Presunti maltrattamenti a Villa Varzi, dopo oltre sei anni si è aperto il processo

Gli imputati sono accusati di comportamenti gravi su ospiti disabili come schiaffi, calci, strattonamenti, spinte violente, lanci di oggetti

Con una lunga serie di eccezioni delle difese – legate alla indeterminatezza del capo di imputazione, al fatto che le vittime non siano state tutte identificate con certezza, e alle condotte non meglio specificate di ciascun imputato, tutte respinte dal giudice – si è finalmente aperto in tribunale a Novara – a distanza di oltre sei anni dai fatti e dopo una lunga serie di rinvii per problemi di notifica, pandemia, scioperi e trasferimenti di magistrati – il processo per i presunti maltrattamenti ai disabili ospitati a Villa Varzi di Galliate: sono imputati tre ex operatori socio-sanitari della struttura e contro di loro si sono costituiti parte civile i parenti di un cinquantenne malmenato, che nelle more del procedimento è anche deceduto.

I fatti sono piuttosto datati, perché risalenti all’ottobre 2015. All’epoca ci furono anche arresti fra gli ex operatori. Poi, dopo tanto clamore mediatico, la lentezza della giustizia: il procedimento è rimasto pendente oltre tre anni in udienza preliminare, con rallentamenti legati sia ai trasferimenti e alle maternità dei magistrati della sezione gip-gup, sia alle citazioni delle parti coinvolte o allo sciopero dei penalisti. Poi nel 2019 il rinvio a giudizio con udienza fissata a ottobre dello stesso anno. Il tanto atteso inizio non c’è stato, già allora per problemi di notifica. Quindi lo slittamento al 2020 e poi lo stop per la pandemia. Anche in dibattimento altri problemi di notifica e infine vari aggiornamenti fino a quest’anno.

Gli imputati sono accusati di comportamenti gravi come schiaffi, calci, strattonamenti, spinte violente, lanci di oggetti. La segnalazione era arrivata da ex collaboratori della struttura: «Alcuni operatori maltrattano i disabili». Erano stati anche forniti nomi e cognomi di due donne che, secondo l’esposto, erano solite alzare le mani. Ecco perché i carabinieri avevano installato delle telecamere e il 20 ottobre 2015 avevano fatto irruzione nel centro dopo aver visto ai monitor che un inserviente placcava in maniera violenta uno degli ospiti. Un mese dopo la svolta con altri arresti. Gli imputati hanno sempre respinto gli addebiti. I primi testimoni sfileranno a dicembre.

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Presunti maltrattamenti a Villa Varzi, dopo oltre sei anni si è aperto il processo

Gli imputati sono accusati di comportamenti gravi su ospiti disabili come schiaffi, calci, strattonamenti, spinte violente, lanci di oggetti

Con una lunga serie di eccezioni delle difese – legate alla indeterminatezza del capo di imputazione, al fatto che le vittime non siano state tutte identificate con certezza, e alle condotte non meglio specificate di ciascun imputato, tutte respinte dal giudice – si è finalmente aperto in tribunale a Novara – a distanza di oltre sei anni dai fatti e dopo una lunga serie di rinvii per problemi di notifica, pandemia, scioperi e trasferimenti di magistrati – il processo per i presunti maltrattamenti ai disabili ospitati a Villa Varzi di Galliate: sono imputati tre ex operatori socio-sanitari della struttura e contro di loro si sono costituiti parte civile i parenti di un cinquantenne malmenato, che nelle more del procedimento è anche deceduto.

I fatti sono piuttosto datati, perché risalenti all’ottobre 2015. All’epoca ci furono anche arresti fra gli ex operatori. Poi, dopo tanto clamore mediatico, la lentezza della giustizia: il procedimento è rimasto pendente oltre tre anni in udienza preliminare, con rallentamenti legati sia ai trasferimenti e alle maternità dei magistrati della sezione gip-gup, sia alle citazioni delle parti coinvolte o allo sciopero dei penalisti. Poi nel 2019 il rinvio a giudizio con udienza fissata a ottobre dello stesso anno. Il tanto atteso inizio non c’è stato, già allora per problemi di notifica. Quindi lo slittamento al 2020 e poi lo stop per la pandemia. Anche in dibattimento altri problemi di notifica e infine vari aggiornamenti fino a quest’anno.

Gli imputati sono accusati di comportamenti gravi come schiaffi, calci, strattonamenti, spinte violente, lanci di oggetti. La segnalazione era arrivata da ex collaboratori della struttura: «Alcuni operatori maltrattano i disabili». Erano stati anche forniti nomi e cognomi di due donne che, secondo l’esposto, erano solite alzare le mani. Ecco perché i carabinieri avevano installato delle telecamere e il 20 ottobre 2015 avevano fatto irruzione nel centro dopo aver visto ai monitor che un inserviente placcava in maniera violenta uno degli ospiti. Un mese dopo la svolta con altri arresti. Gli imputati hanno sempre respinto gli addebiti. I primi testimoni sfileranno a dicembre.

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