«Sicuramente si tratta di una buona notizia. Il nostro Comune già un anno fa, insieme all’associazione transfrontaliera Svizzera – Italia, si era fatto portavoce per ottenere un incontro con la Provincia di Novara, dove si sarebbe chiesto all’amministrazione guidata da Federico Binatti di prendere a cuore la situazione, provando a verificare se esistessero le possibilità per una apertura della ferrovia Arona – Santhià».
Commenta così il sindaco di Romagnano Sesia Alessandro Carini la notizia, comunicata alla vigilia delle festività natalizie dalle Ferrovie dello Stato e rilanciata dal parlamentare aronese Alberto Gusmeroli, dello stanziamento di una prima somma di 5 milioni di euro destinata alla realizzazione di uno studio di fattibilità per verificare le sussistano le condizioni per una riattivazione di una storica linea, da ormai dodici anni chiusa al traffico passeggeri.
Per Carini l’Arona – Santhià «è una ferrovia di una notevole importanza come collegamento tra la Svizzera, il lago Maggiore e Torino. In occasione di quella riunione lo stesso ente di Palazzo Natta aveva sollecitato un intervento dell’onorevole Gusmeroli, precedentemente già contattato dalla stessa associazione dei pendolari». E in occasione di quell’incontro il parlamentare aronese annunciò che avrebbe incontrato i vertici delle Ferrovie per fare il punto della situazione.
«La nostra amministrazione – ha continuato Carini – è chiaramente soddisfatta per lo stanziamento di questi primi 5 milioni destinato a realizzare uno studio di fattibilità. Sicuramente abbiamo contribuito anche noi a questo tentativo di verifica se sussistano o meno le condizioni per riaprire la ferrovia. O almeno, che ci venga detto una volta per tutte qualcosa di chiaro sul destino di questa linea, viste le condizioni di estremo degrado in cui versa in alcuni punti».
L’eventuale riattivazione al traffico passeggeri dell’Arona – Santhià comporterà anche una riapertura della stazione di Romagnano Sesia (nella foto), «oggi operativa – ha spiegato ancora il sindaco – solo per i convogli merci che transitano sulla Novara – Varallo, mentre con il ripristino delle corse tradizionali potrebbe tornare a essere un punto nodale strategicamente importante per la Valsesia e non solo. Ci sono da tempo tante aziende del territorio che reclamano la riapertura di questa ferrovia, sicuramente un elemento che potrà esercitare un sostegno economico della zona, anche in chiave turistica. Però è importante che adesso si passi dagli annunci ai fatti».