Residenti contro giostrai: «Degrado e incuria». La replica: «Non dobbiamo dimostrare la nostra normalità»

«Non siamo un campo nomadi, paghiamo le tasse e gli allacciamenti delle utenze. Teniamo pulita l’area e viviamo nelle nostre case anche se si chiamano roulotte». Così Roberto Claudi, giostraio, uno dei tre organizzatori del luna park delle Streghe, si difende dalle accuse mosse dai residenti della zona limitrofa a viale Kennedy (che hanno firmato una petizione), tra il campo di atletica e il palazzetto dello Sport, proprio dove ogni anno si svolge il luna park e dove i giostrai, da diversi mesi, vivono con le loro roulotte. Una “residenza” forzata in seguito ai divieti di spostamento disposti dai vari Dpcm e alla conseguente impossibilità degli stessi di poter lavorare.

«I giostrai che si sono insediati nel parco dell’Agogna con i loro carrozzoni – si legge nel testo della petizione – percepiscono contributi statali per la loro attività e non hanno domandato alcun aiuto economico ad associazioni caritatevoli della città. Il sindaco, evidentemente, prefesice umiliare i cittadini residenti e costringerli a sopportare non solo il tormento del luna park ma ora anche la presenza degli abusivi. Non ravvisando nessuna ragione per consentire che per mesi i giostrai stazionino in un’area non attrezzata, con pregiudizio dell’igiene e della sicurezza, si chiede che il decoro del sito dislocando gli occupanti altrove ed evitando che la promessa cittadella dello sport divenga una sorta di campo nomadi. Non esiste una una cisterna per lo smaltimento delle acque nere e tubi di gomma provenienti dall’accampamento finiscono in un paio di tombini; non esiste una fontana di acqua potabile nè servizio igienico. I cottadini fanno la raccolta differenziata, i giostrai lanciano indistintamente la spazzatura in un cassone metallico o li abbandonano sulla via».

Dunque, secondo i residenti si tratta di abusivi, sporchi, nomadi e pure pericolosi. Gli stessi, però, che nel mese di novembre hanno donato gratuitamente alla cittadinanza uno dei loro capannoni per lo svolgimento dei tamponi rapidi nel parcheggio del PalaIgor, che lo hanno montato in due giorni e che lì l’hanno lasciato a disposizione fino alla fine della pandemia.

Ad appoggiare la lettera, il gruppo consiliare del Pd che ha depositato un’interrogazione secondo la quale i firmatari sarebbero duecenti: «Dopo i vani tentativi di ottenere un intervento da parte del primo cittadino, i residenti hanno formalizzato il loro disagio con una petizione – si legge nel testo del documento -. A queste legittime richieste il sindaco non ha fornito riscontro. Chiediamo, quindi, se l’area in cui sono temporaneamente sistemati i giostrai ha le caratteristiche minime per definirsi attrezzata e quando e come si intende intervenire per porre fine definitivamente al degrado.

«Non siamo nomadi senza residenza, ma cittadini italiani, paghiamo le tasse e ci troviamo a Novara da mesi perchè l’ultimo lavoro l’abbiamo svolto qui prima che il Dpcm di ottobre ci imponesse di chiudere tutto un’altra volta – spiega Claudi -. Appena il governo darà il via libera alla riapertura dei luna park, ce ne andremo verso il primo Comune in calendario. Le aree in cui siamo dislocati, grazie a un accordo con il Comune, sono due: in via Monte Rosa, circa dieci famiglie, e in viale Kennedy, altre 76. Di quest’ultima, in modo particolare, ci prendiamo cura e facciamo manutenzione; diversamente sarebbe un’area abbandonata. Paghiamo la raccolta dei rifiuti ad Assa, così come gli allacciamenti delle utenze; le nostre case si chiamano roulotte, ma il bagno ce l’abbiamo in casa e la fognatura è regolare. I nostri nuclei famigliari sono registrati negli uffici comunali, i nostri figli frequentano le scuole di Novara e come tanti altri italiani non possiamo lavorare, ormai da un anno, per colpa dell’emergenza sanitaria. Abbiamo ricevuto un contributo statale, ma che certo non è sufficiente che coprire le spese quotidiane. Abbiamo già dato una mano alla città con il tendone al centro sportivo del Terdoppio, ma se il Comune avesse bisogno di lavori sociali, come la pulIzia delle strade, noi siamo a disposizione e non vogliamo niente in cambio. Però non tolleriamo di essere presi di mira per quello che non siamo e non dobbiamo dimostrare a nessuno la nostra normalità».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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  1. Sono veramente deluso come membro dello spettacolo viaggiante,da quello è ho letto, le persone, che sono ospiti nel vostro comune,sono persone, più che civili,con una grande dignità, grande senso del lavoro,e sono sempre stati pronti ha fornire il loro aiuto in ogni comune che hanno sostato per lavorare pagando anche l’aria che respiravano, è portando gioia e spensieratezza, in quelle città. Parlo di persone ITALIANE, vermi da mesi come tanti ITALIANI, e invece di aiutarsi ha vicende, attaccano i più deboli,ma i più deboli sono quelle persone,che giudicano, perché??? Sono ignoranti, quelle persone anno molto più in comune con voi di quanto pensiate, lavoratori,che si fanno in quattro per i propri figli, educati con tutti,e sempre pronti ad aiutare,alle persone che hanno fatto questa petizione, o la pensano così, andate e bussate alle loro roulotte, e vi apriranno le loro porte, e se, e dico se, voi vorrete, saranno pronti ad aiutare,il comune,e i loro cittadini con il loro contributo, Ma non come ospiti,Ma COME ITALIANI…. grazie…

