Riapertura delle sedi dei Quartieri: verso un accorso trasversale entro l’estate

Dopo che la minoranza ha accettato di ritirare una propria mozione di fronte alla promessa di portare l'argomento in Commissione. L'ex sindaco Giordano: «Fu un errore la loro chiusura»

Se ne parla, ciclicamente, ormai da anni. Forse addirittura appena dopo l’entrata in vigore della legge che ha portato alla soppressione dei Consigli circoscrizionali. Sta di fatto che all’ombra della Cupola i CdQ, i “Quartieri” (volutamente scritti con la maiuscola per distinguerli dai semplici rioni), nati in forma spotanea all’inizio degli anni ’70 e poi “istituzionalizzati” dagli allora sindaco Ezio Leonardi e assessore Enrico Nerviani, hanno scritto pagine di piccola storia politico – amministrativa della città. Sono stati un filo diretto tra Palazzo Cabrino e i problemi riconducibili a una strada o a un parchetto magari periferico. Inoltre, per diverse persone, hanno rappresentato una “palestra” politica che ha permesso loro di apprendere i meccanismi della macchina amministrativa. Infine, nelle sedi dei CdQ funzionavano servizi di assistenza ambulatoriale, venivano ospitate iniziative culturali, erano aperte al pubblico la biblioteca.


Negli ultimi anni la rinascita in alcune zone di Novara di “comitati spontanei” ha fatto un po’ da contraltare alla continua diminuzione dell’affluenza alle urne in occasione degli appuntamenti elettorali. Ma in mezzo a tutto questo ci sono anche – come tante piccole cattedrali nel deserto – le undici sedi dei vecchi CdQ (nella foto quello del Nord, presso la Coop di via Fara), beni immobili comunali che potrebbero essere riaperte. Di questo se ne è fatto paladino in sede di campagna elettorale il candidato sindaco – oggi capogruppo del Pd – Nicola Fonzo, tornato a riproporlo in occasione dell’ultimo Consiglio comunale attraverso una mozione. Non un puro ritorno al passato, ma una riattivazione in chiave nuova, sganciate da certe logiche della politica, mutuando esperienze come quella di Verbania, realtà però particolare per ragioni storiche.

Quello che Fonzo ha comunque proposto in prima battuta è «la riapertura delle sedi, subito, perché alcune di loro versano in stato di completo abbandono». Una proposta in questo caso raccolta dalla maggioranza, che nell’occasione ha quindi concordato con la controparte il ritiro della mozione e l’inizio di una discussione condivisa in sede di Commissione per giungere a una proposta unitaria entro l’estate. E’ risaputo del resto che nello stesso centrodestra non pochi vedono con favore la riapertura dei Quartieri. A cominciare dall’ex sindaco Massimo Giordano, ultimo primo cittadino ad averci convissuto: «Nonostante l’attuale amministrazione sia particolarmente attenta al territorio – ha detto – penso che la chiusura dei Quartieri fu un errore. Per tanto tempo hanno rappresentato un occhio del Comune sul territorio e per diversi novaresi l’opportunità di avvicinarsi e conoscere l’attività politica».

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Riapertura delle sedi dei Quartieri: verso un accorso trasversale entro l’estate

Dopo che la minoranza ha accettato di ritirare una propria mozione di fronte alla promessa di portare l’argomento in Commissione. L’ex sindaco Giordano: «Fu un errore la loro chiusura»

Se ne parla, ciclicamente, ormai da anni. Forse addirittura appena dopo l’entrata in vigore della legge che ha portato alla soppressione dei Consigli circoscrizionali. Sta di fatto che all’ombra della Cupola i CdQ, i “Quartieri” (volutamente scritti con la maiuscola per distinguerli dai semplici rioni), nati in forma spotanea all’inizio degli anni ’70 e poi “istituzionalizzati” dagli allora sindaco Ezio Leonardi e assessore Enrico Nerviani, hanno scritto pagine di piccola storia politico – amministrativa della città. Sono stati un filo diretto tra Palazzo Cabrino e i problemi riconducibili a una strada o a un parchetto magari periferico. Inoltre, per diverse persone, hanno rappresentato una “palestra” politica che ha permesso loro di apprendere i meccanismi della macchina amministrativa. Infine, nelle sedi dei CdQ funzionavano servizi di assistenza ambulatoriale, venivano ospitate iniziative culturali, erano aperte al pubblico la biblioteca.


Negli ultimi anni la rinascita in alcune zone di Novara di “comitati spontanei” ha fatto un po’ da contraltare alla continua diminuzione dell’affluenza alle urne in occasione degli appuntamenti elettorali. Ma in mezzo a tutto questo ci sono anche – come tante piccole cattedrali nel deserto – le undici sedi dei vecchi CdQ (nella foto quello del Nord, presso la Coop di via Fara), beni immobili comunali che potrebbero essere riaperte. Di questo se ne è fatto paladino in sede di campagna elettorale il candidato sindaco – oggi capogruppo del Pd – Nicola Fonzo, tornato a riproporlo in occasione dell’ultimo Consiglio comunale attraverso una mozione. Non un puro ritorno al passato, ma una riattivazione in chiave nuova, sganciate da certe logiche della politica, mutuando esperienze come quella di Verbania, realtà però particolare per ragioni storiche.

Quello che Fonzo ha comunque proposto in prima battuta è «la riapertura delle sedi, subito, perché alcune di loro versano in stato di completo abbandono». Una proposta in questo caso raccolta dalla maggioranza, che nell’occasione ha quindi concordato con la controparte il ritiro della mozione e l’inizio di una discussione condivisa in sede di Commissione per giungere a una proposta unitaria entro l’estate. E’ risaputo del resto che nello stesso centrodestra non pochi vedono con favore la riapertura dei Quartieri. A cominciare dall’ex sindaco Massimo Giordano, ultimo primo cittadino ad averci convissuto: «Nonostante l’attuale amministrazione sia particolarmente attenta al territorio – ha detto – penso che la chiusura dei Quartieri fu un errore. Per tanto tempo hanno rappresentato un occhio del Comune sul territorio e per diversi novaresi l’opportunità di avvicinarsi e conoscere l’attività politica».

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