Riapertura, Minicucci: «E’ il miglior protocollo possibile per far ripartire le imprese»

«E’ un ottimo protocollo. Siamo partiti con quello proposto dall’Inail, che avrebbe messo molte aziende nella condizione di non riaprire, e siamo invece arrivati a questo documento d’intesa finale, partito da Veneto, Emilia Romagna e fatto subito proprio anche da Piemonte, nella cui stesura si sono seguite le indicazioni di logica e non di filosofia. Un grande plauso al governatore Cirio. Nella sostanza è un protocollo uscito dalla praticità delle imprese. E’ il meglio che in questo momento ci si poteva aspettare, perché aiuta le imprese a ripartire».

 

 

Per la ripresa dell’attività di negozi e locali, al momento, in base al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, la riapertura, in tutta Italia, per i negozi, è fissata per lunedì 18, compresi parrucchieri ed estetiste; per i mercati, ovviamente per tutte le tipologie merceologiche, il 20.

«Per le attività di somministrazione – spiega Minicucci – c’è ancora un punto interrogativo perché non è ancora stato emesso il Dpcm, che dovrebbe arrivare in giornata. O meglio: se per tutta Italia fosse dato il via libera per il 18 maggio, in Piemonte, bar, pasticcerie, ristoranti, gastronomie, ed altri riapriranno il 23; se invece la data nazionale fissata per la riapertura fosse quella del 25, il Piemonte aprirà il 25».

Le novità più importanti, per bar e ristoranti, sono: la predisposizione di un cartello, per le modalità di ingresso, in doppia lingua; il titolare può predisporre, ma non è d’obbligo, il rilevamento della temperatura corporea; dispositivi di igienizzazione nel locale a disposizione dei clienti.

«Si deve prevedere e privilegiare, per i ristoranti,  l’accesso con prenotazione – spiega Minicucci – In questo caso l’elenco delle persone che hanno prenotato deve essere conservato dal titolare per 14 giorni. Si può accedere in numero pari ai posti stabiliti; dove  è possibile, dare più spazio all’aperto con i dehors, i tavoli devono essere distanziati tra di loro di almeno un metro, così come i clienti. Se però al ristorante si presenta una famiglia la regola ovviamente non vale. Non è più previsto il buffet e il divisorio in plexiglass (che tante perplessità aveva sollevato, ndr) può essere messo sul tavolo solo su eventuale richiesta del cliente».

In sostanza, novità importante, è sparito il parametro della metratura del locale (in base alla quale si poteva calcolare l’accesso dei clienti) a favore del distanziamento degli stessi. Per quanto riguarda il personale di servizio ai tavoli «deve usare la mascherina ma non guanti, con l’accortezza di igienizzare spesso le mani; per i clienti è d’obbligo indossare la mascherina per entrare e per muoversi all’interno del locale; la possono togliere solo se seduti al tavolo. Per quanto riguarda i prodotti è consigliato l’uso di monodosi (esempio sale, olio e aceto, ndr) e le posate devono essere igienizzate».

Indicazioni anche per il menù che non può più essere cartaceo, a meno che non sia “usa e getta”. Privilegiato quello on line o in alternativa quelli plastificati, che devono essere sanificati, oppure, estrema ratio, la classica lavagna.

Per quanto riguarda tutte le altre tipologie di negozi valgono le regole “base”, ovvero «cartello in doppia lingua; possibile ma non obbligatoria, la rilevazione della temperatura, distanza di un metro tra un cliente e l’altro. Se qualcuno vuole provare un capo d’abbigliamento gli devono essere dati i guanti monouso, oltre al gel igienizzante».

Per quanto riguarda parrucchieri, estetisti e servizi alla persona in genere, l’accesso ai clienti è su prenotazione (con conservazione dell’elenco per 14 giorni); possibile la rilevazione della temperatura corporea al cliente, mantenere la distanza di un metro tra le singole postazioni di lavoro e tra i clienti e presenza di gel igienizzanti nel locale. Ma, per quei trattamenti che implicano una distanza tra operatore e cliente inferiore al metro, sia il cliente che l’operatore “devono indossare una mascherina a protezione delle vie aeree (fatti salvi, per l’operatore, eventuali dispositivi di protezione individuale ad hoc come la mascherina FFP2 o la visiera protettiva, i guanti, il grembiule monouso, associati a rischi specifici propri della mansione); in particolare per i servizi di estetica, nell’erogazione della prestazione che richiede una distanza ravvicinata, l’operatore deve indossare la visiera protettiva e mascherina FFP2 senza valvola”.

Per i mercati infine, per i titolari dei posti, pulizia e igienizzazione delle attrezzature prima dell’avvio dell’attività, obbligatorio l’uso della mascherina ma non dei guanti, che possono essere sostituiti da gel igienizzante; prodotti igienizzanti per i clienti in ogni banco; distanziamento interpersonale e tra gli altri operatori, di almeno un metro; per la vendita di abbigliamento occorre mettere a disposizione dei clienti guanti monouso per poter toccare e scegliere in autonomia la merce. L’igienizzazione dei capi è prevista solo nel caso di vendita di abbigliamento o calzature usati.

