Regione, un altro rinvio per la Città della Salute

Nonostante la Cassa Depositi e Prestiti abbia dato parere sostanzialmente positivo al piano finanziario per la Città della Salute e della Scienza di Novara, ieri, martedì 4 febbraio, l’iter si è arenato per l’ennesima volta nell’aula regionale.

Dai pareri che Cassa Depositi e Prestiti ha chiesto a quattro banche italiane e tre internazionali emerge come il punto debole della questione sia ravvisato nella durata del finanziamento, cioè di vent’anni e come alcune di loro abbiano segnalato «come punto di potenziale criticità del rischio di credito la Regione Piemonte». Un nodo che però ha comunque consentito a CdP di dare il via libera.

 

 

Il blocco in aula di ieri, invece, è stato determinato dalla presentazione di 45 emendamenti da parte dei 5 Stelle (notoriamente contrari alla legge e alla modalità del paternariato pubblico privato). Oltre a una conferenza stampa alla presenza del governatore Alberto Cirio e dell’assessore Luigi Icardi dalla quale è emerso come la situazione dei conti regionali in tema di sanità sia drammatica: un debito di 9 miliardi di euro che nel 2020 inciderà sulla spesa corrente per quasi 500 milioni di euro. E se le pecore nere sono la Città della Salute di Torino, con un rosso di 120 milioni, 40 milioni l’Asl To4 e l’Asl unica di Torino, 20 milioni l’Asl Cuneo 1 e la To5, l’ospedale Maggiore di Novara è tra le aziende piemontesi che hanno chiuso il bilancio in pari.

«L’assessore Icardi  – dichiara il vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi – dovrebbe capire che dallo scorso maggio è al governo della Regione e perciò oltre a descrivere i problemi deve indicare anche delle soluzioni. Se è vero, infatti, che nei due anni successivi all’uscita dal piano di rientro sono aumentate le spese per assumere personale e garantire farmaci innovativi, è altrettanto vero che tali spese sono state coperte da entrate straordinarie: nei conti della sanità regionale non c’è alcun disavanzo da coprire sul pregresso. Come ho ricordato in aula al capogruppo della Lega Alberto Preioni, il rischio del piano di rientro non è legato solo alla situazione finanziaria ma anche alla capacità di programmazione. Sono convinto, comunque, che prevarrà il buon senso su un provvedimento tanto importante come quello del nuovo ospedale di Novara e che nella prossima seduta di martedì 11 febbraio si arriverà al voto».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Una risposta

  1. Il’ buon senso’ invocato dal Consigliere Rossi dovrebbe suggerire modalità di finanziamento per il nuovo ospedale novarese le meno costose e meno lunghe nel tempo:esattamente il contrario di quanto si sta facendo,come l’Assessore alla sanità Icardi da mesi tenta di fare comprendere con le sue dichiarazioni e iniziative.

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Regione, un altro rinvio per la Città della Salute

Nonostante la Cassa Depositi e Prestiti abbia dato parere sostanzialmente positivo al piano finanziario per la Città della Salute e della Scienza di Novara, ieri, martedì 4 febbraio, l’iter si è arenato per l’ennesima volta nell’aula regionale.

Dai pareri che Cassa Depositi e Prestiti ha chiesto a quattro banche italiane e tre internazionali emerge come il punto debole della questione sia ravvisato nella durata del finanziamento, cioè di vent’anni e come alcune di loro abbiano segnalato «come punto di potenziale criticità del rischio di credito la Regione Piemonte». Un nodo che però ha comunque consentito a CdP di dare il via libera.

 

 

Il blocco in aula di ieri, invece, è stato determinato dalla presentazione di 45 emendamenti da parte dei 5 Stelle (notoriamente contrari alla legge e alla modalità del paternariato pubblico privato). Oltre a una conferenza stampa alla presenza del governatore Alberto Cirio e dell’assessore Luigi Icardi dalla quale è emerso come la situazione dei conti regionali in tema di sanità sia drammatica: un debito di 9 miliardi di euro che nel 2020 inciderà sulla spesa corrente per quasi 500 milioni di euro. E se le pecore nere sono la Città della Salute di Torino, con un rosso di 120 milioni, 40 milioni l’Asl To4 e l’Asl unica di Torino, 20 milioni l’Asl Cuneo 1 e la To5, l’ospedale Maggiore di Novara è tra le aziende piemontesi che hanno chiuso il bilancio in pari.

«L’assessore Icardi  – dichiara il vice presidente della commissione Sanità, Domenico Rossi – dovrebbe capire che dallo scorso maggio è al governo della Regione e perciò oltre a descrivere i problemi deve indicare anche delle soluzioni. Se è vero, infatti, che nei due anni successivi all’uscita dal piano di rientro sono aumentate le spese per assumere personale e garantire farmaci innovativi, è altrettanto vero che tali spese sono state coperte da entrate straordinarie: nei conti della sanità regionale non c’è alcun disavanzo da coprire sul pregresso. Come ho ricordato in aula al capogruppo della Lega Alberto Preioni, il rischio del piano di rientro non è legato solo alla situazione finanziaria ma anche alla capacità di programmazione. Sono convinto, comunque, che prevarrà il buon senso su un provvedimento tanto importante come quello del nuovo ospedale di Novara e che nella prossima seduta di martedì 11 febbraio si arriverà al voto».

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