Che la paura da coronavirus si sia trasformata in psicosi dal rimanere senza provviste? A quanto raccontano le immagini sembrerebbe proprio di sì. Il folle e ingiustificato assalto ai supermercati per accaparrarsi ogni genere acquistabile è ormai diventata la principale attività, ora che molte persone sono sollevate anche dal presentarsi al lavoro.
Restare senza pasta, pelati, tonno in scatola, uova, latte, farina, carta igienica, detersivi (per non parlare dell’amuchina che notoriamente spazza via i virus in un attimo…..) manda nel panico; ma anche formaggio, carne, pesce e qualunque altra cosa possa essere ingerita e che nessuno, in una spesa normale, avrebbe mai pensato di comprare, ma adesso “non si sa mai cosa può succedere, io intanto comincio a prenderla”.
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Che poi io dico: passino i detersivi, la carta igienica, la farina o la pasta che tanto si conservano; ma carrelli stracolmi di formaggio, carne, uova ecc., ma in quanto tempo pensate di consumarla? È stato dichiarato lo stato di guerra e il razionamento e qualcuno di noi ancora non lo sa? Se mia nonna, che è nata durante la Grande guerra e la Seconda se le è fatta tutta, fosse qui non crederebbe ai suoi occhi.
Allora raccolgo l’invito del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che se proprio non potete fare a meno di mettere da parte montagne di spesa, almeno rivolgetevi anche ai negozi di quartiere: potrebbe essere una buona occasione per riscoprirli.
Ma soprattutto condivido il messaggio del sindaco di Milano, Beppe Sala: «Piuttosto che pensare di correre ai supermercati ad accaparrarsi alimenti, cerchiamo di spendere del tempo per prenderci cura di coloro che sono più fragili, i nostri anziani in particolare che sono soggetti al rischio. Questo è ciò che fa una società sensibile e matura».