Reintegrata al lavoro Giusy Pace, l’infermiera no vax che guidava i cortei. Mentre “il farmacista libero” imperversa sui social

Con lei, all’ospedale Maggiore sono stati riammessi altri diciannove dipendenti

Con lo stop all’obbligo vaccinale per il personale sanitario, questa mattina, 2 novembre, anche Giusy Pace, l’infermiera no vax che guidava i cortei è stata reintegrata all’ospedale Maggiore, dove lavora come coordinatrice infermieristica. Sembra, però, sembra che Pace non sia rientrata al lavoro e si sia messa in ferie dopo essersi rifiutata di sottoporsi al tampone. Un pensiero che ha anche affidato al proprio profilo Facebook.

L’anno scorso Pace aveva destato clamore in tutta Italia per aver sfilato in piazza, insieme ad altri oppositori del Green Pass, con la pettorina a strisce simile a quella dei deportati nei campi di concentramento. In seguito era stata sospesa per violazione dell’obbligo vaccinale mentre il suo ordine professionale l’aveva radiata per comportamento anti scientifico: un provvedimento che è stato impugnato dall’interessata e che ora è in attesa di discussione. Anche il sindacato Fsi-Uae, per il quale era stata eletta nella Rsu, le aveva revocato tutte le cariche. 

Con lei, all’ospedale Maggiore sono stati riammessi sette infermieri, un tecnico, quattro oss e sette impiegati amministrativi. Non c’erano medici no vax sospesi.

Intanto l’altro leader no vax, il farmacista di Romentino Matteo Testa, “il farmacista libero” come lui si definisce, – in prima linea con Giusy Pace nei cortei – da alcuni giorni è tornato a farsi sentire sui social con slogan anti vaccino: «Noi, i sopravvissuti della pandemenza», «Riassumendo noi avevamo ragione e voi no. Io sono stato discriminato e a voi vi hanno inoculato», «Non mi darò pace finchè i più zelanti apostoli della pandemenza non verranno sacrificati sull’altare della pseudo scienza», «L’unico bollettino che vogliamo sentire è quello delle vostre scuse».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Reintegrata al lavoro Giusy Pace, l’infermiera no vax che guidava i cortei. Mentre “il farmacista libero” imperversa sui social

Con lei, all’ospedale Maggiore sono stati riammessi altri diciannove dipendenti

Con lo stop all’obbligo vaccinale per il personale sanitario, questa mattina, 2 novembre, anche Giusy Pace, l’infermiera no vax che guidava i cortei è stata reintegrata all’ospedale Maggiore, dove lavora come coordinatrice infermieristica. Sembra, però, sembra che Pace non sia rientrata al lavoro e si sia messa in ferie dopo essersi rifiutata di sottoporsi al tampone. Un pensiero che ha anche affidato al proprio profilo Facebook.

L’anno scorso Pace aveva destato clamore in tutta Italia per aver sfilato in piazza, insieme ad altri oppositori del Green Pass, con la pettorina a strisce simile a quella dei deportati nei campi di concentramento. In seguito era stata sospesa per violazione dell’obbligo vaccinale mentre il suo ordine professionale l’aveva radiata per comportamento anti scientifico: un provvedimento che è stato impugnato dall’interessata e che ora è in attesa di discussione. Anche il sindacato Fsi-Uae, per il quale era stata eletta nella Rsu, le aveva revocato tutte le cariche. 

Con lei, all’ospedale Maggiore sono stati riammessi sette infermieri, un tecnico, quattro oss e sette impiegati amministrativi. Non c’erano medici no vax sospesi.

Intanto l’altro leader no vax, il farmacista di Romentino Matteo Testa, “il farmacista libero” come lui si definisce, – in prima linea con Giusy Pace nei cortei – da alcuni giorni è tornato a farsi sentire sui social con slogan anti vaccino: «Noi, i sopravvissuti della pandemenza», «Riassumendo noi avevamo ragione e voi no. Io sono stato discriminato e a voi vi hanno inoculato», «Non mi darò pace finchè i più zelanti apostoli della pandemenza non verranno sacrificati sull’altare della pseudo scienza», «L’unico bollettino che vogliamo sentire è quello delle vostre scuse».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata