Primo Maggio senza cortei né sventolio di bandiere nelle piazze. Primo Maggio all’insegna della preoccupazione, e non solo sul fronte sanitario ma anche sul versante economico e occupazionale, tra voglia di ripresa ma anche consistenti timori e incertezze per il futuro. Un Primo Maggio vissuto in modo virtuale. E dallo schermo, anziché dalla piazza, arriva il messaggio dei segretari delle tre sigle sindacali; minimo comun denominatore sicurezza e lavoro ma anche il ringraziamento a chi combatte in prima linea e un pensiero agli anziani, una generazione falcidiata dal virus.
«Presto, dopo esserci difesi da questa terribile pandemia , nella fase definita emergenziale – dice Attilio Fasulo, segretario generale Cgil Novara e Vco – dovremo affrontare la cosiddetta “fase 2”, la convivenza con il virus. Non nascondiamo le nostre preoccupazioni, certificate dal dato ancora troppo alto di contagi, in particolare nella nostra regione. Il compito che ci aspetta è ancora più difficile e delicato. Ad ogni livello, dovremo lavorare con ancora più attenzione, competenza e sensibilità. Questa battaglia, siamo convinti che si vince con il lavoro, mettendo al centro le persone, i loro diritti , le loro tutele. Con un nuovo modo di pensare e di produrre. In modo rispettoso ed ecosostenibile. Dobbiamo anteporre, considerando certo la doverosa e necessaria difesa del salario e delle condizioni di lavoro, gli aspetti legati alla salvaguardia della salute e della sicurezza».
«Promozione del lavoro e del lavoro in sicurezza è l’impegno che ha sempre contraddistinto la nostra azione – sottolinea Elena Ugazio, segretario generale Cisl Piemonte Orientale – Oggi più che mai siamo certi che, per poter provare ad immaginare una nuova fase, una fase di ricostruzione, l’elemento sicurezza sia imprescindibile. Abbiamo bisogno di un grande patto sociale, serve un piano straordinario di investimenti pubblici per garantire occupazione, per avere più mezzi e uomini per rafforzare il sistema sanitario e sociale per sbloccare i cantieri, per modernizzare il sistema infrastrutturale, per la formazione».
Un Primo Maggio che deve essere «un punto di ripartenza – dice Mattia Rago della Fisascat – Dovrà rimanere alta l’attenzione per la salute e la sicurezza dei lavoratori, incrementare gli ammortizzatori sociali, tutelare anche le imprese come parrucchieri o estetiste che in questo momento sembrerebbero essere gli ultimi a ripartire, senza alcun sostegno economico adeguato».
«Oggi – conclude Roberto Vittorio segretario Uil Novara e Vco – la nostra priorità è garantire un lavoro in sicurezza ma dobbiamo anche prepararci alla costruzione di una inevitabile terza fase in cui le nostre regole, la nostra vita, le nostre certezze saranno stravolte. Vogliamo contrattare di rivedere il modo di lavorare e di proteggere il lavoro; rivendichiamo che, dopo la drammatica fase dell’emergenza, ci sia lavoro per tutti e soprattutto un lavoro sicuro e migliore».