliano per ribadire ancora una volta «le ragioni di una battaglia che riteniamo necessaria per il Paese in questo particolare momento». Fasulo ha parlato di una piattaforma presentata dal sindacato al Governo, la cui posizione «non risponde ancora alle nostre aspettative. Le rivendicazioni riguardano lo stop alla precarietà, l’innalzamento dei salari, una nuova legge per la previdenza; ma il tema che soprattutto vogliamo evidenziare è quello della sanità».

Lo scenario emerso dopo una serie di incontri è quello di «rabbia, rassegnazione, disillusione, ma soprattutto molta solitudine». Fra i lavoratori è sempre più diffuso il convincimento che si possano ottenere risultati lavorando insieme; e quello della sanità «è un elemento centrale, dove oggi assistiamo a lunghissimi tempi di attesa, alla mancanza di medici di base e altre carenze nelle strutture del territorio». Per Fasulo è arrivato il tempo di «difendere il servizio sanitario nazionale, che deve essere rilanciato in senso universalistico, egualitario e solidale. Perché quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto». Lo spettro dietro l’angolo rimane quello «che chi avrà le risorse si potrà curare e la stragrande moltitudine delle persone non avrà accesso all’assistenza che merita».


Alle parole di Fasulo hanno fatto eco quelle di Stefano De Grandis (Uil), che non ha mancato di sottolineare come «il sindacato sia ancora in grado di portare la gente in piazza. A Milano sabato scorso eravamo in 40 mila; domani (sabato 20, ndr) a Napoli speriamo in una cifra maggiore. Importante è comunque restare uniti per obbligare il Governo ad ascoltarci». Poi è toccato a Iginio Maletti (Cisl): «La sanità pubblica è un bene di tutti. In questi anni abbiamo attenzionato quello che la politica sta portando nel settore della sanità. Le scelte scellerate portano a una diminuzione di quelli che sono i servizi pubblici sul nostro territorio e un avanzamento del privato. Da anni abbiamo denunciato la mancanza di prospettive a lungo termine. Come cittadini abbiamo le nostre colpe, perché non siamo mai andati a chiedere a chi ci rappresenta di darci risposte concrete su quello che sta accadendo». «Solo restando uniti e allargando il fronte – ha chiosato ancora Fasulo – riusciremo a vincere una battaglia di civiltà che tocca il destino di tutti».

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