Rinvio bando ospedale, il rettore dell’Upo: «Serve nuova strategia già dalla prossima settimana»

E il presidente dell'Ordine dei medici, D'Andrea: «Mesi persi che spostano il nuovo ospedale in là con gli anni»

«Se questo sistema non funziona bisogna prenderne atto e trovare un modo per uscirne, per me possiamo iniziare già dalla prossima settimana». È il monito lanciato dal rettore dell’Università del Piemonte Orientale e direttore del Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, Giancarlo Avanzi, alla notizia dell’altro ieri dell’ennesimo slittamento del bando per la costruzione della Città della salute e della scienza.

«Serve un ragionamento alternativo da tenere nel cassetto ma fattibile. E per fare questo è necessario il coinvolgimento della politica – prosegue -. Quello che si prospetta non è solo un ospedale per la cura, ma anche un centro di ricerca e didattica e se ci sono delle decisioni da prendere noi vogliamo esserci. Non basta più metterci una pezza, c’è qualcosa che non va e dobbiamo capire che cosa. Perchè i 99 milioni di euro stanziati in più non bastano ancora? Gli advisor del progetto sono di altissimo profilo, il lavoro è stato fatto bene. Ma bisogna interrogare pubblicamente le imprese interessate e capire con loro quali sono le esigenze, altrimenti non si potrà mai uscire da questa situazione».

Anche il presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri, Federico D’Andrea, esprime «grande preoccupazione. Una nuova proroga che dovrebbe portare ad aprire le buste nella prossima primavera – aggiunge –. Con la speranza che stavolta ci sia davvero qualche impresa che voglia costruire e gestire la  Città della salute: in ogni caso sono mesi persi che spostano il nuovo ospedale in là con gli anni. La nostra preoccupazione riguarda in primis le attuali condizioni del nosocomio novarese, dove ogni anno si spendono milioni per renderlo idoneo a un’attività ospedaliera che copre un quadrante da un milione di abitanti. Nel frattempo, i medici sono costretti ad agire in un ambiente che sempre meno agevola gli interventi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Una risposta

  1. Ecco gli effetti di scelte sbagliate riguardo le modalità di finanziamento della realizzazione dell’ospedale.Erano possibili altre strade più sicure e meno costose ma si è voluto a tutti i costi preferire l’intervento privato ed ecco i risultati:costi e tempi che aumentano e si dilungano all’infinito.Anche in questo modo si pregiudica il SSN.

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Rinvio bando ospedale, il rettore dell’Upo: «Serve nuova strategia già dalla prossima settimana»

E il presidente dell’Ordine dei medici, D’Andrea: «Mesi persi che spostano il nuovo ospedale in là con gli anni»

«Se questo sistema non funziona bisogna prenderne atto e trovare un modo per uscirne, per me possiamo iniziare già dalla prossima settimana». È il monito lanciato dal rettore dell’Università del Piemonte Orientale e direttore del Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, Giancarlo Avanzi, alla notizia dell’altro ieri dell’ennesimo slittamento del bando per la costruzione della Città della salute e della scienza.

«Serve un ragionamento alternativo da tenere nel cassetto ma fattibile. E per fare questo è necessario il coinvolgimento della politica – prosegue -. Quello che si prospetta non è solo un ospedale per la cura, ma anche un centro di ricerca e didattica e se ci sono delle decisioni da prendere noi vogliamo esserci. Non basta più metterci una pezza, c’è qualcosa che non va e dobbiamo capire che cosa. Perchè i 99 milioni di euro stanziati in più non bastano ancora? Gli advisor del progetto sono di altissimo profilo, il lavoro è stato fatto bene. Ma bisogna interrogare pubblicamente le imprese interessate e capire con loro quali sono le esigenze, altrimenti non si potrà mai uscire da questa situazione».

Anche il presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri, Federico D’Andrea, esprime «grande preoccupazione. Una nuova proroga che dovrebbe portare ad aprire le buste nella prossima primavera – aggiunge –. Con la speranza che stavolta ci sia davvero qualche impresa che voglia costruire e gestire la  Città della salute: in ogni caso sono mesi persi che spostano il nuovo ospedale in là con gli anni. La nostra preoccupazione riguarda in primis le attuali condizioni del nosocomio novarese, dove ogni anno si spendono milioni per renderlo idoneo a un’attività ospedaliera che copre un quadrante da un milione di abitanti. Nel frattempo, i medici sono costretti ad agire in un ambiente che sempre meno agevola gli interventi».

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