Ci fu un antifascismo prima del fascismo? La risposta affermativa la si può trovare nei fatti dell’estate del 1922, quando la popolazione di Lumellogno si oppose al dilagare delle violenze perpetrate dalle squadre fasciste, respingendo al termine di un’autentica battaglia combattuta nelle giornate del 15 e 16 luglio, il tentativo di “occupazione” della frazione da parte delle frange più estreme del nascente fascismo. Badili, forconi e altri strumenti da lavoro contro armi da fuoco, ma alla fine le “squadracce” abbandonarono Novara e le località limitrofe. Un episodio costato la vita a sei giovani del posto che questa mattina, sabato 16 luglio, a un secolo esatto di distanza, è stato ricordato con una celebrazione ufficiale nella chiesa della frazione e presso il Monumento ai Caduti.
Al consigliere comunale Ezio Romano e all’ex presidente del CdQ Carlo Migliavacca, storico locale, il compito della ricostruzione dei fatti: «La nostra gente – è stato detto tra l’altro – ha combattuto contro il nascente fascismo un secolo fa e nel 2007 al Comune di Novara, attraverso questo episodio, è stata attribuita la massima onorificenza della Repubblica, la Medaglia d’oro al merito civile dall’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano».
Ringraziamenti sono poi andati il parroco della frazione, don Fabrizoo Mancin, per l’iniziativa del quadro, ispirato a quello della Madonna di Tanzio da Varallo e che raffigura i sei caduti lumellognesi di quei giorni. Oggi si è potuto ammirare il bozzetto e l’opera, che sarà realizzata da Roberto Denisi, una volta ultimata sarà collocata in una delle cappelle della chiesa parrocchiale.
Carlo Migliavacca ha pubblicato negli scorsi anni un libro che contiene le testimonianze di chi partecipò a quell’evento, e che si inquadra in un periodo più ampio dove anche il territorio novarese venne messo a ferro e fuoco dalle violenze delle squadracce fascite, mentre nel 2009 venne realizzato dal regista Vanni Vallino un docu-film che vide la partecipazione di attori professionisti e gli stessi abitanti di Lumellogno. Oggi, grazie alla collaborazione del liceo Artistico “Casorati”, sono stati restaurati il Monumento ai Caduti di Lumellogno e quelli di Casalgiate e Monticello, oltre a quello dedicato a Pier Lombardo.
I presenti hanno poi formato un corteo che ha raggiunto il Monumeto dove è stata deposta una corona. Il prefetto Francesco Garsia ha letto il messaggio fatto pervenire nell’occasione dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “A distanza di cento anni – ha scritto tra l’altro il capo dello Stato – la Repubblica si inchina alla memoria dei quei Caduti. Il loro sacrificio e la coerenza in quei valori hanno contribuito nel tempo a superare la dittatura che si era imposta e a costruire la democrazia nel nostro Paese, alimentando la consapevolezza in un percorso di libertà e crescita sociale, fondamento della nostra Costituzione”.
«Se Novara – ha poi detto il sindaco Alessandro Canelli – possiede una medaglia d’oro al merito civile è perché qualcuno cento anni fa aveva capito cosa stava per succedere nel nostro Paese; e cominciò a ribellarsi a questo. Oggi siamo qui a ricordare quelle sei persone che sono morte. Il fascismo non era ancora al potere, ma stava cominciando a farlo con metodi brutali. Qui è partita questa resistenza. La città fu poi “fascistizzata”, ma Lumellogno salvò l’onore».