Medici di base: meno ambiti, più scelta. Ma per il sindaco di Suno «è solo un palliativo»

Dal 1° gennaio il territorio novarese sarò diviso tra nord e sud. Il primo cittadino Giuliani è portavoce indiretto di tanati colleghi. Dello stesso parere il consigliere regionale Rossi

Cala il numero di medici di medicina generale e la Regione Piemonte, accogliendo la proposta a sue tempo presentata da Asl Novara, ha ridisegnato gli ambiti territoriali per la scelta del medico di famiglia, riducendone drasticamente il numero. In sostanza, dal prossimo 1° gennaio, salvo sorprese dell’ultima ora, il numero scende da dieci a due soltanto.

L’ambito territoriale rappresenta il limite geografico entro in cui il cittadino può esprimere la scelta del proprio medico di fiducia e nello stesso tempo il territorio dove il medico di medicina generale è autorizzato ad esercitare la sua attività. Per quanto riguarda la provincia il primo ambito, rinominato “Sud”, comprenderà la città di Novara e i comuni di Biandrate, Borgolavezzaro, Briona, Caltignaga, Cameri, Carpignano Sesia, Casalbeltrame, Casaleggio Novara, Casalino, Casalvolone, Castellazzo Novarese, Cerano, Fara Novarese, Garbagna Novarese, Granozzo con Monticello, Galliate, Landiona, Mandello Vitta, Nibbiola, Recetto, Romentino, San Nazzaro Sesia, San Pietro Mosezzo, Sillavengo, Sozzago, Terdobbiate, Tornaco, Trecate, Vespolate e Vicolungo. Tutti gli altri centri, saranno raggruppati dell’ambito “Nord”: Agrate Conturbia, Arona, Barengo, Boca, Bellinzago Novarese, Bogogno, Bolzano Novarese, Borgomanero, Borgo sopra Ticino, Briga Novarese, Castelletto Ticino, Cavaglietto, Cavaglio d’Agogna, Cavallirio, Colazza, Comignago, Cressa, Cureggio, Divignano, Dormelletto, Fontaneto d’Agogna, Gargallo, Gattico-Veruno, Ghemme, Gozzano, Invorio, Lesa, Maggiora, Marano Ticino, Massino Visconti, Meina, Mezzomerico, Momo, Nebbiuno, Oleggio, Oleggio Castello, Paruzzaro, Pisano, Pogno, Pombia, Sizzano, Soriso, Suno, Vaprio d’Agogna e Varallo Pombia.

Questa riduzione, hanno fatto sapere dall’Asl Novara, consentirà ai medici di famiglia di disporre di una maggiore possibilità di assistere cittadini residenti in altri comuni, ovviando così carenza dei medici, che in questi ultimi anni è stata particolarmente critica soprattutto nel territorio del Medio Novarese.

«Si tratta di un piccolo palliativo che può lenire il dolore di una ferita che avrebbe bisogno di una massiccia terapia antibiotica – ha commentato il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi – Certamente potrà aiutare qualche piccolo comune a fronteggiare il problema, almeno per un certo periodo di tempo, ma non siamo di fronte alla risposta di cui ha bisogno il sistema».

Per l’esponente della minoranza a Palazzo Lascaris di tratta «di un piccolo passo avanti, ma serve programmazione per consentire un corretto ricambio a fronte di una popolazione di medici abbastanza anziana con un forte impegno sulle borse di studio. Per affrontare un’emergenza straordinaria, e lo stiamo ribadendo da anni, occorre un piano di intervento straordinario e una politica di investimenti sulla sanità, mentre questo Governo ha scelto di tagliare i fondi, contrariamente la medicina del territorio entrerà in crisi».

Piuttosto critico è stato anche il giudizio espresso da tanti primi cittadini. Portavoce indiretto è il sindaco di Suno, Riccardo Giuliani. Anche lui ha voluto usare il termine “palliativo” per descrivere una «estremamente critica, che penalizza tanti cittadini e che vede i medici aumentare il numero dei loro assistiti da mille a poco meno di duemila, creando possibili disagi tanto a loro, dovendo “coprire” un teerritorio molto più ampio, quanto a diverse fasce di popolazione, soprattutto a quella anziana. Ci troveremo di fronte non più a un medico di famiglia ma, di fato, a un medico della provincia».

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Dal 1° gennaio il territorio novarese sarò diviso tra nord e sud. Il primo cittadino Giuliani è portavoce indiretto di tanati colleghi. Dello stesso parere il consigliere regionale Rossi

Cala il numero di medici di medicina generale e la Regione Piemonte, accogliendo la proposta a sue tempo presentata da Asl Novara, ha ridisegnato gli ambiti territoriali per la scelta del medico di famiglia, riducendone drasticamente il numero. In sostanza, dal prossimo 1° gennaio, salvo sorprese dell'ultima ora, il numero scende da dieci a due soltanto.

L’ambito territoriale rappresenta il limite geografico entro in cui il cittadino può esprimere la scelta del proprio medico di fiducia e nello stesso tempo il territorio dove il medico di medicina generale è autorizzato ad esercitare la sua attività. Per quanto riguarda la provincia il primo ambito, rinominato “Sud”, comprenderà la città di Novara e i comuni di Biandrate, Borgolavezzaro, Briona, Caltignaga, Cameri, Carpignano Sesia, Casalbeltrame, Casaleggio Novara, Casalino, Casalvolone, Castellazzo Novarese, Cerano, Fara Novarese, Garbagna Novarese, Granozzo con Monticello, Galliate, Landiona, Mandello Vitta, Nibbiola, Recetto, Romentino, San Nazzaro Sesia, San Pietro Mosezzo, Sillavengo, Sozzago, Terdobbiate, Tornaco, Trecate, Vespolate e Vicolungo. Tutti gli altri centri, saranno raggruppati dell'ambito “Nord”: Agrate Conturbia, Arona, Barengo, Boca, Bellinzago Novarese, Bogogno, Bolzano Novarese, Borgomanero, Borgo sopra Ticino, Briga Novarese, Castelletto Ticino, Cavaglietto, Cavaglio d’Agogna, Cavallirio, Colazza, Comignago, Cressa, Cureggio, Divignano, Dormelletto, Fontaneto d’Agogna, Gargallo, Gattico-Veruno, Ghemme, Gozzano, Invorio, Lesa, Maggiora, Marano Ticino, Massino Visconti, Meina, Mezzomerico, Momo, Nebbiuno, Oleggio, Oleggio Castello, Paruzzaro, Pisano, Pogno, Pombia, Sizzano, Soriso, Suno, Vaprio d’Agogna e Varallo Pombia.

Questa riduzione, hanno fatto sapere dall'Asl Novara, consentirà ai medici di famiglia di disporre di una maggiore possibilità di assistere cittadini residenti in altri comuni, ovviando così carenza dei medici, che in questi ultimi anni è stata particolarmente critica soprattutto nel territorio del Medio Novarese.

«Si tratta di un piccolo palliativo che può lenire il dolore di una ferita che avrebbe bisogno di una massiccia terapia antibiotica – ha commentato il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi – Certamente potrà aiutare qualche piccolo comune a fronteggiare il problema, almeno per un certo periodo di tempo, ma non siamo di fronte alla risposta di cui ha bisogno il sistema».

Per l'esponente della minoranza a Palazzo Lascaris di tratta «di un piccolo passo avanti, ma serve programmazione per consentire un corretto ricambio a fronte di una popolazione di medici abbastanza anziana con un forte impegno sulle borse di studio. Per affrontare un’emergenza straordinaria, e lo stiamo ribadendo da anni, occorre un piano di intervento straordinario e una politica di investimenti sulla sanità, mentre questo Governo ha scelto di tagliare i fondi, contrariamente la medicina del territorio entrerà in crisi».

Piuttosto critico è stato anche il giudizio espresso da tanti primi cittadini. Portavoce indiretto è il sindaco di Suno, Riccardo Giuliani. Anche lui ha voluto usare il termine “palliativo” per descrivere una «estremamente critica, che penalizza tanti cittadini e che vede i medici aumentare il numero dei loro assistiti da mille a poco meno di duemila, creando possibili disagi tanto a loro, dovendo “coprire” un teerritorio molto più ampio, quanto a diverse fasce di popolazione, soprattutto a quella anziana. Ci troveremo di fronte non più a un medico di famiglia ma, di fato, a un medico della provincia».

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