Torna a riunirsi dopodomani, giovedì 22 febbraio, il consiglio comunale di Novara e fra i punti all’ordine del giorno una delibera presentata dall’assessore all’Urbanistica Valter Mattiuz riguardante le “misure temporanee relative al rilascio di autorizzazioni all’installazione di dehor”. Il provvedimento, illustrato la scorsa settimana in sede di commissione, ha trovato una dura opposizione da parte degli esponenti delle minoranze.
Nella sostanza, quello che Pd e Movimento 5 Stelle contestano alla giunta è di riservare un trattamento diseguale agli esercizi cittadini. Nello specifico sarebbero 60 i manufatti istallati da titolari di concessione ordinaria che rispetterebbero tutti i crismi sanciti dall’apposito Regolamento comunale, mentre altri 133 (quindi più del doppio), tutti allestiti nel corso dell’emergenza pandemica, hanno potuto vedere la luce in deroga quasi a tutto. E ora, grazie a un emendamento legislativo approvato da Parlamento su proposta del senatore novarese Gaetano Nastri, è stata varata un’ulteriore proroga (la quarta) sino al prossimo 31 dicembre, nonostante le problematiche relative al Covid siano terminate da tempo.
Di «trattamento diseguale» hanno a più riprese argomentato gli esponenti del Pd Sara Paladini, Rossano Pirovano e Mattia Colli Vignarelli, insieme al capogruppo “pentastellato” Mario Iacopino: «Chi ha installato il proprio dehor nel periodo del Covid, proprio perché si trattava di un momento emergenziale, ha potuto farlo bypassando i pareri dell’Ufficio commercio, dell’Asl e della Soprintendenza, mentre altri, quelli con la concessione ordinaria, hanno speso soldi per rispettare tutte le regole. Forse in precedenza le norme erano troppo restrittive ma adesso ci troviamo di fronte a un vero far west all’infinito, anche in tema di sicurezza. Tanto vale modificare il regolamento».
Di emendamento hanno dunque parlato le minoranze, ma anche lo stesso assessore Mattiuz, che ha lasciato intendere come la delibera non sia affatto “blindata”. Anzi, l’esponente della giunta ha preannunciato una verifica con la Segreteria generale, che potrebbe tradursi – giovedì – in una modifica dell’atto anche da parte dell’esecutivo cittadino.