 

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Riapertura, Minicucci: «E’ il miglior protocollo possibile per far ripartire le imprese»

«E’ un ottimo protocollo. Siamo partiti con quello proposto dall’Inail, che avrebbe messo molte aziende nella condizione di non riaprire, e siamo invece arrivati a questo documento d’intesa finale, partito da Veneto, Emilia Romagna e fatto subito proprio anche da Piemonte, nella cui stesura si sono seguite le indicazioni di logica e non di filosofia. Un grande plauso al governatore Cirio. Nella sostanza è un protocollo uscito dalla praticità delle imprese. E’ il meglio che in questo momento ci si poteva aspettare, perché aiuta le imprese a ripartire».     Per la ripresa dell’attività di negozi e locali, al momento, in base al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, la riapertura, in tutta Italia, per i negozi, è fissata per lunedì 18, compresi parrucchieri ed estetiste; per i mercati, ovviamente per tutte le tipologie merceologiche, il 20. «Per le attività di somministrazione – spiega Minicucci – c’è ancora un punto interrogativo perché non è ancora stato emesso il Dpcm, che dovrebbe arrivare in giornata. O meglio: se per tutta Italia fosse dato il via libera per il 18 maggio, in Piemonte, bar, pasticcerie, ristoranti, gastronomie, ed altri riapriranno il 23; se invece la data nazionale fissata per la riapertura fosse quella del 25, il Piemonte aprirà il 25». Le novità più importanti, per bar e ristoranti, sono: la predisposizione di un cartello, per le modalità di ingresso, in doppia lingua; il titolare può predisporre, ma non è d’obbligo, il rilevamento della temperatura corporea; dispositivi di igienizzazione nel locale a disposizione dei clienti. «Si deve prevedere e privilegiare, per i ristoranti,  l’accesso con prenotazione – spiega Minicucci - In questo caso l’elenco delle persone che hanno prenotato deve essere conservato dal titolare per 14 giorni. Si può accedere in numero pari ai posti stabiliti; dove  è possibile, dare più spazio all’aperto con i dehors, i tavoli devono essere distanziati tra di loro di almeno un metro, così come i clienti. Se però al ristorante si presenta una famiglia la regola ovviamente non vale. Non è più previsto il buffet e il divisorio in plexiglass (che tante perplessità aveva sollevato, ndr) può essere messo sul tavolo solo su eventuale richiesta del cliente». In sostanza, novità importante, è sparito il parametro della metratura del locale (in base alla quale si poteva calcolare l’accesso dei clienti) a favore del distanziamento degli stessi. Per quanto riguarda il personale di servizio ai tavoli «deve usare la mascherina ma non guanti, con l’accortezza di igienizzare spesso le mani; per i clienti è d’obbligo indossare la mascherina per entrare e per muoversi all’interno del locale; la possono togliere solo se seduti al tavolo. Per quanto riguarda i prodotti è consigliato l’uso di monodosi (esempio sale, olio e aceto, ndr) e le posate devono essere igienizzate». Indicazioni anche per il menù che non può più essere cartaceo, a meno che non sia “usa e getta”. Privilegiato quello on line o in alternativa quelli plastificati, che devono essere sanificati, oppure, estrema ratio, la classica lavagna. Per quanto riguarda tutte le altre tipologie di negozi valgono le regole “base”, ovvero «cartello in doppia lingua; possibile ma non obbligatoria, la rilevazione della temperatura, distanza di un metro tra un cliente e l’altro. Se qualcuno vuole provare un capo d’abbigliamento gli devono essere dati i guanti monouso, oltre al gel igienizzante». Per quanto riguarda parrucchieri, estetisti e servizi alla persona in genere, l’accesso ai clienti è su prenotazione (con conservazione dell’elenco per 14 giorni); possibile la rilevazione della temperatura corporea al cliente, mantenere la distanza di un metro tra le singole postazioni di lavoro e tra i clienti e presenza di gel igienizzanti nel locale. Ma, per quei trattamenti che implicano una distanza tra operatore e cliente inferiore al metro, sia il cliente che l’operatore “devono indossare una mascherina a protezione delle vie aeree (fatti salvi, per l’operatore, eventuali dispositivi di protezione individuale ad hoc come la mascherina FFP2 o la visiera protettiva, i guanti, il grembiule monouso, associati a rischi specifici propri della mansione); in particolare per i servizi di estetica, nell’erogazione della prestazione che richiede una distanza ravvicinata, l’operatore deve indossare la visiera protettiva e mascherina FFP2 senza valvola”. Per i mercati infine, per i titolari dei posti, pulizia e igienizzazione delle attrezzature prima dell’avvio dell’attività, obbligatorio l’uso della mascherina ma non dei guanti, che possono essere sostituiti da gel igienizzante; prodotti igienizzanti per i clienti in ogni banco; distanziamento interpersonale e tra gli altri operatori, di almeno un metro; per la vendita di abbigliamento occorre mettere a disposizione dei clienti guanti monouso per poter toccare e scegliere in autonomia la merce. L’igienizzazione dei capi è prevista solo nel caso di vendita di abbigliamento o calzature usati.  

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