Sul piazzale di fronte ai cancelli Lidl di Biandrate ci sono anche i rappresentanti sindacali: lavoratori che ogni giorno vivono all’interno del magazzino dove è presente un’importate rappresentanza di Filcams Cgil. «Siamo arrivati a questo punto perché le acque sono totalmente avvelenate per colpa dell’azienda che non ascolta – afferma Romina Cozzolino -. A ogni convocazione, quasi quotidiana, cerchiamo di dialogare anche con incontri territoriali e confronti a livello nazionale; abbiamo anche cercare di far capire che la situazione si stava inasprendo troppo: la soluzione ce l’avevamo davanti agli occhi, ma il loro era un no continuo. Un no, tra l’altro non motivato. Loro sono al corrente di tutto, ma c’è un interscambio che non è corretto. Non cè nessuno di loro che si prende responsabilità, sembra di avere a che fare con un ministero».
«La gestione dei livelli non è equa per tutti – commenta Gino Marangon -. C’è una forte discrimazione tra lavoratori che hanno la stessa mansione, ma percepiscono compensi diversi. Questa situazione è stata causata da un ritmo lavorativo inaccettabile, da un mancato riconoscimento salariale, dall’atteggiamento dei responsabili nei confronti dei commissionatori che svolgono attività di manovalanza con turni di lavoro da 8 a 11 ore al giorno soprattutto da venerdì a domenica. Si tratta di ragazzi che movimentano circa 180/230 bancali all’ora. Non abbiamo mai messo in discussione il contratto, ma quello che contestiamo sono i comportamenti scorretti dell’azienda che hanno generato il malessere che si respira da tempo».
«In questo posto di lavoro c’è sempre stata poca attenzione ai problemi con una notevole dilatazione dei tempi, discussioni che non arrivano una soluzione condivisa, situazioni che si sono trascinate sull’organizzazione del lavoro, turni, ferie e permessi – dichiara Stella Cepile, segretaria generale Filcams Cgil -. Le difficoltà sono sempre state poste puntualmente dai nostri rappresentanti e altrettanto puntualmente sono rimaste inascoltate. Il contratto è corretto, ma la sua applicazione comporta un confronto di ascolto che qui è mancato. Ci sono interlocutori che non decidono perché c’è una struttura molto verticistica con una serie di passaggi utili solo a diluire i tempi. Crediamo che l’immobilismo dell’azienda abbia contribuito a esacerbare gli animi».
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