Ricordato a Vignale il sacrificio dei “Tredici Martiri”

Questa mattina, domenica 27 agosto, nella frazione a nord della città la consueta cerimonia commemorativa tenutasi a causa del maltempo nella chiesa parrocchiale e poi brevemente davanti alla lapide al ponte stradale: «Da questi ragazzi un messaggio per i più giovani»

Gli anni passano inesorabilmente. Ora sono 79, ma il ricordo deve essere perpetuato nel tempo, per e dalle nuove generazioni. Sotto questo aspetto la presidente provinciale dell’Anpi Michela Cella ha voluto evidenziare come sia un risultato positivo il fatto che in tanti, soprattutto giovani, si siano recentemente avvicinati all’Associazione partigiani.


Così stamattina, domenica 27 agosto, a Vignale è stato ricordato ancora una volta il sacrificio dei “Tredici Martiri” – Renato Crestanini, Giovanni e Natale Diotti, Fausto Gatti, Igino Mancin, Secondo Passera, Erminio Sara, Orione e Spartaco Berto, Antonio Dentim Pietro Milinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini – fucilati nell’agosto del 1944 tra il ponte stradale e quello della ferrovia per essersi rifiutati di arruolarsi tra le forze della repubblica di Salò.


Cerimonia semplice, come da tradizione, con la parte commemorativa tenutasi a causa del maltempo nella chiesa parrocchiale al termine della messa, dove si sono ritrovate autorità civili e militari, l’Ampi e Assoarma. Nel corso della funzione religiosa il parroco don Ezio Piazza ha ricordato il sacrificio «di questi giovani per donarci il patrimonio di quella la libertà di cui oggi godiamo e che in patte è dovuta a loro. Ma ogni patrimonio è anche una responsabilità. Ecco che importante sia non dilapidarlo, perché costato la vita di qualcuno». Parole alle quali si è poi unita l’assessore Silvana Moscatelli, nel portare il saluto dell’amministrazione comunale, ricordando come il fatto «di poter vivere oggi in un Paese libero lo dobbiamo anche al sacrificio di tanti come quello di questi ragazzi». Poiché erano giovani, ecco spiegata la scelta, ha aggiunto, di affidare l’orazione ufficiale a uno studente universitario come Luca Giani, «perché è alle nuove generazioni che dobbiamo lasciare il messaggio di pace e di libertà».


L’oratore ha voluto iniziare analizzando la parola “martiri” per capire «quella spinta che ci porta qui; ma martiri, testimoni e memoria sono termini dalle radici comuni fondamentali per noi oggi che ricordiamo questi ragazzi, che sono stati un esempio di coerenza nella loro scelta», che li ha resi in qualche modo testimoni davanti alla storia.


Alcuni presenti con la presidente dell’Anpi Cella ed Erminio Mancin, giovane parente di una delle vittima di quel tragico giorno, hanno poi voluto ugualmente sostare per un momento davanti a uno dei due cippi che ricorda l’eccidio. In particolare, Mancin ha ricordato un suo recente viaggio ad Auschwitz, sottolineando l’importanza per ciascuno di noi di visitare un «luogo della Memoria come quello, senza tralasciare tanti piccoli luoghi come questo».

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Questa mattina, domenica 27 agosto, nella frazione a nord della città la consueta cerimonia commemorativa tenutasi a causa del maltempo nella chiesa parrocchiale e poi brevemente davanti alla lapide al ponte stradale: «Da questi ragazzi un messaggio per i più giovani»

Gli anni passano inesorabilmente. Ora sono 79, ma il ricordo deve essere perpetuato nel tempo, per e dalle nuove generazioni. Sotto questo aspetto la presidente provinciale dell'Anpi Michela Cella ha voluto evidenziare come sia un risultato positivo il fatto che in tanti, soprattutto giovani, si siano recentemente avvicinati all'Associazione partigiani.


Così stamattina, domenica 27 agosto, a Vignale è stato ricordato ancora una volta il sacrificio dei “Tredici Martiri” - Renato Crestanini, Giovanni e Natale Diotti, Fausto Gatti, Igino Mancin, Secondo Passera, Erminio Sara, Orione e Spartaco Berto, Antonio Dentim Pietro Milinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini – fucilati nell'agosto del 1944 tra il ponte stradale e quello della ferrovia per essersi rifiutati di arruolarsi tra le forze della repubblica di Salò.


Cerimonia semplice, come da tradizione, con la parte commemorativa tenutasi a causa del maltempo nella chiesa parrocchiale al termine della messa, dove si sono ritrovate autorità civili e militari, l'Ampi e Assoarma. Nel corso della funzione religiosa il parroco don Ezio Piazza ha ricordato il sacrificio «di questi giovani per donarci il patrimonio di quella la libertà di cui oggi godiamo e che in patte è dovuta a loro. Ma ogni patrimonio è anche una responsabilità. Ecco che importante sia non dilapidarlo, perché costato la vita di qualcuno». Parole alle quali si è poi unita l'assessore Silvana Moscatelli, nel portare il saluto dell'amministrazione comunale, ricordando come il fatto «di poter vivere oggi in un Paese libero lo dobbiamo anche al sacrificio di tanti come quello di questi ragazzi». Poiché erano giovani, ecco spiegata la scelta, ha aggiunto, di affidare l'orazione ufficiale a uno studente universitario come Luca Giani, «perché è alle nuove generazioni che dobbiamo lasciare il messaggio di pace e di libertà».


L'oratore ha voluto iniziare analizzando la parola “martiri” per capire «quella spinta che ci porta qui; ma martiri, testimoni e memoria sono termini dalle radici comuni fondamentali per noi oggi che ricordiamo questi ragazzi, che sono stati un esempio di coerenza nella loro scelta», che li ha resi in qualche modo testimoni davanti alla storia.


Alcuni presenti con la presidente dell'Anpi Cella ed Erminio Mancin, giovane parente di una delle vittima di quel tragico giorno, hanno poi voluto ugualmente sostare per un momento davanti a uno dei due cippi che ricorda l'eccidio. In particolare, Mancin ha ricordato un suo recente viaggio ad Auschwitz, sottolineando l'importanza per ciascuno di noi di visitare un «luogo della Memoria come quello, senza tralasciare tanti piccoli luoghi come questo».

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