La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo proposto dal centrosinistra della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni, conosciuta come legge Calderoli. Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte costituzionale.
La Corte ha rilevato che «l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore». Per la Consulta «il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione»: ciò «non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale».
Le firme raccolte grazie alla mobilitazione del comitato contro l’autonomia differenziata – al 2 luglio 2024 – nelle province di Novara e Vco erano state 6221. I firmatari della raccolta potranno conoscere le motivazioni della sentenza quando, tra qualche giorno, verrà pubblicata.
Ieri la Consulta si è pronunciata anche sull’ammissibilità per altri cinque referendum che riguardano la cittadinanza per gli extracomunitari, il Jobs Act, l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine, e la responsabilità solidale del committente negli appalti. Questi quesiti sono stati dichiarati ammissibili e porteranno i cittadini alle urne tra il 15 aprile e il 15 giugno.