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Residenti contro giostrai: «Degrado e incuria». La replica: «Non dobbiamo dimostrare la nostra normalità»

«Non siamo un campo nomadi, paghiamo le tasse e gli allacciamenti delle utenze. Teniamo pulita l’area e viviamo nelle nostre case anche se si chiamano roulotte». Così Roberto Claudi, giostraio, uno dei tre organizzatori del luna park delle Streghe, si difende dalle accuse mosse dai residenti della zona limitrofa a viale Kennedy (che hanno firmato una petizione), tra il campo di atletica e il palazzetto dello Sport, proprio dove ogni anno si svolge il luna park e dove i giostrai, da diversi mesi, vivono con le loro roulotte. Una “residenza” forzata in seguito ai divieti di spostamento disposti dai vari Dpcm e alla conseguente impossibilità degli stessi di poter lavorare.

«I giostrai che si sono insediati nel parco dell’Agogna con i loro carrozzoni – si legge nel testo della petizione – percepiscono contributi statali per la loro attività e non hanno domandato alcun aiuto economico ad associazioni caritatevoli della città. Il sindaco, evidentemente, prefesice umiliare i cittadini residenti e costringerli a sopportare non solo il tormento del luna park ma ora anche la presenza degli abusivi. Non ravvisando nessuna ragione per consentire che per mesi i giostrai stazionino in un’area non attrezzata, con pregiudizio dell’igiene e della sicurezza, si chiede che il decoro del sito dislocando gli occupanti altrove ed evitando che la promessa cittadella dello sport divenga una sorta di campo nomadi. Non esiste una una cisterna per lo smaltimento delle acque nere e tubi di gomma provenienti dall’accampamento finiscono in un paio di tombini; non esiste una fontana di acqua potabile nè servizio igienico. I cottadini fanno la raccolta differenziata, i giostrai lanciano indistintamente la spazzatura in un cassone metallico o li abbandonano sulla via».

Dunque, secondo i residenti si tratta di abusivi, sporchi, nomadi e pure pericolosi. Gli stessi, però, che nel mese di novembre hanno donato gratuitamente alla cittadinanza uno dei loro capannoni per lo svolgimento dei tamponi rapidi nel parcheggio del PalaIgor, che lo hanno montato in due giorni e che lì l’hanno lasciato a disposizione fino alla fine della pandemia.

Ad appoggiare la lettera, il gruppo consiliare del Pd che ha depositato un’interrogazione secondo la quale i firmatari sarebbero duecenti: «Dopo i vani tentativi di ottenere un intervento da parte del primo cittadino, i residenti hanno formalizzato il loro disagio con una petizione – si legge nel testo del documento -. A queste legittime richieste il sindaco non ha fornito riscontro. Chiediamo, quindi, se l’area in cui sono temporaneamente sistemati i giostrai ha le caratteristiche minime per definirsi attrezzata e quando e come si intende intervenire per porre fine definitivamente al degrado.

«Non siamo nomadi senza residenza, ma cittadini italiani, paghiamo le tasse e ci troviamo a Novara da mesi perchè l’ultimo lavoro l’abbiamo svolto qui prima che il Dpcm di ottobre ci imponesse di chiudere tutto un’altra volta – spiega Claudi -. Appena il governo darà il via libera alla riapertura dei luna park, ce ne andremo verso il primo Comune in calendario. Le aree in cui siamo dislocati, grazie a un accordo con il Comune, sono due: in via Monte Rosa, circa dieci famiglie, e in viale Kennedy, altre 76. Di quest’ultima, in modo particolare, ci prendiamo cura e facciamo manutenzione; diversamente sarebbe un’area abbandonata. Paghiamo la raccolta dei rifiuti ad Assa, così come gli allacciamenti delle utenze; le nostre case si chiamano roulotte, ma il bagno ce l’abbiamo in casa e la fognatura è regolare. I nostri nuclei famigliari sono registrati negli uffici comunali, i nostri figli frequentano le scuole di Novara e come tanti altri italiani non possiamo lavorare, ormai da un anno, per colpa dell’emergenza sanitaria. Abbiamo ricevuto un contributo statale, ma che certo non è sufficiente che coprire le spese quotidiane. Abbiamo già dato una mano alla città con il tendone al centro sportivo del Terdoppio, ma se il Comune avesse bisogno di lavori sociali, come la pulIzia delle strade, noi siamo a disposizione e non vogliamo niente in cambio. Però non tolleriamo di essere presi di mira per quello che non siamo e non dobbiamo dimostrare a nessuno la nostra normalità».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore