Sono passati trentotto anni ma il ricordo di quella tragica mattina del 2 marzo 1985 è ancora vivo in tanti novaresi, del quartiere e non solo. In via Papa Sarto, all’altezza del parchetto situato a destra della strada per chi la percorre in direzione di corso della Vittoria, qualcuno porta quasi quotidianamente dei fiori freschi al cippo che ricorda il sacrificio di Biagio Franco, il giovane agente della Polizia di Stato che perse la vita investito dall’auto di malviventi in fuga. Un tragico fatto, quello del primo appartenente alle forze dell’ordine caduto in città in servizio, che colpì molto i novaresi, in un’epoca che aveva visto il Paese uscire con molta fatica dagli anni del terrorismo.
Così il sacrificio dell’agente Biagio Franco è stato ricordato anche questa mattina, giovedì 2 marzo, con una beve ma significativa cerimonia alla presenza del sindaco Alessandro Canelli, del prefetto Francesco Garsia, del questore Alessandra Faranda Cordella e di altre autorità, fra le quali una delegazione dell’Aps. Una corona è stata deposta al cippo che ricorda il sacrificio del poliziotto, preceduta dalle note del “Silenzio” e poi dal suono della sirena di un’auto della Polizia.
Il capo di Gabinetto della Questura Dionisio Peluso ha ricostruito quel tragico giorno accompagnandolo con qualche nota biografica. Originario della provincia di Salerno, Biagio Franco era nato il 24 gennaio 1959. Arruolatosi nell’allora Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza nel 1978 dopo aver completato il corso specifico venne assegnato l’anno successivo alla Questura di Novara. Una scelta non casuale: nella nostra città Biagio Franco già lavorava come cameriere in un locale. Sposatosi nel 1982, colleghi e amici lo ricordano ancora oggi come un ragazzo estroverso e solare, sempre disponibile, gran lavoratore. Sino a quella mattina del 2 marzo 1985. Poco dopo le 4, giunse la segnalazione di un tentativo di furto presso una conosciuta attività commerciale di via Papa Sarto. Intervento insieme a dei colleghi con una “Volante”, Biago Franco cercò di ostacolare la fuga dei malviventi posizionatosi sul marciapiede, ma veniva però travolto dall’auto, rimanendo ucciso. «Nonostante l’inseguimento e i successivi sforzi investigativi – ha ricordato ancora Peluso – non fu possibile per l’epoca individuare i responsabili. Un anno dopo, alla presenza dell’allora ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfato, nel parchetto veniva posizionata una croce in granito, a ricordare il sacrificio del giovane poliziotto», al quale nel 2016 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito la Medaglia d’oro al Merito civile alla memoria.
Il luogo che ricorda la morte dell’agente è stato purtroppo anche teatro di un gesto vandalico: nel maggio di tre anni fa ignoti asportavano la croce di granito. Immediatamente il Comune con la collaborazione dell’Aps provvedevano alla realizzazione dell’attuale cippo commemorativo: «Oggi anche la vedova di Biagio non è più fra noi, ma lo ricordiamo lo stesso. Il vivere quotidiano, con gli impegni professionali che ci sollecitano, spesso ci fanno andare di fretta. Oggi, come faremo nei prossimi anni, ci fermiamo per onorare il nostro collega. Fermarci a rammentare l’esempio di coraggio che ci ha consegnato, di come si possa preferire l’interesse della comunità alla nostra stessa incolumità».