Provincia, il riequilibrio finanziario approvato dalla Corte dei Conti

La Sezione regionale di controllo per il Piemonte della Corte dei Conti ha dato ha dato parere favorevole al Piano pluriennale di riequilibrio finanziario della Provincia di Novara, operazione che consentirà la chiusura anticipata dello stesso il prossimo 1° gennaio. Ad annunciarlo è la consigliera delegata al Bilancio dell’Ente di Palazzo Natta, Monia Anna Mazza, che con molta soddisfazione ha definito questo risultato «importante, perché dimostra l’ottimo lavoro svolto in questi mesi dall’amministrazione e dagli uffici. La chiusura anticipata rappresenta inoltre un segnale che, pur avendo investito in maniera cospicua in diversi settori come mai era accaduto negli ultimi anni, siamo stati in grado di gestire al meglio le risorse».

Quello di Novara è il primo Piano di riequilibrio ad essere chiuso anticipatamente in Piemonte, grazie ad un lavoro di puntuale collaborazione con i soggetti istituzionali coinvolti, dalla Commissione ministeriale presso il Dipartimento per gli Affari interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, all’Unione Province d’Italia che ha rappresentato la Provincia nell’ambito della Commissione paritetica, per finire con la Sezione regionale della Corte dei Conti che ha seguito con grande attenzione l’evoluzione del riequilibrio in tutti i suoi passaggi. Da parte sua la Magistratura contabile, come ha detto ancora Mazza, aveva già segnalato, nell’ambito dei monitoraggi semestrali del piano, «un grado di raggiungimento degli obiettivi intermedi superiore rispetto a quello previsto ed aveva invitato l’Ente a rimodulare il piano sulla base di quanto previsto dal Testo unico degli enti locali». Una rimodulazione approvata dal Consiglio provinciale alla fine di settembre e poi, con l’ultima delibera presentata all’assemblea lo scorso 27 novembre, «la conclusione di un percorso che ha segnato le vicende della Provincia in tutti gli anni della riforma degli Enti di area vasta».

 

Come si ricorderà, fin dal 2015 la Corte dei Conti aveva effettuato un’analisi della situazione finanziaria delle province piemontesi, «riuscendo a cogliere il nocciolo del problema. Una situazione, quella della nostra Provincia, che si era aggravata dall’incompleta attuazione della legge Delrio, creando a lungo fabbisogni finanziari invariati, a fronte di entrate sempre più esigue». Nonostante ciò, anche prima dell’approvazione del Piano, «abbiamo applicato diligentemente tutte le misure che aveva proposto per il riequilibrio». Ma non solo. La Corte dei Conti ha apprezzato il fatto che l’Ente abbia gestito oculatamente i flussi di cassa, evitando di dover ricorrere ad anticipazioni di tesoreria, concludendo che, dall’analisi svolta e dal contraddittorio instaurato con l’Ente, la situazione dello stato di attuazione risulta “senza dubbio più che soddisfacente e presenta gli elementi previsti dal Tuel”, per la richiesta rimodulazione, facendo emergere un grado di raggiungimento degli obiettivi intermedi superiore rispetto a quelli previsti nel piano originario”. Motivo per cui è stata deliberata la chiusura anticipata al prossimo 1° gennaio il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale.

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Provincia, il riequilibrio finanziario approvato dalla Corte dei Conti

La Sezione regionale di controllo per il Piemonte della Corte dei Conti ha dato ha dato parere favorevole al Piano pluriennale di riequilibrio finanziario della Provincia di Novara, operazione che consentirà la chiusura anticipata dello stesso il prossimo 1° gennaio. Ad annunciarlo è la consigliera delegata al Bilancio dell’Ente di Palazzo Natta, Monia Anna Mazza, che con molta soddisfazione ha definito questo risultato «importante, perché dimostra l’ottimo lavoro svolto in questi mesi dall’amministrazione e dagli uffici. La chiusura anticipata rappresenta inoltre un segnale che, pur avendo investito in maniera cospicua in diversi settori come mai era accaduto negli ultimi anni, siamo stati in grado di gestire al meglio le risorse».

Quello di Novara è il primo Piano di riequilibrio ad essere chiuso anticipatamente in Piemonte, grazie ad un lavoro di puntuale collaborazione con i soggetti istituzionali coinvolti, dalla Commissione ministeriale presso il Dipartimento per gli Affari interni e Territoriali del Ministero dell’Interno, all’Unione Province d’Italia che ha rappresentato la Provincia nell’ambito della Commissione paritetica, per finire con la Sezione regionale della Corte dei Conti che ha seguito con grande attenzione l’evoluzione del riequilibrio in tutti i suoi passaggi. Da parte sua la Magistratura contabile, come ha detto ancora Mazza, aveva già segnalato, nell’ambito dei monitoraggi semestrali del piano, «un grado di raggiungimento degli obiettivi intermedi superiore rispetto a quello previsto ed aveva invitato l’Ente a rimodulare il piano sulla base di quanto previsto dal Testo unico degli enti locali». Una rimodulazione approvata dal Consiglio provinciale alla fine di settembre e poi, con l’ultima delibera presentata all’assemblea lo scorso 27 novembre, «la conclusione di un percorso che ha segnato le vicende della Provincia in tutti gli anni della riforma degli Enti di area vasta».

 

Come si ricorderà, fin dal 2015 la Corte dei Conti aveva effettuato un’analisi della situazione finanziaria delle province piemontesi, «riuscendo a cogliere il nocciolo del problema. Una situazione, quella della nostra Provincia, che si era aggravata dall’incompleta attuazione della legge Delrio, creando a lungo fabbisogni finanziari invariati, a fronte di entrate sempre più esigue». Nonostante ciò, anche prima dell’approvazione del Piano, «abbiamo applicato diligentemente tutte le misure che aveva proposto per il riequilibrio». Ma non solo. La Corte dei Conti ha apprezzato il fatto che l’Ente abbia gestito oculatamente i flussi di cassa, evitando di dover ricorrere ad anticipazioni di tesoreria, concludendo che, dall’analisi svolta e dal contraddittorio instaurato con l’Ente, la situazione dello stato di attuazione risulta “senza dubbio più che soddisfacente e presenta gli elementi previsti dal Tuel”, per la richiesta rimodulazione, facendo emergere un grado di raggiungimento degli obiettivi intermedi superiore rispetto a quelli previsti nel piano originario”. Motivo per cui è stata deliberata la chiusura anticipata al prossimo 1° gennaio il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale.

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