Regione, la maggioranza cede: nessuna modifica alla legge sul gioco d’azzardo

Regione, la maggioranza cede: nessuna modifica alla legge sul gioco d’azzardo. All’ennesimo, estenuante giorno di consiglio regionale (le sedute sono iniziate il 23 giugno e proseguiranno con tre 3 sedute a settimana dalle 8 alle 20 per smaltire gli oltre 2 mila emendamenti dei 5 mila presentati), ieri, venerdì 26, dalle fila della maggioranza è arrivato il ritito dell’emendamento inserito nell’Omnibus che andava a modificare la legge regionale sul gioco d’azzardo patologico (norma varata nel 2016 quando era presidente Sergio Chiamparino) e che avrebbe fatto decadere gli obblighi di distanza degli apparecchi dai luoghi sensibili per tutti i gestori in possesso della licenza alla data di entrata in vigore della legge stessa.

Lo scontro era iniziato proprio quando la maggioranza aveva imposto l’Omnibus all’assemblea in seguito all’irremovibile decisione del centrodestra di rimettere mano alla norma sulla ludopatia senza passare dalla proposta di legge e poi dalla discussione in aula. Ieri, invece, con il ritiro dell’emendamento, è stato raggiunto un accordo che prevede lo stralcio del tema del gioco d’azzardo il quale sarà affrontato in altra sede, oltre al ritiro di alcuni emendamenti sulla caccia, con lo stralcio di otto specie cacciabili fra quelle che erano state aggiunte.

 

 

Oltre a questo, l’opposizione ha anche ottenuto il via libera all’indagine conoscitiva in commissione Sanità sulla gestione dell’emergenza covid che sarà guidata da un rappresentate di minoranza.

«Ci auguriamo che anche per il futuro non tentino più di “saltare la fila” e che accettino di discutere i provvedimenti dedicando loro il giusto tempo in commissione – dichiara il consigliere del Pd, Domenico Rossi -. Quello sul Gap (legge sul gioco d’azzardo patologico) è un risultato particolarmente importante conseguito grazie all’opposizione compatta e la mobilitazione di tante associazioni e cittadini piemontesi. Tuttavia la Lega ha presentato ben due proposte di legge: la 56 per modificare l’attuale norma, e la 99 con lo scopo di abrogarla e sostituirla. La destra non desiste dall’obiettivo di riportare indietro le lancette dell’orologio nonostante l’efficacia della norma e i risultati ottenuti a beneficio dei piemontesi. Per questo, nonostante il risultato raggiunto oggi, non dobbiamo abbassare la guardia perché la partita è solo stata rimandata».

La scorsa settimana, infatti, agli inizi della discussione, quando ancora si era sommersi dagli emendamenti, l’assessore Andrea Tronzano dichiarava: «Oggi, il problema dei piemontesi è il lavoro e noi vogliamo salvare i posti di lavoro. Proibire significa aprire all’illegalità, garantire il gioco legale significa limitare le infiltrazioni criminali. Non abbiamo fatto alcun blitz e non siamo furbetti della notte: abbiamo constatato la presentazione di oltre 2 mila emendamenti. Significa che sugli argomenti divisivi non c’è alcuna volontà da parte delle opposizioni di trovare soluzioni, abbiamo quindi deciso di salvaguardare l’occupazione: nulla è più urgente».

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Regione, la maggioranza cede: nessuna modifica alla legge sul gioco d’azzardo. All’ennesimo, estenuante giorno di consiglio regionale (le sedute sono iniziate il 23 giugno e proseguiranno con tre 3 sedute a settimana dalle 8 alle 20 per smaltire gli oltre 2 mila emendamenti dei 5 mila presentati), ieri, venerdì 26, dalle fila della maggioranza è arrivato il ritito dell’emendamento inserito nell’Omnibus che andava a modificare la legge regionale sul gioco d’azzardo patologico (norma varata nel 2016 quando era presidente Sergio Chiamparino) e che avrebbe fatto decadere gli obblighi di distanza degli apparecchi dai luoghi sensibili per tutti i gestori in possesso della licenza alla data di entrata in vigore della legge stessa.

Lo scontro era iniziato proprio quando la maggioranza aveva imposto l’Omnibus all’assemblea in seguito all’irremovibile decisione del centrodestra di rimettere mano alla norma sulla ludopatia senza passare dalla proposta di legge e poi dalla discussione in aula. Ieri, invece, con il ritiro dell’emendamento, è stato raggiunto un accordo che prevede lo stralcio del tema del gioco d’azzardo il quale sarà affrontato in altra sede, oltre al ritiro di alcuni emendamenti sulla caccia, con lo stralcio di otto specie cacciabili fra quelle che erano state aggiunte.

 

 

Oltre a questo, l’opposizione ha anche ottenuto il via libera all’indagine conoscitiva in commissione Sanità sulla gestione dell’emergenza covid che sarà guidata da un rappresentate di minoranza.

«Ci auguriamo che anche per il futuro non tentino più di “saltare la fila” e che accettino di discutere i provvedimenti dedicando loro il giusto tempo in commissione – dichiara il consigliere del Pd, Domenico Rossi -. Quello sul Gap (legge sul gioco d’azzardo patologico) è un risultato particolarmente importante conseguito grazie all’opposizione compatta e la mobilitazione di tante associazioni e cittadini piemontesi. Tuttavia la Lega ha presentato ben due proposte di legge: la 56 per modificare l’attuale norma, e la 99 con lo scopo di abrogarla e sostituirla. La destra non desiste dall’obiettivo di riportare indietro le lancette dell’orologio nonostante l’efficacia della norma e i risultati ottenuti a beneficio dei piemontesi. Per questo, nonostante il risultato raggiunto oggi, non dobbiamo abbassare la guardia perché la partita è solo stata rimandata».

La scorsa settimana, infatti, agli inizi della discussione, quando ancora si era sommersi dagli emendamenti, l’assessore Andrea Tronzano dichiarava: «Oggi, il problema dei piemontesi è il lavoro e noi vogliamo salvare i posti di lavoro. Proibire significa aprire all’illegalità, garantire il gioco legale significa limitare le infiltrazioni criminali. Non abbiamo fatto alcun blitz e non siamo furbetti della notte: abbiamo constatato la presentazione di oltre 2 mila emendamenti. Significa che sugli argomenti divisivi non c’è alcuna volontà da parte delle opposizioni di trovare soluzioni, abbiamo quindi deciso di salvaguardare l’occupazione: nulla è più urgente».

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