Regione sulla pillola abortiva: lo strappo di Marrone, ma Cirio frena

L’assessore regionale agli Affari Legali, Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d’Italia, vuole ribaltare la posizione del ministero della Salute ai primi di agosto sulla pillola abortiva Ru486 che prevede l’abolizione dell’obbligo di ricovero dall’assunzione fino alla fine del percorso assistenziale (si svolgerà in day hospital) e la possibilità di assumere il farmaco fino alla nona settimana.

Marrone è irremovibile: niente somministrazione della pillola nei consultori, stop alla distribuzione in day hospital e accordi tra le istituzioni e i movimenti pro vita. Linee guida che l’assessore vorrebbe portare all’approvazione della giunta dopo aver chiesto il parere dell’avvocatura «su eventuali profili di illegittimità del provvedimento del ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità» dichiara Marrone il quale afferma di aver sottoposto l’argomento anche a «valutazioni etiche».

Una posizione che innesca l’ennesimo conflitto tra Regione e governo (è ancoa in corso quello tra il presidente Cirio e la ministra Azzolina sulla misurazione delle febbre a casa e nelle sscuole, ndr). Senza dimenticare che sulla Ru486 si aveva già provato la regione Umbria che ribadiva la necessità del ricovero.

 

 

Come detto, però, il tema non è ancora approdato in giunta e, da quanto si apprende, il governatore Cirio pare frenare sulla questione, soprattutto dopo avere ricevuto una telefonata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia il quale si è detto preoccupato dell’iniziativa di Marrone. Cirio ha così preso le distanze dal suo stesso assessore dichiarando che la proposta verrà portata prima in maggioranza per una valutazione da parte di tutti, essendo un tema che tocca le sensibilità individuali.

Dura la posizione dal parte dello schieramento di minoranza del Pd: «La destra smetta di mettere bandierine politiche su questioni che hanno a che fare con la salute dei cittadini – dichiarano il capogruppo Diego Sarno e il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi -. Si gioca con la salute per attaccare il governo con il solo fine di guadagnare un briciolo di visibilità. Non è un caso che anche in Piemonte l’iniziativa venga portata avanti da un esponente di Fratelli d’Italia, come già avvenuto in Umbria. Le linee guida sulla pillola abortiva RU 486 sono state assunte questa estate dal ministro Speranza, ascoltato il parere del consiglio superiore della Sanità, con l’intento di mettere fine a evidenti contraddizioni in essere da anni, considerato che il ricovero ospedaliero ora invocato dall’assessore Marrone, di fatto non è mai stato praticato. Il presidente Cirio intervenga per evitare che Marrone, fuori dalle proprie deleghe, apra una battaglia ideologica sul fronte della salute e del diritto di autodeterminazione delle donne, conquistato dopo anni di battaglie».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Regione sulla pillola abortiva: lo strappo di Marrone, ma Cirio frena

L’assessore regionale agli Affari Legali, Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d’Italia, vuole ribaltare la posizione del ministero della Salute ai primi di agosto sulla pillola abortiva Ru486 che prevede l’abolizione dell’obbligo di ricovero dall’assunzione fino alla fine del percorso assistenziale (si svolgerà in day hospital) e la possibilità di assumere il farmaco fino alla nona settimana.

Marrone è irremovibile: niente somministrazione della pillola nei consultori, stop alla distribuzione in day hospital e accordi tra le istituzioni e i movimenti pro vita. Linee guida che l’assessore vorrebbe portare all’approvazione della giunta dopo aver chiesto il parere dell’avvocatura «su eventuali profili di illegittimità del provvedimento del ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità» dichiara Marrone il quale afferma di aver sottoposto l’argomento anche a «valutazioni etiche».

Una posizione che innesca l’ennesimo conflitto tra Regione e governo (è ancoa in corso quello tra il presidente Cirio e la ministra Azzolina sulla misurazione delle febbre a casa e nelle sscuole, ndr). Senza dimenticare che sulla Ru486 si aveva già provato la regione Umbria che ribadiva la necessità del ricovero.

 

 

Come detto, però, il tema non è ancora approdato in giunta e, da quanto si apprende, il governatore Cirio pare frenare sulla questione, soprattutto dopo avere ricevuto una telefonata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia il quale si è detto preoccupato dell’iniziativa di Marrone. Cirio ha così preso le distanze dal suo stesso assessore dichiarando che la proposta verrà portata prima in maggioranza per una valutazione da parte di tutti, essendo un tema che tocca le sensibilità individuali.

Dura la posizione dal parte dello schieramento di minoranza del Pd: «La destra smetta di mettere bandierine politiche su questioni che hanno a che fare con la salute dei cittadini – dichiarano il capogruppo Diego Sarno e il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi -. Si gioca con la salute per attaccare il governo con il solo fine di guadagnare un briciolo di visibilità. Non è un caso che anche in Piemonte l’iniziativa venga portata avanti da un esponente di Fratelli d’Italia, come già avvenuto in Umbria. Le linee guida sulla pillola abortiva RU 486 sono state assunte questa estate dal ministro Speranza, ascoltato il parere del consiglio superiore della Sanità, con l’intento di mettere fine a evidenti contraddizioni in essere da anni, considerato che il ricovero ospedaliero ora invocato dall’assessore Marrone, di fatto non è mai stato praticato. Il presidente Cirio intervenga per evitare che Marrone, fuori dalle proprie deleghe, apra una battaglia ideologica sul fronte della salute e del diritto di autodeterminazione delle donne, conquistato dopo anni di battaglie».

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